Difficoltà: escursionistica

La mulattiera per il Colle della Vecchia 2185 m

Dal parcheggio della frazione Tzendelabò di Gaby 1020 m

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partenza: 1020 m
arrivo: 2185 m circa
dislivello in salita: 1160 m circa

andata: 3h15
ritorno: 2h30
totale: 5h45

Segnavia: 9

Tratti difficili: no
Tratti esposti: sì
Ombra: parziale, fino all'alpe Blatti.

pericolo caduta massi: sì

Periodo consigliato:
primavera, estate, autunno

Da vedere:
la mulattiera per il colle della vecchia,
l'allegoria dell'abbraccio tra le valli.

Itinerari collegati:
Vallone di San Grato,
Alpe Credemi.

Attenzione:
in questo itinerario vi sono dei toponimi equivalenti
e delle differenze di quota.

Uscita autostradale Pont Saint Martin
Distanza dal casello autostradale: 17.700 km circa
Avvicinamento in auto dal casello autostradale: 0h20' circa

Distanza progressiva Tempo Indicazioni Lunghezza tratto
0.000 km 0h00 Dall'uscita autostradale di Pont Saint Martin ci si immette sulla statale 26 in direzione di Torino 0.700 km
0.700 km - alla rotonda si prende per la valle di Gressoney 0.500 km
1.200 km 0h02' A destra sulla strada regionale 44 della valle del Lys per Gressoney 16.400 km
17.600 km 0h20' A sinistra per Tzendelabò e camping Pineta 100 m circa
17.700 km circa 0h20' Pochi metri prima dell'ingresso del campeggio si lascia l'auto nel piccolo parcheggio sulla destra -

Parcheggio vicino all'entrata del camping Pineta
Parcheggio

Inizio della mulattiera per il Colle della Vecchia
Partenza

Introduzione

Questa splendida mulattiera venne costruita nel 1877 grazie all'interessamento del senatore Rosazza, per collegare la Valle del Cervo con la Valle di Gressoney. La sua pendenza è modesta, venne mantenuta così bassa per permettere il transito delle carovane di muli, unico mezzo di trasporto delle mercanzie prima dell'arrivo della ferrovia e delle strade carrabili.

Con 216 tornanti e quasi altrettante curve supera i 1165 di dislivello tra il villaggio di Tzendelabò e il colle della Vecchia mantenendo una larghezza di circa un metro e mezzo. Nella parte bassa alcuni tratti sono dissestati e la larghezza è ridotta a quella di un buon sentiero di montagna.

Sarebbe auspicabile un intervento di restauro di questo tracciato monumentale che nulla ha da invidiare alle celebri strade di caccia del Gran Paradiso.

Muri di sostegno sotto l'alpe Lampouney
Mulattiera

Alpe Lampouney, il fabbricato inferiore
Alpe Lampouney

Descrizione

Dopo aver lasciato l'auto ci si avvia lungo la strada asfaltata che passa davanti al campeggio ed al centro storico del villaggio. Sulla sinistra si trova un bel fontanile in pietra e sulla destra si vedono delle vecchie case con dei particolari architettonici inconsueti.

Alcune centinaia di metri dopo il centro abitato si trova sulla destra l'inizio della mulattiera per il Colle della Vecchia, segnavia 9.

Alla partenza si cammina nell'ombra di un bosco misto in cui si mescolano aghifoglie e latifoglie: tra abeti e larici crescono le betulle bianche, i ciuffi dei noccioli, i sorbi. Dopo la pietraia la mulattiera si restringe a causa di alcuni cedimenti del selciato ma anche in questi tratti il sentiero mantiene una larghezza minima di circa cinquanta centimetri.

Non appena attraversa nuovamente terreni più stabili o ricchi di pietrame riprende le sue dimensioni monumentali che consentivano l'incrocio di due carovane di muli. L'acciottolato è sostenuto da muri di pietra a secco punteggiati di muschi e licheni, nel sottobosco spuntano ciuffi di rododendri e si vedono in lontananza le acque di un torrente che scendono a cascata il fianco della valle del Lys.

Alpe Beccaz, il fabbricato inferiore
Alpe Beccaz

Alpe Tresinot, il fabbricato principale
Alpe Tresinot

Sulla sinistra si apre un'ampia radura che ospita l'alpeggio di Lampouney, il fabbricato inferiore è costruito in pietra a secco, quello superiore, più moderno, ha i muri in pietra legati con malta e i giunti intonacati. Tra i due si vede la una vasca seminterrata in cui si raccoglievano i liquami della stalla utilizzati per la fertirrigazione. Dall'altra parte della valle, reso imponente dalla vicinanza, si alza il monte WeissWeib. Con un grande tornante la mulattiera passa ai margini di questi ripidi pascoli e prosegue verso gli alpeggi di Beccaz, Tresinot e il Colle della Vecchia.

Poco più in alto si incontra una ripida scorciatoia che taglia un tornante, poi, sulla destra due faggi dalla liscia corteccia grigiastra sulla quale sono tracciate delle lettere incerte all'interno di un piccolo cuore.

Si esce dal bosco e si attraversa una radura molto ripida, colonizzata da giovani betulle che sembrano ancora più esili al cospetto dei grandi larici che crescono ai margini della foresta. È la radura dell'alpeggio Beccaz (1554 m), una bella costruzione in pietra a secco che sembra quasi aggrappata alla rocce sovrastanti. Alle sue spalle, poche decine di metri più in alto, si trova un rudere e una piccola stalla dalle pareti intonacate.

