La direttissima Buisson Gilliarey è la strada più breve tra i due villaggi: una linea quasi verticale con in mezzo il villaggio fantasma di Levaz, un viaggio quasi verticale tra il fondovalle ed i pascoli alpini.
Il villaggio abbandonato di Levaz è un suggestivo agglomerato di case dalle singolari caratteristiche architettoniche: alcuni muri in pietra presentano inserti in legno, fatto abbastanza inconsueto in Valle d'Aosta, e diversi tetti sono coperti in scandole di larice, fatto altrettanto inconsueto.
All'arrivo il panorama è mozzafiato: a sud si vede a volo d'uccello tutta la piana di Antey, a nord il Cervino innevato brilla tra l'azzuro del cielo.
Luca Zavatta sul
sentiero Buisson-Levaz
Subito dopo la galleria parafrane di Fiernaz, a circa 200 metri dal tunnel, si lascia l'auto nel piccolo piazzale di Buisson, il primo sulla destra.
Si prosegue a piedi lungo la strada regionale per Cervina fino alla prima casa costruita a monte della strada. Si attraversa sulle strisce e si imbocca la trattorabile che sale tra i prati.
In pochi minuti si arriva alla base del vallo parafrane posto a protezione del villaggio. Lo si segue per poche decine di passi verso sinistra fino ad incontrare l'inizio del sentiero che sale verso Levaz.
Si cammina in un bosco di latifoglie punteggiato da qualche conifera, i bollini della segnaletica sono rari ma quasi superflui: basta seguire il tappeto di foglie secche che copre il sentiero facendo attenzione a non ruzzolare sulle pigne degli abeti che di tanto in tanto tappezzano il sottobosco.
Sulla sinistra si incontra il primo bollino segnavia tracciato su di un masso, a valle del sentiero sta crescendo un gruppo di abeti che nella brutta stagione spicca per il suo colore verde brillante tra le tinte smorte del bosco autunnale.
A circa mezz’ora dalla partenza si attraversa un tratto di bosco invaso dall'edera: un grande tappeto verde cupo assai suggestivo, poi si passa alla base di una delle tante placche rocciose che sostengono i fianchi della valle, poco più avanti si incrocia il sentiero abbandonato che sale da Fiernaz.
Guadagnando di quota si lascia piano piano l'ombra del bosco, dopo gli ultimi noccioli si arriva al belvedere, un cocuzzolo che domina la piana di Antey.
Proprio dall’altra parte della valle sorgono i villaggi di Chamois, sulla destra dell'abitato è stata attrezzata una pista inerbita dove atterrano gli aerei da turismo.
Vicino al sentiero spiccano le bacche rosse dell'uva ursina, alcuni larici, del ginepro.
Ci si trova a questo punto a circa metà del dislivello che separa il villaggio di Levaz da Buisson, proseguendo lungo il sentiero occorre prestare un poco di attenzione a dove si posano i piedi poiché da questo punto in avanti è possibile incontrare i serpenti che vivono nei pressi del villaggio.
La salita prosegue a zig-zag tra le erbe secche, si risale il vallone che si chiude sempre di più mano a mano che ci si avvicina a Levaz.
Interno di una casa di Levaz:
il focolare
Il villaggio di Levaz,
sullo sfondo il Monte Tantané
Si passa ai piedi di un esile gruppo di latifoglie che crescono stentatamente sul pendio arido mentre poco più avanti si attraversa un gruppo di alberi più consistente raccolto intorno ad una sorgente.
Quando si arriva ai piedi dello sperone roccioso che sostiene i pascoli di villaggio fantasma si trova a lato del sentiero un asse che fa da panca e fissati alla parete rocciosa due minuscole cassette lignee che proteggono una statuetta della Madonna ed una di Gesù Bambino: anche se la panchina è invitante è consigliabile non sostare a lungo in questo punto per il pericolo di caduta sassi, meglio proseguire lungo il sentiero fino a raggiungere quanto rimane di un breve tratto di recinzione in legno al termine della quale inizia il pianoro di Levaz.
Da questo punto si gode uno splendido panorama sulla piana di Antey con a sud, in lontananza oltre la Dora Baltea, la Cima Nera, guardando verso l'alta Valtournenche si vede il panettone della Roisetta, le piramidi del Grand e Petit Tournalin, la chiesetta di Chamois, il monte Tantané e, dietro il bosco fitto di larici che separa Chamois da La Magdeleine, si scorge lontana la vetta dello Zerbion con il puntino bianco della statua della Madonna.
