Difficoltà: escursionistica

Casolari dell'Herbetet

Dalla frazione Valnontey di Cogne (fine asfalto)

CLICK QUI PER LA MAPPA STRADALE CLICK QUI PER LA MAPPA DEL SENTIERO CLICK QUI PER LA VERSIONE STAMPABILE

partenza: 1670 m circa
arrivo: 2441 m
dislivello in salita: 770 m circa

andata: 3h00
ritorno: 2h30
totale: 5h30

Segnavia: 22, 22g

Tratti difficili: no.
Tratti esposti: sì.
Ombra: parziale.

Pericolo caduta massi: sì.

Periodo consigliato: primavera, estate, autunno.

Da vedere: stambecchi e camosci, il ghiacciai dell'alta Valnontey.

Itinerari collegati:
Il ponte acquedotto romano di Pondel,
Il Grand Tournalin.

Attenzione:
in questo itinerario vi sono dei toponimi equivalenti
e delle differenze di quota.

Accesso al punto di partenza:

Uscita autostradale: Aosta Ovest
Distanza dal casello autostradale: 23.600 km
Avvicinamento in auto dal casello autostradale: 0h35'

Distanza progressiva Tempo Indicazioni Lunghezza tratto
0 km 0h00 Dall’uscita autostradale di Aosta Ovest si gira a destra seguendo le indicazioni per Aymavilles e Cogne per poi risalire tutta la valle di Cogne 20.200 km
20.200 km 0h30' Alla rotonda proseguire dritti per Valnontey 0.500 km
20.700 km 0h30' Dopo la piazza principale di Cogne girare a destra per Valnontey 2.900 km
23.600 km 0h35' Si lascia l'auto nel parcheggio dopo il villaggio di Valnontey, dove finisce la strada asfaltata -

Parcheggio alla fine della strada asfaltata per la Valnontey
Parcheggio

Elenco dei sentieri in partenza da Valnontey
Elenco sentieri

Introduzione

Questa piacevole escursione porta ai casolari dell'Herbetet, un piccolo alpeggio dominato dal casotto del Parco.

Vi si arriva percorrendo prima una strada sterrata e poi la mulattiera reale di caccia. Il tracciato non è mai ripido ma in alcuni punti la mulattiera è franata ed in attesa di restauri si cammina su di un sentiero stretto ed esposto.

Dai casolari dell'Herbetet è possibile raggiungere sia il bivacco Leonessa che il rifugio Vittorio Sella, da quest'ultimo si scende poi a Valnontey chiudendo un piacevole percorso circolare.

Con un poco di fortuna è possibile avvicinare stambecchi e camosci, in estate questi incontri si fanno rari perché con l'arrivo della bella stagione questi animali si spostano in alta montagna.

Descrizione

Seguendo le indicazioni della segnaletica escursionistica ci si avvia lungo la strada sterrata che percorre il fondovalle, sulla destra il torrente Valnontey scorre veloce tra gli argini. Sulla sinistra si intravedono tra le tende i piccoli fabbricati del campeggio Gran Paradiso, l'ultimo della valle.

All'imbrunire e al mattino presto le volpi si aggirano in questi luoghi, con un poco di fortuna è possibile vedere da vicino questi bellissimi animali che altrove la caccia ha reso diffidenti.

Poco più avanti si stacca sulla sinistra il sentiero per Plan de Tournetta, proprio di fronte al ponte per Leuttaz.

Montagne alla testata della Valnontey
Alta Valnontey

Le case rurali di David
La malga di David

Si prosegue lungo la sterrata che attraversa alcune macchie di conifere fino ad arrivare a David, una bella casa di montagna restaurata con cura, dietro di essa si vede un rascard: il fabbricato rurale costruito con tronchi di larice che veniva usato un tempo come fienile, pagliaio e per la battitura del grano.

Nel dialetto di Cogne questo piccolo nucleo di fabbricati era chiamato lo mayen de Davit, la malga di David, ed è citato nel volume di Celestino Guichardaz e Andrea Fassò sulla parlata francoprovenzale di Cogne, un interessantissimo studio sulla vita quotidiana di questa comunità colta nel passaggio tra la civiltà contadina e quella postindustriale.