Si prosegue nell'ombra degli alberi fino a raggiungere il vecchio alpeggio di Tresinot (1704 m), preceduto e circondato da ampi pascoli. È costituito da una grande casa a due piani con la facciata principale intonacata; ai lati vi sono due fabbricati rurali in pietra, il primo dei quali è anch'esso a due piani. Sotto la mulattiera è posizionata la concimaia, pochi metri a monte del fabbricato più grande, a lato della strada, sono incise su una pietra bianca delle iniziali sormontate dalla data 1917.

Alpe nuova (1770 m), il fabbricato principale e la mulattiera
Alpeggio abbandonato

Alpe Fountoany, il fabbricato principale
Alpe Fountoany

A monte dell'alpeggio si vede la sella del Colle della Vecchia con sulla destra la punta omonima alta 2387 metri, dall'altra parte della Valle di Gressoney si intravede la punta del Mont Nery di 3075 metri.

Proseguendo lungo la mulattiera si percorrono dei lunghi tratti rettilinei intervallati dai alcuni tornanti tra pascoli e macchie di conifere fino ad arrivare ad un alpeggio abbandonato a circa 1770 metri di quota. Malgrado sia stato costruito solo alcune decine di anni fa versa in cattive condizioni. Ha i tetti in lamiera e i muri intonacati, i solai costruiti in cemento e laterizio sono in alcuni punti lesionati. Si compone di due fabbricati principali, l'uno destinato a stalla e l'altro a due piani che ospita la casera e l'alloggio dei conduttori.

A monte di quest'alpeggio si vedono ai lati della mulattiera alcuni abeti bianchi e dei pini cembri. Grazie all'abbondanza di pietrame il selciato della mulattiera diventa monumentale, sono state utilizzate per la sua costruzione lastre di pietra che sfiorano il metro quadro di superficie. All'alpeggio di Fountoany (1878 m) il paesaggio è già quello dell'alta montagna: tanti sassi, le ultime conifere che resistono in questo ambiente ostile e i cespugli di rododendri e ginepri che poco a poco riconquistano i fazzoletti di terra destinati a pascolo.

Intorno alla grande casa che ospitava al piano terreno la stalla e al primo piano la casera vi sono alcuni ruderi, dentro la casera si trova ancora le lastre di pietra sulle quali si accendeva il fuoco e la struttura in legno che reggeva la caldaia del latte. A fianco della porta di ingresso è stata ricavata nel muro una nicchia con il fondo costituito da un'unica lastra di pietra.

Alpe Blatti, l'ultimo alpeggio prima del colle
Alpe Blatti

Parte alta della mulattiera per il Colle della Vecchia
Mulattiera

Con un ampio semicerchio si raggiunge l'alpe Blatti (1951 m), l'ultima costruzione prima del colle. Gli alberi sono quasi tutti scomparsi, sul pendio resistono tra i sassi i rododendri e i ciuffi di erba olina.

A lato del sentiero è stata dipinta una faccina sorridente che merita una citazione nella raccolta di arte alpina valdostana. Si prosegue risalendo il pendio esposto a sud su cui sono tracciati gli ultimi di tornanti fino ad arrivare a circa 2100 metri di quota dove si trova l'inizio di un sentiero lastricato che si stacca dalla mulattiera allontanandosi verso nord.

Si prosegue sulla destra, quasi in piano, sul tracciato sostenuto a valle da muri alti fino a tre metri. Si è sospesi tra cielo a terra su di una bellissima cengia larga un metro e mezzo e quasi scavata nella roccia viva. Sulla parete a monte si vede incisa nella roccia l'allegoria dell'abbraccio tra le due valli unite dalla mulattiera del Colle della Vecchia descritta nella pagina dedicata all'arte alpina valdostana. L'artista le ha rappresentate come due giovani donne a grandezza naturale che tendono le braccia l'una all'altra, sotto la scritta augurale “buon giorno – guten tag”. Poco più avanti è inciso l'anno di inaugurazione della mulattiera, 1877, il nome di Federico Rosazza, il senatore che promosse l'opera, di Giuseppe Maffei da Graglia e Rosazza Celino Gioanni, poi i nomi degli operai che tagliarono questa roccia, quasi un quarantina.

Dietro un curva pochi scalini danno accesso ad una barma, una sporgenza della roccia profonda fino a quattro metri che può offrire un riparo di fortuna in caso di cattivo tempo. Ancora un ultimo tornante poi si arriva al Colle della Vecchia dal quale passa l'Alta Via delle Alpi Biellesi. Su di un masso è indicata la quota di 2187 mentre la cartografia della regione Valle d'Aosta indica 2185.5 m; in questa pagina vi sono alcuni appunti sulle differenze di quota.

Poco prima del colle si stacca sulla destra il sentiero dell'Alta Via delle Alpi Biellesi, proseguendo oltre il valico si trova a poco più di mezz'ora di cammino il Rifugio della Vecchia costruito nei pressi del lago omonimo.

Barma sotto il Colle della Vecchia
Barma

Colle della Vecchia, il masso con i segnavia
Colle della Vecchia

Curiosità

Nella pagina dedicata all'arte alpina valdostana vi sono alcune note dedicate all'incisione rupestre che si trova sotto il Colle della Vecchia.

Bibliografia:

Gianni Valz Blin, Il collegamento pedonale tra Piedicavallo (Val d’Andorno) e la Valle del Lys attraverso il Colle della Vecchia, Augusta 2007, Associazione Augusta, Issime (Ao), pag. 20,
copia digitale disponibile a questo indirizzo:
http://www.augustaissime.it/rivista/2007/Augusta%202007.pdf

Luca Zavatta, Le Valli del Monte Rosa, ed. L’Escursionista, 2002, pag. 198

Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 12 – Basse Valli d'Ayas e Gressoney – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 9 – Ivrea Biella bassa Valle d'Aosta – scala 1:50.000

PAGINA DEL 15.05.2007
ULTIMO AGGIORNAMENTO 1.11.2010

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