Stambecco sul sentiero
per l'oratorio di Gilliarey
Ancora pochi passi e si arriva al villaggio di Levaz che ospitava in estate numerose famiglie di Antey, è abbandonato ormai da decenni, il tempo non ha intaccato il fascino di queste case, addossate le une alle altre, con le singolari murature che alternano in alcuni punti la pietra ai travi in legno.
Numerosi tetti sono coperti da assi di larice a causa della carenza di lose, le lastre di pietra che vengono comunemente adoperate in Valle d'Aosta come copertura dei tetti.
Nelle case si trovano ancora qua e là le cose lasciate dagli abitanti scesi al fondovalle per l’ultima volta. Sono rimaste per anni in paziente attesa dei loro legittimi proprietari, una cassapanca, il tavolo, un paio di scarpe, la stufa a legna che per anni ha cotto il cibo di grandi e piccini.
Con questi oggetti sotto gli occhi è facile immaginare il fervore di attività che animava questo villaggio riscaldato dal sole dal primo mattino al pomeriggio inoltrato. Ora è tutto silenzio a Levaz, interrotto solo dagli zoccoli di qualche camoscio o dal fruscio delle serpi.
Per raggiungere la cappella di Gilliarey si attraversa il villaggio seguendo le frecce gialle del segnavia n. 7 e si imbocca il sentiero che dopo una curva a gomito prende quota sopra le case.
Si incontrano i primi ampi tappeti di uva ursina che coprono il pendio punteggiato da rade conifere. Sulla destra i villaggi di Chamois sono adagiati sui pascoli al centro di una corona di monti.
Si passa vicino ad una macchia di larici punteggiata da cespugli di rododendri, la si aggira sulla sinistra tenendosi sul crinale fino a raggiungere la sommità del vallone che offre un suggestivo scorcio sui tetti di Levaz.
Oratorio di Gilliarey in autunno
Oratorio di Gilliarey in autunno,
sullo sfondo il Grand Tournalin
Oratorio di Gilliarey in inverno
Il sentiero dopo un breve tratto in piano sulla sommità dello sperone che domina il villaggio, riprende la salita zigzagando tra l’erba secca e si dirige sulla sinistra verso un angusto vallone sul cui fondo la neve permane fino a primavera inoltrata.
Si obliqua sulla destra risalendo il crinale, si supera un bollino segnavia all’altezza del quale voltandosi si può ammirare la mole maestosa del Monte Tantané e sulla destra poco più in là la spalla Sud Ovest del Monte Zerbion.
Si passa sopra un banco di roccia che affiora dal terreno su cui è stato posto un ometto, si supera un gruppo isolato di larici aiutati da alcuni gradini di pietra e poco dopo si incontra su una roccia a sinistra il bollino segnavia.
Si passa ai piedi di una parete scoscesa dalla quale durante il disgelo pendono grappoli di ghiaccioli e dopo aver attraversato una piccola pietraia ci si allontana verso Nord incontrando i primi muri di sostegno dei pascoli di Gilliarey.
Arrivati in vista della cappella si sale verso sinistra ai margini dei prati e si arriva in breve all’oratorio circondato da 12 pietre infisse nel terreno.
Dalla cappella fondata nel 1866 dal Canonico Luigi Gorret si gode un panorama unico sulla Valtournenche, lo sguardo spazia per 360 gradi dal Cervino al Grand Tournalin, dal Tantané al Monte Zerbion, a Sud dall’altra parte della valle la massa tozza del Barbeston e alla sulla destra la cima Nera e in lontananza la piramide del Mont Emilius che fa capolino dietro la Becca d’Aver. Poi sempre in senso orario l’antecima e il Mont Meabé, la Cima Bianca e le lame aguzze della Punta Tsan.
L'interno della cappella di Gilliarey è decorato da una serie di quattro affreschi del pittore valsesiano Joseph Lancia: sopra l'altare la Sacra Famiglia, visibile anche dallo spioncino ricavato nella porta, di fronte ad essa San Luigi in ricordo del fondatore della cappella, sui lati San Bernardo e San Michele a ricordare le date tradizionali per la salita (12 giugno) e la discesa (29 settembre) dall'alpeggio.
Villaggio di Gilliarey in inverno,
sullo sfondo il Cervino
Sacra Famiglia
(Oratorio di Gilliarey)
San Bernardo
(Oratorio di Gilliarey)
Luca Zavatta, Le valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005, pag. 171
Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990, pag. 231-232
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 –
Valtournenche Monte Cervino Val d'Ayas ovest – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 –
Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 2 media valle – scala 1:25.000
PAGINA DEL 21.11.2011
ULTIMO SOPRALLUOGO 12.11.2011
ULTIMO AGGIORNAMENTO 29.04.2012
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