Difficoltà: escursionisti esperti

Passeggiata sulla neve al villaggio di Valbounu 1477 m

Dalla frazione Rickurt di Issime 1039 m circa

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partenza: 1039 m
arrivo: 1477 m
dislivello: 440 m circa

andata: 1h20
ritorno: 1h00
totale: 2h20

Segnavia: assente

Tratti difficili: sì.
Tratti esposti: no.
Ombra: sì.

pericolo caduta massi: sì.

Periodo consigliato:
invernale.

Da vedere:
Gli Stadel di Valbounu.

Itinerari collegati:
il villaggio di Saroun,
la cappella di San Grato,
il villaggio di Lion.

Attenzione: in questo itinerario vi sono dei toponimi equivalenti.

Trave datato 1794 a Tschartelljer di Issime
Trave datato 1794

Tschartelljer di Issime
Tschartelljer di Issime

Introduzione

Bellissima escursione all'interno di un bosco alla ricerca di uno sperduto villaggio Walser. Lungo il sentiero alcuni caseggiati interessanti, una vecchia fornace di calce e all'arrivo due vecchi stadel di cui uno datato 1624.

Il villaggio di Valbounu è piccolissimo: è formato da appena tre case ma tutte e tre di estremo interesse: quella superiore ha il tetto datato 1867 e due locali al piano terreno che paiono appena abbandonati dagli abitanti di fine ottocento; lo stadel a nord è stato inglobato in una costruzione con il colmo datato 1815 che al piano seminterrato presenta un'interessantissima abitazione/stalla nella quale gli abitanti condividevano lo stesso locale con gli animali, separati da essi solo da una cancellata di legno; sullo stadel sud è ancora visibile la data 1621 incisa sull'architrave del locale dove si conservava il grano, alla sua sinistra si trova, sempre inciso, il monogramma di Cristo.

Fornace di calce a Valbounu di Issime
Fornace di calce a Valbounu di Issime

Bocca di alimentazione della fornace di calce a Valbounu di Issime
Bocca di alimentazione
della fornace di calce

Descrizione

Subito dopo il ponte che da accesso al villaggio di Rickurt si trova un piccolo piazzale, proprio a fianco dell'argine. In fondo al piazzale inizia il sentiero non segnalato che con stretti tornanti sale il pendio ripidissimo alle spalle del villaggio.

Sulla sinistra si lasciano i ruderi di una casa di scarso valore archietettonico, costruita proprio sul ciglio del precipizio.

Poi in breve si raggiungono i ruderi di Tschartelljer, (1252 m) di probabile costruzione post-secentesca. A fianco dei ruderi è stata costruita una casa rurale che si presenta ancora in buona condizioni di manutenzione, ha il trave di colmo decorato con una croce e le iniziali "I I B" e alla sua sinistra sporge un trave con incisa la data 1794 sormontata dal monogramma di Cristo all'interno di un sole. Davanti alla casa si vede un'insolita greppia e poco più in alto, vicino al sentiero, un abbeveratoio in legno.

Il sentiero percorre il filo della cresta e passa alla sinistra di un masso erratico, attenzione a non seguire il sentierino stretto che parte alla sua destra e scendendo si inoltra nella vallone, si arriverebbe alla villaggio di Walkchu ed alla cappella dedicata a San Giuseppe dove si trova un altro stadel che è in condizioni di manutenzione decisamente peggiori di quelli di Valbounu.

Acquaio e finestra a Valbounu di Issime
Acquaio

Interno della casera a Valbounu di Issime
Interno della casera

Architrave a Valbounu di Issime
Architrave

Il sentiero a tratti sparisce sotto la neve, occorre spesso continuare a salire tra gli abeti tendosi sul costone che separa la valle di Gressoney dal Vallone di San Grato. A circa 1350 metri di quota si passa a fianco di una antica fornace di calce, la bocca di alimentazione è alta circa un metro, lo spessore del muro alla base supera gli 80 centimetri.

Ancora un centinaio di metri di dislivello in mezzo al bosco e si arriva alla radura di Valbounu dove sorge il villaggio composto da tre fabbricati rurali ed un rudere.

In cima al villaggio la casa datata 1867 sembra in attesa del ritorno dei proprietari, le porte del piano terreno sono solo accostate, si entra nella cucina, sotto la finestra un piccolo acquaio in pietra scaricava scaricava l'acqua usata direttamente all'esterno, alla base del muro. Poco più avanti il tavolo pieghevole aspetta che qualcuno lo chiuda e lo fermi alla parete, per non essere d'intralcio durante la lavorazione del latte.

Di fronte il grande camino ha sul fondo una lastra che permetteva al calore di passare nella stanza a fianco dove uomini e animali passavano le rigide giornate invernali. Il pavimento è selciato con numerose lastre irregolari ben connesse.

Trave di colmo datato 1815
Trave di colmo datato 1815

Finestra di stadel a Valbounu di Issime
Finestra dello stadel Nord

La stanza a fianco è divisa a metà da una parete in legno che è continua nella parte inferiore ed alterna pieni e vuoti in quella superiore. La sua funzione era dividere gli animali dagli uomini lasciando passare il calore così prezioso nella cattiva stagione.

