Difficoltà: facile

Le costruzioni trecentesche di
Prariond di Valgrisenche 2040 m circa

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Dal parcheggio della diga di Valgrisenche 1840 m circa

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partenza: 1840 m circa
arrivo: 2040 m circa
dislivello in salita: 200 m circa

andata: 1h30 circa
ritorno: 1h00 circa
totale: 2h30 circa

Segnavia: assente

Tratti difficili: no
Tratti esposti: no
Ombra: sì

pericolo caduta massi: no

Periodo consigliato:
inverno

Da vedere:
il panorama sulla diga di Valgrisenche,
il villaggio basso medioevale di Prariond.

Itinerari collegati:
Via ferrata di Valgrisenche,
Rifugio degli Angeli.

Uscita autostradale Aosta Ovest
Distanza dal casello autostradale: 24.700 km
Avvicinamento in auto dal casello autostradale: 0h35'

Distanza progressiva Tempo Indicazioni Lunghezza tratto
0.000 km 0h00' Dall'uscita autostradale di Aosta Ovest si gira a sinistra per Aosta Sarre SS 26 0.400 km
0.400 km - Al semaforo si gira a sinistra e ci si immette sulla statale 26 in direzione Piccolo San Bernardo Courmayeur 8.600 km
9.000 km 0h10' Alla rotonda si seguono le indicazioni per Valgrisenche, dopo l'abitato si prosegue per Bonne 16.900 km
25.900 km 0h33' Si gira a sinistra per la diga 0.800 km
26.700 km 0h35' Si passa sul coronamento della diga e si lascia l'auto nel parcheggio sulla destra orografica del lago. -

Parcheggio sulla destra orografica della diga di Valgrisenche
Parcheggio

Diga di Valgrisenche in inverno
Diga di Valgrisenche in inverno

Villaggio e cappella di Prariond
Villaggio di Prariond

Introduzione

Questa piacevole passeggiata porta al villaggio di Prariond dove si trovano in precarie condizioni di conservazione due fabbricati in legno che risalgono al XIV secolo.

La datazione è stata affettuata analizzando i tronchi con cui sono stati costruiti: vennero abbattuti nel 1329 quelli del rascard inferiore e nel 1354 quelli del rascard superiore; grazie alla cura costante dei nostri avi hanno superato quasi indenni il passare dei secoli fino a quando mani impietose hanno asportato la copertura in pietra lasciando esposte alle intemperie le vecchie travi.

Secoli di storia, la fatica e il sudore di generazioni di montanari sono racchiuse tra queste tavole, sarebbe ben triste se nell'indifferenza generale marcissero sotto la pioggia.

Descrizione

Dal parcheggio a fianco della diga di Beauregard ci si avvia lungo la strada coperta di neve, a monte vi sono numerosi rivoli d'acqua che nelle giornate più fredde gelano formando cascate di ghiaccio: si cammina ai piedi di un gigantesco organo ammutolito dai freddo invernale. Le sue canne di ghiaccio sono lievemente cololorate e scintillano sotto i raggi del sole pomeridiano. In primavera con il disgelo inizia il concerto, l'acqua fluente mormora con suoni cupi e argentini che si sovrappongono, il picchiettio delle gocce che cadono dalla parete rocciosa accompagna questa musica singolare con un ritmo sempre diverso.

La cappella di Prariond
Cappella di Prariond

Alpe Prariond, sulla destra il grenier trecentesco
Alpe Prariond

Grange del 1354 all'alpe Prariond di Valgrisenche
Costruzione del 1354
(da Sud-Est)

Grange del 1354 all'alpe Prariond
Costruzione del 1354
(da Sud)

In fondo alla valle, sotto il grande muro bombato della diga, riposa quanto rimane del grande lago sotto uno strato di ghiaccio coperto di neve. A causa di una lenta frana che interessa la sinistra orografica del lago, l'altezza dell'acqua non può superare un decimo della capacità del bacino. Questa misura di prudenza ha riportato alla luce il villaggio di Fornet, un tempo coperto dalle acque.

Si attraversa una breve galleria nella quale pendono lunghi ghiaccioli, dopo esserne usciti si trova sulla destra un cartello che indica alcuni itinerari escursionistici; poco più avanti si lascia la strada che prosegue in piano lungo la diga e si gira a sinistra cominciando a salire in direzione di Rocher e Plontaz.

La pendenza è modesta, dopo il quarto tornante si lascia la strada per Rocher e si prende sulla destra quella per Plontaz, si attraversa il ponte sul torrente Praz Londzet e trascurando una deviazione che scende sulla destra si prosegue in leggera salita fino ad arrivare all'alpeggio Dé Lo Bouque a circa 1915 metri di quota. Qui la strada gira intorno ai caseggiati con un ampio tornante, chi lo desidera può accorciare la salita passando in mezzo ai vecchi fabbricati e proseguendo lungo la sterrata che possa pochi metri a monte della stalla.