Poco più avanti si attraversa una macchia di larici cresciuti tra i grandi massi di un'antica frana dove di tanto in tanto scendono a ruminare i camosci. Un piccolo rettilineo porta all'inizio del villaggio di Vermiana: un pugno di case, meno di una decina, raggruppate intorno alla strada sterrata che percorre il fondovalle.

Alcune di esse sono state restaurate ma la maggior parte è ancora abbandonata essendo venuta meno la loro funzione di sostegno all'agricoltura di autosussistenza che in Valle d'Aosta è stata praticata fino alla metà del XX secolo.

Ogni famiglia ricavava di che vivere dall'allevamento di alcune mucche, qualche ovino e, in quelle più ricche, del maiale che veniva macellato in autunno all'arrivo dei primi freddi. L'orto forniva la verdura e nei campi erano coltivati i cereali e le patate.

In ogni villaggio si trovano perciò le stalle e i fienili per la conservazione del foraggio e delle spighe dei cereali prima della battitura, l'area di fienile riservata alla battitura del grano, la cantina per la conservazione delle derrate, il locale per la lavorazione del latte e le poche stanze utilizzate dai membri della famiglia.

Case contadine nel villaggio di Vermiana (Vermianaz)
Case a Vermiana

Casa ristrutturata nel villaggio di Vermiana (Vermianaz)
Ristrutturazione a Vermiana

Da Vermianaz di prosegue lungo la strada sterrata fino a trovare sulla sinistra l'inizio del sentiero n. 22 per i bivacchi dell'alta Valnontey. (Poco più avanti la strada si interrompe nei pressi del guado sul torrente Valnontey).

Si imbocca il sentiero che nel primo tratto è abbastanza stretto ma poi si allarga fino a raggiungere l'ampiezza maestosa delle strade reali di caccia. Si cammina tra macchie di conifere, numerosi larici ed alcuni abeti rossi. Nel sottobosco spiccano all'inizio dell'estate i fiori rossi dei rododendri.

Dopo aver lasciato sulla sinistra il bivio dal quale si stacca il sentiero per il bivacco Money si attraversa un tratto in piano completamente allo scoperto. In altro contro il cielo si vede la Testa di Valnontey (3562 m) incorniciata dai ripidi fianchi della valle. Sotto di essa, quasi a farle da collana, un bosco di larici.

Si percorre il lungo ponte in legno sul torrente Valnontey, l'alveo è ampio e disseminato dai sassi trascinati dalle piene. Dall'altro lato della valle il sentiero sale con alcune curve strette su di un terreno disseminato di depositi alluvionali. Si passa ai piedi di un enorme masso caduto dopo l'ultimo ritiro dei ghiacciai poi ci si porta sul fianco del vallone, lontano dal torrente e dalle sue piene rovinose.

Si procede in falsopiano attraversando alcune frane l'ultima delle quali ha considerevolmente ristretto il sentiero. Dopo aver attraversato un paio di ponti che in inverno vengono parzialmente smontati per proteggerli dalle valanghe si arriva alla incisione rupestre del 1866.

Bivio per il bivacco Leonessa e i casolari dell'Herbetet
Bivio per l'Herbetet

Ponti sul torrente Herbetet
Torrente Herbetet

È tracciata a quasi 2000 metri di quota: su di una parete lisciati dai ghiacciai, è incisa una freccia orientata verso sud che attraversa la scritta Glacier 1866. Sotto di essa due nomi separati da un trattino: E. D'Albertis – J. P. Carrel.

Al bivio successivo si prosegue lungo la strada reale di caccia lasciando sulla sinistra il sentiero per i bivacchi Borghi, Martinotti e Pol.

Si cammina in quasi in piano, sotto i rami dei larici che formano quasi un tetto continuo sopra la testa, poi si esce dal bosco, si sale lentamente il fianco della valle e si attraversa il torrente dell'Herbetet, proprio ai piedi di una piccola cascata.

