Questo breve itinerario, da percorrere in ogni stagione e senza grande fatica, porta al lago di Lod (Lot) partendo dal villaggio di Herin, la frazione di Antey che solo dal 1991 è raggiungibile in auto.
Fino alle soglie del XXI secolo si arrivava a questo pugno di case solo con la mulattiera che da Antey porta a La Magdeleine e questo ha permesso di evitare le brutte ristrutturazioni che hanno stravolto molti villaggi della Valle d'Aosta.
Bighellonando tra i viottoli del villaggio si vedono ancora numerosi esempi di architettura tradizionale discretamente conservati e diverse case restaurate con cura.
Da non perdere il vecchio mulino di Herin e lo splendido panorama che si vede dal lago di Lod.
Dall'uscita autostradale di Châtillon-St.Vincent si seguono le indicazioni per Cervinia fino a raggiungere, dopo circa 10 km, il comune di Antey. Dopo l’ampio piazzale che ospita lo chalet dell’ufficio informazioni turistiche si imbocca la strada regionale n° 8 di La Magdeleine e dopo poco meno di un chilometro si gira a sinistra seguendo le indicazioni per Herin. Si parcheggia l'auto nel piazzale del villaggio dove finisce la strada asfaltata.
Lasciata l’auto nel parcheggio della frazione ci si avvia in direzione est, sul sentiero che passa alla destra di una bella casa restaurata e dopo aver attraversato il villaggio si raggiunge la mulattiera che sale da Antey. Seguendo il segnavia 105 si passa sotto una bella casa rurale che ha una parte del primo piano, in legno, sospesa sul sentiero. La stanzetta costruita a cavallo della mulattiera è sostenuta a sinistra dal muro in pietra del fabbricato, sulla destra da una colonna in muratura costruita a lato del sentiero.
Sull’edificio vicino ormai cadente, si può ancora vedere un affresco datato 1883 dedicato alla Madonna che ho inserito nella raccolta di arte alpina valdostana. Non ha grande valore artistico, ma è comunque triste saperlo abbandonato alle intemperie e destinato a disfarsi poco a poco, quando le infiltrazioni d’acqua lo raggiungeranno.
Nell'indifferenza della pubblica amministrazione il degrado è proseguito fino al 2013 quando con i lavori di ristrutturazione del fabbricato si è provveduto a proteggere quest'opera d'arte.
Dopo aver lasciato il villaggio si prosegue il leggera discesa lungo il sentiero coperto dalle foglie rumorose dei frassini, si attraversano i prati fino a raggiungere il vecchio mulino di Herin all’esterno del quale si vedono ancora le vecchie condutture in legno di larice. L’interno non è in buone condizioni ma è ancora visibile, e discretamente conservata, la ruota a pale che spinta dall’acqua faceva girare le macine.
Si supera poi il rigagnolo che attraversa il mulino su di una vecchia macina ora impiegata come ponticello, si sale lungo un tratto di sentiero incassato tra i vecchi muri in pietra con davanti agli occhi la tozza sagoma rocciosa del Monte Tantané che spunta tra i boschi di larice e dopo una brusca curva a destra si percorre un breve tratto in discesa fino a raggiungere il ponticello che attraversa il torrente Antey.
Appena sopra il sentiero vi sono le opere di presa che convogliano le acque che scendono dal vallone di La Magdeleine fino alla centrale idroelettrica di Covalou.
Condutture in larice
del mulino di Herin
Si prosegue lungo la pista trattorabile che entra nel bosco e poco dopo, seguendo il segnavia 105, si imbocca il sentiero che si stacca sulla destra. Dopo aver attraversato il rigagnolo su di un ponticello in legno è possibile assaporare qualche istante di quiete, seduti sulla panchina costruita a fianco del ruscello con il tronco di un albero caduto, mentre si ascolta il rumore dell’acqua che scorre tra i sassi coperti di muschio.
Dopo pochi passi inizia un breve tratto scosceso che termina con una passerella aerea di tronchi grezzi che permette di superare un tratto particolarmente ripido. Alla fine della staccionata, sulla destra, si intravede un bello scorcio della Cima Bianca incorniciata dai rami di un abete, e verso sud, meno visibili, le cime del Monte Miracolo e del Mont Meabé.
