Distanza progressiva | Tempo | Indicazioni | Lunghezza tratto |
0.000 km | 0h00 | Dall'uscita autostradale di Pont Saint Martin ci si immette sulla statale 26 in direzione di Torino | 0.700 km |
0.700 km | - | alla rotonda si prende per la valle di Gressoney | 0.500 km |
1.200 km | 0h02' | A destra sulla strada regionale 44 della valle del Lys per Gressoney | 6.700 km |
7.900 km | 0h12' | A Lillianes si gira a sinistra per Fey e Riasseu | 6.100 km |
14.000 km circa | 0h26' | Si parcheggia nella piazzola alla fine della strada asfaltata. | - |
Questa escursione che si snoda lungo i sentieri delle capre a monte di Riasseu impegna gambe e polmoni e permette di farsi un'idea della forza e della tenacia dei montanari che hanno abitato e coltivato questi ripidissimi versanti.
Nella prima parte dell'itinerario il sentiero è ben segnalato e sovente selciato ma uno spesso stato di foglie rende a volta la marcia incerta. A monte del villaggio di Fasec l'itinerio è riservato agli escursionisti esperti, una esile traccia percorre versanti esposti ed invasi dalla vegetazione dove è facile perdersi e una caduta può essere fatale.
Lungo il sentiero si trovano dei begli esempi di architettura rurale di legno, di pietra e di ... roccia. Sotto il villaggio di Sarron due vecchie incisioni aspettano di essere decifrate.
Dopo aver parcheggiato l'auto ci si incammina lungo la strada sterrata che porta alla cappella di Riasseu, a poche decine di metri dal parcheggio si lascia la strada e si sale lungo il ripido sentiero selciato largo un'ottantina di centimetri che passa a sinistra del villaggio.
Il tracciato segue quasi sempre la linea di massima pendenza del costone, è pensato per uomini e capre e in alcuni punti si restringe fino ai 50 centimetri, il minimo indispensabile per consentire il passaggio di un uomo carico.
Il selciato è a tratti coperto dalle foglie e dai ricci dei castagni che in questi versanti assolati vegetano fino ai 1200 metri di quota, questo strato infido e scivoloso rende la marcia più faticosa e meno sicura.
Si raggiunge in pochi minuti il villaggio di Colora. Sotto il sentiero si vede un rascard in cattive condizioni di manutenzione, è sollevato dal terreno dai caratteristici elementi a forma di fungo, con il gambo in legno ed il cappello in pietra. A destra si trova la casa del capraio, con alcuni trofei esposti sul muro esterno.
Proprio a fianco della mulattiera si trova una cuccia del cane costruita interamente in pietra a secco, una prova evidente dell'eccezionale maestria dei muratori di Lillianes.
Poco più avanti un architrave datato 1912 dava accesso ad una casa di cui sono in piedi solo più i muri perimetrali; sotto una casa con il trave di colmo datato 1863 si vede un vecchio segnavia del sentiero 4, unica conferma, al momento, che si percorre il sentiero corretto.
Si prosegue lungo il sentiero ora incassato nel terreno ora sospeso su piccoli muri, alcuni tratti sono delimitati da spesse lastre di pietra infisse nel terreno che in Valle d'Aosta sono abbastanza comuni nella parte alta della Valle di Gressoney. Claudine Remacle segnala che queste recinzioni che non sono un'esclusiva Walser: in Francia ad esempio, nei pressi di una cava viene riutilizzato in questo modo il primo strato di pietre.
Arrivando a Euranova (Lera Nova) la prima casa che si incontra è datata 1891 e porta una curiosa incisione a fianco della porta "V·J·B·F·P·1891·E·S·F·V·R·J·P·29".
La piu bella casa in pietra di Euranova
Poco più avanti, sopra il sentiero, si trova la più bella casa in pietra dell'intero itinerario; è costruita interamente in pietra posata a secco, è alta due piani, con un balcone in legno verso valle e la porzione di terreno sotto di esso lastricata con spessi lastroni di pietra grigia.
La stragrande maggioranza delle pietre utilizzate nei prospetti principali è stata modellata a mano con lo scalpello. Più che una casa è il capolavoro del suo mastro costruttore, l'opera d'arte che ne attesta la maestria.
Se si segue il sentiero che passa sotto il villaggio e si dirige in piano verso nord si arriva ad una sorgente estremamente suggestiva che scorre ai piedi di una masso incorniciato da un grande muro in pietra a secco. Rientrando da questa breve deviazione che passa ai piedi di un massiccio balcone costruito interamente in pietra.