Alla nostra mente di uomini abituati alla vita cittadina solo l'idea fa arricciare il naso: accostiamo immediatamente l'idea della sporcizia nella quale vivono le povere mucche del XXI secolo costrette nella puzza di alcune stalle poco pulite ad una coabitazione ai limiti della bestialità. Abbiamo dei nostri avi una visione distorta e degradante. In realtà le stalle erano così linde da permettere ad un ufficiale degli alpini, ospite di una stalla nel 1943 di asserire "Se non avessimo aguzzato gli sguardi attraverso la penombra, non ci saremmo mai accorti dell'esistenza della stalla poiché l'olfatto non ne avverte la presenza. Tutto è lindo ed ordinato..." (vedi: 24 La Signora di Champleval)

La porzione destinati agli uomini è interamente foderata in legno su due lati per diminuire le dispersioni termiche, il terzo lato era sotto il livello del terreno ed dunque al riparo dal gelo ed il quarto confinava con la zona destinate agli animali. Il solaio era coperta da un doppio tavolato di larice, la camera d'aria di pochi centimetri di altezza aumentava l'isolamento termico e fungeva da barriera vapore, sopra di essa il fieno accumulato in estate aumentava ancora l'inerzia termica del locale.

Una porta in legno da accesso alla stalla vera e propria, ogni mucca ha la sua greppia separata da quella della vicina. I travi che reggono il soffitto poggiano su mensole in pietra rozzamente sbozzate.

La parte abitata della stalla di Valbounu
La parte abitata della
stalla di Valbounu

Porte di entrata nella stalla di Valbounu di Issime
Porte di entrata nella stalla

A valle della casa più giovane si vedono i ruderi di una vecchia costruzione di cui rimangono in piedi solo le due cantine con le volte a botte e un'apertura con l'architrave in pietra che ricorda un poco le teste delle stele della Lunigiana

I due stadel del villaggio sono di fattura arcaica, con il timpano irrigidito da un asse che attraversa i tronchi sotto il colmo. Nella costruzione Nord si notano diverse riprese nella muratura, presumibilmente gli ultimi interventi risalgono al 1815, data che è stata incisa sul trave di colmo dove si intravede sormontata dal monogramma di cristo e dalle iniziali "J J M". Sotto di essa è scolpito nel legno un nodo savoia.

Sotto la costruzione lignea, composta come di consueto da una parte dedicata alla conservazione delle derrate alimentari, sul lato a monte e con i tronchi così mirabilmente connessi da essere a prova di topo, e di conservazione del foraggio, a valle, si trovano due porte che danno accesso alla porzione abitata dell'edificio. Dalla prima si ha accesso al locale dove si lavorava il latte e si cucinava, purtroppo il grande camino è crollato ma la volta a botte che lo ricopre è ancora salda. La porta poteva essere chiusa dell'interno con un piolo in legno che scorre all'interno di una guida in legno murata dietro lo stipite. Una porta interna da accesso alla grande stanza che, come per l'edificio superiore, veniva condivisa da uomini ed animali. A differenziare i due ambienti, separati solo da una cancellata in legno chiusa in basso, è il pavimento: in legno per la parte riservata agli uomini, selciato in quella destinata ai bovini.

Incisione 1621 sullo stadel Sud
Incisione 1621 sullo stadel Sud

Villaggio Walser di Valbounu a Issime fotografato da Rampusin
Valbounu di Issime
fotografato da Rampusin

Due ampie finestre rischiarano lo stanzone, tra di esse il tavolo a parete può essere ripiegato contro il muro, se d'intralcio; addossati alle pareti vi sono ancora due letti e una panca. Una seconda porta da accesso direttamente all'esterno. In un angolo della stalla si nota a stento il gambo in pietra di uno dei funghi che reggevano lo stadel; è stato quasi completamente murato durante una delle fasi di ristrutturazione dell'edificio. Nel piano sottostante vi sono ancora due locali, di fronte ad essi lo stanzino con la turca.

Lo stadel Sud ha una particolarità curiosa: sull'architrave del locale destinato alla conservazione del grano è stato inciso il monogramma di Cristo e alla sua sinistra la data 1621. A destra lo stipite è profondamente scavato fino ad ottenere un incavo nel quale potesse girare un pugno, al centro di esso si vede il buco nel quale veniva infilata la chiave. La volta a botte che copriva il locale dove si lavorava il latte è parzialmente crollata si vede ancora al suo interno il camino e un curioso armadio a muro a tre ripiani. Il locale seminterrato sotto la parte lignea non presenta rilevanti curiosità.

Casa rurale a Vat di Issime
Casa rurale a Vat di Issime

Chi lo desidera può proseguire fino a raggiungere Vat, una casa rurale nei pressi della quale si vede un pilastrino della livellazione di precisione: sulla carta tecnica regionale è riportata la sua quota: 1532 metri sul livello del mare e ... 94 centimetri. Al piano terreno trovano posto la stalla e una cantinetta voltata, al primo piano una stanzetta con un camino e, a fianco, un grande vano che sale fino al tetto.

A pochi minuti di cammino si trova l'edificio più in alto di questo costone: la casa di Ronkchi (1559 m). Il suo trave di colmo è datato 1811 ma la base della muratura composta da grandi massi e con una piccola scarpa a valle sembrerebbe essere più antica.

Casa rurale a Ronkchi di Issime
Casa rurale a Ronkchi di Issime

Curiosità

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Bibliografia:

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Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 12 – Basse Valli d'Ayas e Gressoney – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 9 – Ivrea Biella bassa Valle d'Aosta – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Rosa – Carta dei sentieri – scala 1:50.000

PAGINA DEL 29.12.2009
ULTIMO AGGIORNAMENTO 31.10.2010

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