Subito dopo i due ponti in legno si esce sul pendio aperto e si passa ai piedi degli ultimi larici. A circa 50 metri dal ponte cresce a monte del sentiero, imponente, un larice centenario il cui tronco, piegato in gioventù dalla neve raggiunge una circonferenza di quasi quattro metri.

Dall'altra parte della valle si vede ad occhio nudo il puntino giallo del bivacco del Money, in cima alla valle quello rosso del bivacco Borghi, ci vuole invece un buon binocolo per individuare la costruzione a botte del bivacco Pol.

Lungo i fianchi ripidi del vallone è possibile trovare stambecchi e camosci al pascolo. A circa 2300 di quota si passa a fianco di una targa posta a ricordo di Alberto Azzolini, subito dopo si attraversano alcuni piccoli terrazzi pianeggianti tappezzati dall'erba che cresce fitta e rigogliosa.

Larice salendo ai casolari dell'Herbetet
Larice

Bivio per il bivacco Leonessa ai casolari dell'Herbetet
Bollini gialli all'Herbetet

Guardando verso sud si vede il bivacco Martinotti, occorre puntare il binocolo a sinistra del bivacco Borghi e della morena del ghiacciaio del Grand Croux, sopra una macchia nera della roccia tra due lingue glaciali.

Arrivati ai casolari dell'Herbetet si trovano sul sentiero i bollini gialli per il bivacco Leonessa, guardando in alto davanti a sè si vede la ad occhio nudo la sua copertura in lamiera che spicca tra il cielo azzurro e le rocce grigie.

Girando a destra si percorrono pochi passi e si raggiungono le vecchie costruzioni rurali dell'alpeggio, costruite con pietre a secco e travi di larice a sostenere i solai e il tetto.

Qualche metro a monte sorge il moderno casotto del Parco. Una recinzione in legno circonda l'appezzamento circostante e alcuni cartelli segnalano il divieto di accesso. In questa costruzione dotata di acqua corrente ed energia elettrica fornita dai pannelli fotovoltaici, soggiornano le guardie del Parco Nazionale del Gran Paradiso durante le loro attività di monitoraggio della fauna e di sorveglianza antibracconaggio.

Proprio davanti ad esso si trova il sistema di radio allarme con il quale è possibile chiedere soccorso in caso di necessià.

Curiosità

Dal villaggio di Vermiana (Valmiana) parte l'operazione di soccorso narrata nel romanzo breve di Virgilio Giacchetto, edito da Priuli & Verlucca: un centinaio di pagine che si leggono d'un fiato.

In un intreccio che lega la storia del Parco Nazionale del Gran Paradiso e la resistenza, lungo un filo che lega tre generazioni, si compie la profezia del nonno, la sua lezione di vita: “... ricordati che il bene che tu fai agli altri è come un credito che percorre sentieri sconosciuti, quando meno te lo aspetti ti verrà restituito ...”.

Casotto dell'Herbetet del Parco Nazionale del Gran Paradiso
Casotto dell'Herbetet

Casotto e casolari dell'Herbetet nel Parco Nazionale del Gran Paradiso
Casotto e casolari dell'Herbetet

Bibliografia:

Virgilio Giacchetto, Due notti di ghiaccio nel Parco del Gran Paradiso, Priuli & Verlucca editori, Aosta 2006
Luca Zavatta, Le valli del Gran Paradiso e la Valgrisenche, L’Escursionista Editore, Rimini 2003
Celestino Guichardaz, Andrea Fassò, La parlata francoprovenzale di Cogne (Val d'Aosta), Libreria Scientifica Editrice G. Giappichelli, Torino 1974

Cartografia

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 9 – Valsavarenche Gran Paradiso – scala 1:25.000
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 10 – Valle di Cogne – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 3 – Il Parco Nazionale del Gran Paradiso – scala 1:50.000

PAGINA DEL 9.11.2007
ULTIMO AGGIORNAMENTO 11.08.2012

Valid XHTML 1.0 Strict

Licenza Creative Commons
Quest'opera di Gian Mario Navillod è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

www.andre.navillod.it - escursioni e passeggiate guidate sui sentieri della Valle d'Aosta