Proseguendo lungo sentiero principale, si vede sulla destra un vecchio frassino capitozzato e sul muro della casa vicina la data 1862 con incisa a fianco una croce. I rami dei frassini erano tagliati per alimentare le capre ghiotte delle loro foglie, per questa ragione l'albero ha assunto questa forma compatta, simile ad un candeliere.
Dopo alcuni minuti si arriva nei pressi di un piccolo stadel, l'unico visibile lungo questo sentiero, a circa 1400 m di quota. L'asse di legno che attraversa i tronchi sotto il trave di colmo denota la sua fattura arcaica, la parete a sinistra a quella verso monte sono interamente rivestite da un muro in pietra come nella casa di Gradinerp nel vallone di San Grato.
Il proprietario ne cura la manutenzione, di recente ha risistemato la porta d'entrata, ed è un sollievo per gli appassionati di architettura sapere che almeno una delle tante costruzioni in legno della vallata non marcisce sotto le intemperie a causa dell'incuria dei possessori.
Pochi metri prima dello stadel si vede sulla destra la porta d'entrata della prima delle tre barme che si incontrano lungo il sentiero nei pressi di questa costruzione walser. È scavata sotto la roccia, di forma irregolare, ha una superficie di circa 6 metri quadri con l'interno intonacato di recente. Prende aria da una stretta feritoia che si apre di fronte alla porta d'entrata, sulla parete sinistra vi sono alcune tracce di fuliggine. Nella roccia sopra la porta è incisa la data 1892.
Proseguendo lungo il sentiero si incontrano due inconsueti manufatti in pietra: una armadio a muro a quattro ripiani ricavato in un muro di sostegno e una sorgente a circa 1460 m di quota ricoperta da una grande lastra di pietra che si trova nel bel mezzo della mulattiera.
Poco più in alto si attraversa una pietraia, sulla sinistra si staglia contro il cielo azzurro l'ultima casa del villaggio di Fasec, asulla destra si stacca dal sentiero segnato, a circa 1520 m di quota, la traccia di sentiero che porta al villaggio di Sarron.
È un sentiero esposto, percorribile solo da escursionisti esperti, che sale tra la sterpaglia e i rovi che lo stanno soffocando le ripidissime balze che sostengono un pugno di case ormai frequentate solo dale capre.
A quota 1580, si trova incisa sulla roccia dove passa il sentiero una scritta molto consumata. Sulle tre righe dalla scrittura incerta parrebbe di leggere "L1888", "TRIS LES IR" (IR sottolineato), "pour noior".
L'articolo di Claudine Remacle citato in bibliografia svela il mistero di questa scritta: secondo l'interpretazione di Paul Crétaz il senso dell'incisione è il seguente: "L · 1888 " (L'an 1888) " TRISTE S · IR " (Triste souvenir) " POUR NEIGE " (pour neige).
A pochi passi di distanza, su una pietra a valle del sentiero si legge la seconda scritta che è molto meglio conservata "1914·A·" sotto "20·T·" poi un cerchio sottolineato e un punto interrogativo, sotto ancora una linea ed un punto.
Il sentiero prosegue tra gli stretti terrazzamenti ormai invasi dalla vegetazione, è impressionante vedere questi fazzoletti di terra strappati alla roccia con degli arditi muri in pietra a secco che partono direttamente dalla parete rocciosa.
Il passaggio si fa angusto, serrato, tra i muri di roccia che riverberano il calore del sole. Poi si scollina sospesi sopra il ripido vallone che precipita fino a Riasseu, 500 metri più in basso, e si arriva nel piccolo pianoro di Sarron.
Il villaggio di Sarron da valle
Il villaggio è composto da un pugno di case di modesto valore architettonico sparse sulla cresta che separa il vallone di Marsura da quello di Foby. Ci si trova proprio di fronte al Mont Mars, guardando verso nord, dall'altra parte del vallone, si vede la cima del Bec Forà (Foura) una montagna alta 1830 m con la punta trapassata da un enorme foro.
Claudine Remacle, Pierres écrites, in Augusta, Associazione Augusta, Issime, 2010, pagg. 24 e 27;
Luca Zavatta, Le Valli del Monte Rosa, ed. L’Escursionista, 2002, pag. 170
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 12 –
Basse Valli d'Ayas e Gressoney – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 9 –
Ivrea Biella bassa Valle d'Aosta – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Rosa – Carta dei sentieri – scala 1:50.000
PAGINA DEL 19.11.2008 ULTIMO AGGIORNAMENTO 15.12.2010
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