Difficoltà: escursionistico

La Cappella di San Grato di Issime 1685 m

Dalla fine della strada asfaltata per il vallone di San Grato 1435 m circa

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partenza: 1435 m circa
arrivo: 1685 m
dislivello in salita: 250 m circa

andata: 0h45
ritorno: 0h30
totale: 1h15

Segnavia: 1

Tratti difficili: no
Tratti esposti: no
Ombra: parziale

pericolo caduta massi: si

Periodo consigliato:
primavera, estate, autunno

Da vedere:
la cappella di San Grato,
l'architettura rurale walser.

Itinerari collegati:
Il vallone di San Grato.

Attenzione: in questo itinerario vi sono dei toponimi equivalenti.

Accesso al punto di partenza:

Uscita autostradale Pont Saint Martin
Distanza dal casello autostradale: 18.700 km circa
Avvicinamento in auto dal casello autostradale: 0h25' circa

Distanza progressiva Tempo Indicazioni Lunghezza tratto
0.000 km 0h00 Dall'uscita autostradale di Pont Saint Martin ci si immette sulla statale 26 in direzione di Torino 0.700 km
0.700 km - alla rotonda si prende per la valle di Gressoney 0.500 km
1.200 km 0h02' A destra sulla strada regionale 44 della valle del Lys per Gressoney 12.900 km
14.700 km 0h18' Nel centro di Issime (Eischeme) poco la chiesa si gira a sinistra per il vallone di San Grato
(in inverno gli spazzaneve sgomberano solo i primi 1600 m)
4.000 km circa
18.700 km circa 0h25' A pochi metri del divieto di transito si parcheggia in una piazzola, sul bordo della strada -

Scala di tronchi all'inizio del sentiero
Scala

Introduzione

Questa facile passeggiata porta in un anfiteatro naturale disseminato di bellissime costruzioni Walser. Anche le persone meno appassionate non potranno che ammirare questa case così diverse tra di loro, nei materiali utilizzati e nell'aspetto esterno.

Tutte hanno in comune la funzione di ospitare l’uomo e di permettere lo sfruttamento agricolo di queste terre alte ma ognuna ha dato una risposta diversa a queste esigenze, a seconda dell'anno di costruzione, o della cultura, o della capacità economica del committente.

Lungo il sentiero, a una decina di metri dalla cappella, si vede a terra un segnavia inconsueto che merita la citazione nella raccolta di arte alpina valdostana.

Case rurali di Ekku
Ekku

Descrizione

Dopo aver parcheggiato l'auto si prosegue lungo la strada sterrata che porta alla Cappella di San Grato. Il pendio ripidissimo ci ricorda che siamo ancora sulla morena laterale dell’antico ghiacciaio de Lys, durante l'era glaciale tutto il fondovalle era occupato da un fiume di ghiaccio che giungeva fino ad Ivrea.

Si attraversa il piccolo corso d'acqua e poco prima di una curva pronunciata si prende a destra salendo alcuni gradini costruiti con tronchi di legno che portano al vecchio sentiero. Ci si immerge nel bosco fresco e umido che si interrompe quasi subito lasciando il posto alla lunga radura che arriva fino alla Cappella di San Grato. Proprio all'inizio della radura sorge il primo stadel, Hantschekku-Hantschecku (1458 m) una piccola costruzione rurale con due piani seminterrati in muratura di pietrame e la parte superiore formato di grandi tronchi di larice squadrati e incastrati alle estremità tipici dell'architettura walser.

Stadel di Hoisgher
Hoisgher

Il tratto di sentiero fino alle due case di Ekku-Ecku (1569 m) segue la linea di massima pendenza; è breve ma faticoso, si consiglia di affrontarlo lentamente approfittando dell’occasione per osservare i colori e le forme della flora di montagna. Dei due grandi edifici che compongono questa nucleo rurale quello di destra è stato restaurato con scrupolo, nell’altro una pregevole architrave in pietra lavorata esposta nella collezione di arte alpina valdostana fa da gradino per la terrazza esterna.

La Cappella appare in alto, si staglia bianca sullo fondo più scuro dei prati e delle costruzioni walser. Mano a mano che ci si avvicina la pendenza diminuisce, si passa vicino ad un tornante della strada sterrata poi si prosegue tra i pascoli. Nell’anfiteatro verde che ci si trova di fronte appaiono una dopo l'altra, come lanciate dalla mano gigantesca di un seminatore, alcune tra le più belle case Walser.

