Il comandante Bert

Andrea Pautasso, detto il Comandante Bert durante la resistenza, nato a Bra il 29 giugno 1911 - morto a Torino il 27 luglio 1985

Si laureò in economia e commercio e dal 1934 entrò nella società di assicurazioni Toro di cui divenne direttore dei rami credito. Nel 1973 si trasferì come direttore generale alla società piemontese mutua di assicurazioni.

Fu appassionato di numismatica, si ricordano i suoi studi sulla monetazione celtica padana, fece parte di diverse società numismatiche e fu membro dell'Accademia di Sant'Anselmo.

Prese parte alla breve guerra contro la Francia dove venne ferito e decorato con la medaglia d'argento al valor militare. Fu comandante di compagnia al 4° reggimento alpini di Aosta, nel 1943 dopo l'8 settembre, contravvenendo agli ordini superiori che richiedevano la collaborazione con l'esercito tedesco, si diede alla macchia.

Comandò dalla primavera del 1944 la formazione partigiana Vertosan che a luglio contò più di 300 uomini, dal 14 settembre 1944 fu capo ufficio di stato maggiore dell'esercito di liberazione nazionale per la Valle d'Aosta.

Grazie alle pagine del suo diario è possibile ricostruire il vergognoso disfacimento dell'esercito italiano dopo l'8 settembro 1943 e numerosi episodi della resistenza in Valle d'Aosta.

Dal diario del Comandante Bert: l'8 settembre in Valle d'Aosta

9 settembre

Gli ufficiali sono consegnati in caserma in attesa di istruzioni, il morale è alto, dal Piccolo San Bernardo salgono i civili francesi per mettersi al sicuro in Valle d'Aosta, al colle è schierata a difesa la Guardia Alpina di Frontiera. A Chambéry gli ufficiali italiano in attesa di istruzioni sono catturati dai tedeschi, alcuni alpini sono riusciti a fuggire.

10 settembre

Si preparano tre compagnie per la difesa dell'alta valle, arrivano ad Aosta circa 80 alpini del battaglione Cervino che sono riusciti a fuggire da Chambéry, Il loro racconto riscalda ancora di più gli animi, l'esercito è pronto a difendere il confine. Alle 18 si sparge la voce tra gli ufficiali che i reparti al confine dovrebbero reagire solo ad atti di ostilità e che se non attaccati dovrebbero lasciare libero transito ai tedeschi.

Alle nove di sera i reparti sono ammassi nel cortile per le ultime distribuzioni, la partenza è fissata per l'indomani alla 7, alle 10 di sera adunata degli ufficiali “in un'atmosfera di gelo. Il Col. Comandante entra visibilmente alterato e ci dice che i nostri superiori comandano ... ogni partenza è sospesa e noi dobbiamo rimanere in caserma in attesa di ordini, con la consegna intanto di lasciar passare le truppe tedesche e “nei limiti del possibile, di collaborare con loro” l'ordine è giunto dal Comando di Corpo d'Armata di Torino”. Si grida al tradimento, alcuni ufficiali escono con i reparti armati per dirigersi alla frontiera, gli alpini si ammassano ai cancelli per uscire, alcuni vogliono fermare i tedeschi al confine, altri non vogliono fare la fine dei topi in caserma. Il comandante e gli ufficiali riescono a calmare gli animi e far rientrare la truppa nelle camerate.

11 settembre

All'appello mancano 300 alpini su tremila. A quelli usciti dai cancelli il 10 si aggiungono quelli che si calati dalle finestre durante la notte. Il comandante annuncia che i tedeschi sono a Torino e che la resistenza contro di loro provocherebbe solo rappresaglie contro i civili. Alle 10.30 passano nella piazza principale di Aosta colonne di alpini in perfetto ordine ma disarmati. È stato detto loro di raggiungere le loro case evitando di prendere i treni. Carbone e Pautasso passano la notte ospiti nei casolari di Champleval di mezzo.

12 settembre

Dopo aver lasciato il materiale a Degioz rientro ad Aosta. Messaggio radio di Badoglio che invita a resistere alle aggressioni tedesche.

13 settembre

Il Colonnello comandante del presidio si incontra ad Aosta con alcuni ufficiali tedeschi

14 settembre

Entrano ad Aosta i primi soldati tedeschi provenienti dal Piemonte; gli ultimi quaranta alpini lasciano la caserma inquadrati ma disarmati alla volta di Arona.

15 settembre

Arrivano ad Aosta i primi autocarri con i soldati tedeschi di occupazione.

La Signora di Champleval

La prima notte da resistente venne passata dal comandante Bert, il tenente Andrea Pautasso, e dal tenente Renzo Carbone nel villaggio di Campleval di mezzo. Erano partiti da Aosta con del materiale da nascondere a Degioz e furono ospiti di una signora che nel suo diario Pautasso descrive così:

“... avrà varcato da poco la cinquantina, è vestita di scuro come tutte le montanare, porta gli zoccoli ed in testa un fazzoletto nero. Ci fa subito entrare perché ci possiamo asciugare vicino alla stufa e si scusa timidamente, pregandoci di “adattarci”, ma è l'unico posto caldo.

È un vano spazioso adibito a cucina, con una stufa in ghisa ed alcuni mobili di fattura rustica modestissimi: una dispensa, due panche, una sedia, un piccolo tavolo appoggiato al muro nell'angolo tra le due finestre ... In fondo nella penombra si intravede l'impiantito sopraelevato, la greppia e numerosi scomparti della stalla, occupata ora da un solo vitello. Se non avessimo aguzzato gli sguardi attraverso la penombra, non ci saremmo mai accorti dell'esistenza della stalla poiché l'olfatto non ne avverte la presenza. Tutto è lindo ed ordinato, il pavimento è netto e i vetri tersissimi, la stessa stalla ove non si trova alcuna traccia di letame perché di volta in volta viene accuratamente asportato. ...

La loro cena è pronta, ma accanto alle loro due scodelle (della Signora e del figlio NdR) ne vediamo allineate altre due: quelle, che con gesto timido, la madre offre a noi scusandosi di non poter offrire altro di meglio che la loro cena. La loro cena consiste in una scodella di minestra: un brodo scuro di patate e fave sul quale occhieggia timidamente qualche traccia di burro. ...

Questa contadina è abbonata a “La Stampa” e leggeva con particolare gusto ... la “terza pagina”, fino a quando è esistita. Ha seguito in particolare gli articoli di Filippo Burzio e mostra di averli capiti perché ripete assai a proposito alcune considerazioni. ...”

Tratto da: Giocondo Falcoz, Andrea Pautasso, Origini e vicende della formazione partigiana autonoma valdostana “Vertosan” 1943-1945, Tipografia Parrocchiale di Issogne, Issogne 1989.

Bibliografia:

Giocondo Falcoz, Andrea Pautasso, Origini e vicende della formazione partigiana autonoma valdostana “Vertosan” 1943-1945, Tipografia Parrocchiale di Issogne, Issogne 1989.

PAGINA DEL 31.05.2007

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