Si prosegue nel bosco di conifere, lungo il sentiero coperto dagli aghi di abete caduti a terra. Con alcuni stretti tornanti si risale il fianco del vallone tappezzato da uno spesso cuscino di muschio e punteggiato qua e là dai rododendri.
Dove termina del vallone il sentiero si fa meno ripido e nel bosco più asciutto e soleggiato i pini prendono il posto degli abeti. All’uscita del bosco si prosegue sul sentiero di destra segnalato dal bollino giallo 105.
La passeggiata diventa meno faticosa, si cammina pressoché in piano con alla sinistra una siepe formata dai cespugli di rosa canina e di crespino dai bellissimi frutti rossi e sulla destra i prati circondati dal bosco. Dirigendosi verso Il pugno di case della frazione di Lod che si vede in lontananza, oltre la valle scavata dalla Dora Baltea, la Cima Nera.
Poi il sentiero pianeggiante si allarga poco a poco fino a diventare una pista trattorabile che in alcuni minuti porta al piccolo parco giochi costruito vicino alla riva del lago.
Vecchia macina del mulino di Herin
Da questa conca tranquilla si gode di un panorama mozzafiato sulle principali cime della bassa Valtournenche. Dalla Becca d’Aver al Mont Meabé, dalla Cima Bianca alla Punta Cian tutte le montagne raggiungibili dalla conca di Torgnon sono ben visibili e quasi a portata di mano. Con l'esclusione di pochi giorni in inverno quando il gelo copre il lago con un velo di ghiaccio le si vede una ad una riflesse nell’acqua, cullate dalle canne che ondeggiano al vento.
Opere di presa della centrale
idroelettrica di Covalou
Riporta l'abbé Gorret nella sua guida della Valle d'Aosta che nel lago di Lod, unico caso in valle, si provò un tempo a pescare con la barca.
Chi sarà stato l'ingegnoso antesan dei tempi? ecco l'estratto dalla guida in cui si parla del lago:
"Il y a dans le pays d'Aoste un très grand nombre de petits lacs de montagne. Mais il ne s'en trouve que très peu qui renferment des poissons, et un seul, le lac des trois Villes d'Antey, sur lequel on ait essayé de faire la pêche avec une barque comme dans ceux de l'Italie et de la Suisse. La plupart pourraient devenir une source d'alimentation pour les habitants du pays, si l'on s'appliquait à les rendre poissonneux."
"Vi è nella regione di Aosta un gran numero di piccoli laghi di montagna. Ma se ne trovano pochi che ospitino dei pesci, e uno solo, il lago dei tre villaggi di Antey nel quale si sia cercato di fare della pesca con una barca come in quelli dell'Italia e della Svizzera. La maggior parte potrebbero diventare una fonte di alimentazone per gli abitanti della regione se ci si provvedesse a renderli pescosi"
Tratto da Gorret A. e Bich C., Guide de la Vallée D'Aoste, Turin 1877.
Traduzione italiana di Gian Mario Navillod
Casini Valeria, Chi passa per questa via..., Quaderni di cultura
alpina, Priuli e Verlucca Editori, Aosta 2005
Luca Zavatta, Le valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005
Rocco R. Acqua per tutti, in Environnement n° 22, Castrocielo, marzo 2003
Piotti Sergio, I laghi della Valle d'Aosta, Clusone 1997
Viola Luciano, Antey Saint André dalle origini ad oggi, seconda edizione, Nichelino (TO) 2006, pag. 311
Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990
Gorret Amé - Bich Claude, Guide de la Vallée D'Aoste, deuxième édition, Imprimerie ITLA, Aoste 1965, pag. 16
Gorret Amé - Bich Claude, Guide de la Vallée D'Aoste, Turin 1877
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Cervino - Foglio 2 - 1:25.000
PAGINA ANTE 16.08.2006
ULTIMO AGGIORNAMENTO 9.08.2013
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