Finesta in pietra lavorata a Hoisgher
Finestra a Hoisgher

Si incontra lungo il sentiero prima lo stadel slanciato di Höisgher-Hoidscher (1633 m), utilizzato come stalla anche nella parte più nobile, quella che fino a qualche decina di anni fa era l’abitazione dei nostri nonni, poi una casa larga e bassa, dalle bellissime finestre in pietra lavorata. In pochi minuti si arriva ai piedi del campanile che pende curiosamente verso la chiesa. Nel prato vicino è stato posizionato un pannello del Grande Sentiero Walser che spiega l'uso del territorio, una cartina e alcune foto illustrano alcuni itinerari e le principali curiosità architettoniche dei dintorni.

Alle sue spalle, sotto il piazzale dove si ferma la strada sterrata, si trova in precarie condizioni statiche la più bella e la più complessa casa del villaggio di Chröitz–Chreuz–Chröiz (1685 m). Secondo alcuni studiosi la parte in legno più antica che si trova in questo edificio potrebbe risalire addirittura al XII secolo.

Il suo tetto è retto a sud da due esili colonne in muratura che con un sapiente gioco di capriate permettono all’intera superficie del fienile di fare ai meno dei muri interni. Sul trave di colmo è incisa la data 1633 e dai rilievi dendrocronologici risulta che il tetto venne costruito con legname abbattuto tre il 1619 e il 1628. Sotto il fienile vi sono ancora due piani, il primo ha alcune parti in legno ed era utilizzato come abitazione, nel piano terreno si trovavano le stalle degli animali. Sul camino è stata incisa la data 1627.

Nel 1645 secondo gli studi di Claudine Remacle era di proprietà dei quattro fratelli Quera che ne conservano la proprietà fino all'inizio del XX secolo. Nel 1914 risultavano comproprietari Storto Giacomo, figlio di Marie-Christine Quera e Linty Giovanni.

Casa rurale di Chröitz–Chreuz–Chröiz
Chröitz–Chreuz–Chröiz

Agli appassionati di architettura si consiglia una piccola passeggiata nei dintorni: dirigendosi verso nord si scende verso il villaggio di Bühl (1675 m) dove di possono visitare una mezza dozzina di stadel. Sopra di esso si erge imponente, costruita interamente in pietra, la grande casa colonica di Zeun–Zöin (1739 m) detta Palaz. Sono cinque piani di orgoglio costruiti nel 1800 e sormontati da un tetto a padiglione che ricordano a tutta la valle che lassù qualcuno fece fortuna.

Da questo monumento al successo imprenditoriale una mulattiera sale verso sud fino all'alpeggio di Blakgoavunu (1755 m) che ha una curiosa caratteristica: alle sue spalle, quasi invisibile tra i pascoli e l’inizio del bosco, è stato costruito un paravalanghe in pietra a secco per proteggerlo dalle slavine.

Casa rurale di Zeun–Zöin
Zeun–Zöin

A chi cerca una valle ancora intatta, ricca di architettura rurale e di flora alpina si consiglia di proseguire verso la cappella di Munes e il colle Dondeuil, sulla mulattiera percorsa nel medioevo da mercanti e armigeri.

Bibliografia:

Claudine Remacle, Maisons à colonnes, in Augusta 2006, Associazione Augusta, Issime 2006, pag. 41 (versione digitalizzata consultabile a questo indirizzo: http://www.augustaissime.it/rivista/2006/Augusta_2006_completa.pdf
Danilo Marco, Claudine Remacle, Mauro Zucca Paul, Walserhous: l'architettura storica nell'alta valle del Lys, ed. Musumeci, Quart 2006
Luca Zavatta, Le valli del Monte Rosa, ed. L'Escursionista, Rimini 2002
Gian Pietro Soardo, Architettura rurale in Valle d'Aosta, quaderni di cultura alpina, Priuli & Velucca Editori, Aosta 1999, pag. 11

Cartografia:

Istituto Geografico Centrale – Foglio 9 – scala 1:50000
Comunità Montana Monte Rosa – carta dei sentieri – scala 1:50.000

PAGINA DEL 19.03.2007
ULTIMO AGGIORNAMENTO 15.12.2012

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