Si sale in mezzo al bosco di larici tagliato da numerosi tornanti, proprio sull'ultimo si stacca sulla destra il sentiero numero 9 per il rifugio Chalet de l'Epée. Si prosegue lungo la strada che esce dal bosco e compie una curva larga sulla destra; in vista del ponte si gira a sinistra, lo si attraversa e in leggera discesa si raggiunge la cappella di Prariond, che sorge a pochi minuti dal villaggio omonimo.

Grenier del 1354 all'alpe Prariond, sullo sfondo la Forcla du Bré
Costruzione del 1354
(da Est)

Grenier inferiore all'alpe Prariond
Grenier del 1508

In questo minuscolo villaggio, censito in catasto al foglio 21 del comune di Valgrisenche e composto da due edifici rurali in buone condizioni di manutenzione ed alcuni ruderi, sono ancora visibili due edifici lignei che sono tra i più vecchi dell'intera Valle d'Aosta: furono costruiti nel basso medio evo, quando la lingua ufficiale in Valle d'Aosta era ancora il latino. Nello stesso villaggio di trova anche un grenier cinquecentesco in cattive condizioni di manutenzione. Negli anni in cui vennero edificate queste antiche costruzioni gli alberi giganteschi della foresta monumentale delle Brenve d'Arollaz che dista pochi chilometri non erano ancora nati e il castello di Verres sarebbe sorto un cinquantina d'anni più tardi.

Insistono sui mappali 56, 61 e 62. Il fabbricato in migliori condizioni è a monte del villaggio, a circa 2035 metri di quota, la struttura è ancora solida ma la copertura in lose è stata asportata nel 2007 e i vecchi travi tagliati nel 1354, 650 anni fa, non resisteranno a lungo sotto la pioggia e la neve.

La costruzione più antica si trova sotto la grande casa ora ridotta a rudere, a circa 2020 metri di quota, arrivando si individua a fatica perché è nascosta da un piccolo grenier del 1508 in precario equilibrio, anch'esso scoperchiato. I tronchi per la sua costruzione vennero tagliati tra il 1324 e il 1329, purtroppo il tetto è collassato e senza un intervento urgente di restauro i nostri nipoti difficilmente vedranno questo edificio che venne costruito con tanta fatica dei nostri avi.

Per capire quanto sia veloce il degrado di questi fabbricati se si trascura l'ordinaria manutenzione basta guardare la foto a pag. 126 del testo di Claudine Remacle citato in bibliografia dove si vede la parte inferiore inferiore dell'alpe con i tetti ancora in buono stato.

I nostri nonni e i nonni dei nostri nonni ne hanno avuto cura con grandi sacrifici e per secoli, permettendogli di superare indenni le grandi pestilenze, dalla peste nera del 1348 alla peste del 1630 che uccise circa la metà della popolazione valdostana e le invasioni francesi del XVII e XVIII secolo. In questi anni, nella regione più ricca d'Italia, le costruzioni medioevali, le reliquie dei nostri vecchi, rischiano di marcire sotto la pioggia.

Particolare della porta del grenier inferiore all'alpe Prariond
Porta del grenier inferiore

Grenier del 1329 all'alpe Prariond
Costruzione del 1329

Curiosità

Il toponimo di Prariod nacque, secondo una leggenda della Valgrisenche, dalle esclamazioni di due pastori francesi scesi dal Col du Mont all'inseguimento di un toro fuggito dalla mandria. Nella pagina dedicata alle curiosità e stranezze valdostane si trova un riassunto in lingua italiana del racconto raccolto da Alexis Bétemps sull'origine di alcuni toponimi della Valgrisenche.

Secondo il paleoclimatologo e dendrologo Mike Baillie la peste nera del 1348 dovette buona parte della sua virulenza alla caduta di un asteroide o di una cometa di cui resta traccia negli anelli di crescita degli alberi nati non solo in Europa ma anche in Sudamerica e in Australia.

Tutto Scienze de La Stampa del 12.03.2008.

Bibliografia:

Luca Zavatta, Le valli del Gran Paradiso e la Valgrisenche, L’Escursionista Editore, Rimini 2003
Claudine Remacle, Vallée d'Aoste une vallée, des paysages, Ed. Umberto Allemandi, Torino 2002
Ivo Lavoyer, Cenni storici ed effemeridi sulla Valgrisenche, Tipo-Offset Musumeci, Aosta, novembre 1977, foto di Prariond alle pagg. 38, 54, 82

Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 3 Valgrisenche Val di Rêmes – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 3 Il parco Nazionale del Gran Paradiso – scala 1:50.000

PAGINA DEL 9.01.2008
ULTIMO AGGIORNAMENTO 8.04.2012

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