Difficoltà: escursionistica

Escursione al villaggio di Borine 1480 m circa

Dalla frazione Cugna di Issime 975 m

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partenza: 975 m
arrivo: 1480 m circa
dislivello: 500 m circa

andata: 1h30
ritorno: 1h00
totale: 2h30

Segnavia: 2.

Tratti difficili: sì.
Tratti esposti: sì.
Ombra: sì.

pericolo caduta massi: sì.

Periodo consigliato:
primavera, estate, autunno.

Da vedere:
il panorama sul paese di Issime,
l'oratorio della piccola Croce,
la casa tardomedioevale di Borine,
gli stadel di Borine.

Itinerari collegati:
la cappella di San Grato,
Il villaggio di Lion.

Attenzione: in questo itinerario vi sono dei toponimi equivalenti e delle differenze di quota.

Accesso al punto di partenza:

Uscita autostradale:
Distanza dal casello autostradale: 14.800 km
Avvicinamento in auto dal casello autostradale: 0h18'

Distanza progressiva Tempo Indicazioni Lunghezza tratto
0.000 km 0h00 Dall'uscita autostradale di Pont Saint Martin ci si immette sulla statale 26 in direzione di Torino 0.700 km
0.700 km - alla rotonda si prende per la valle di Gressoney 0.500 km
1.200 km 0h02' A destra sulla strada regionale 44 della valle del Lys per Gressoney 12.900 km
14.700 km 0h18' Nel centro di Issime (Eischeme) poco la chiesa si gira a sinistra per il vallone di San Grato e subito dopo a destra per la frazione Cugna 0.100 km circa
14.800 km circa 0h18' Di fronte all'inizio del sentiero segnalato dalla palina della sentieristica si parcheggia in una piccola piazzola -

Inizio del sentiero per l'oratorio della Piccola Croce di Issime a Cugna
Inizio sentiero

Lavatoio in pietra a Cugna di Issime
Lavatoio in pietra

Introduzione

Il villaggio di Borine è composto da un pugno di vecchie case rurali, in pessimo stato di conservazione, ognuna delle quali meriterebbe da sola il viaggio.

Di particolare interesse è la casa tardomedievale che si trova nella parte alta del villaggio e lo stadel rivestito in pietra che si trova sotto di essa.

Un così ricco patrimonio architettonico meriterebbe un intervento urgente di messa in sicurezza dei tetti e un programma di restauro per conservare e rendere visitabile questo gioiello dell'architettura Walser.

Descrizione

Dopo aver lasciato l'auto, proprio all'inizio del sentiero si passa a fianco ad un abbeveratoio datato 1832 che è scavato in un blocco unico di roccia. Nella valle di Gressoney ve ne sono altri lavorati nello stesso modo: nel villaggio di Lion di Issime, sotto il Colle Finestra di Perloz, a valle del villaggio di Rampusin lungo il sentiero che porta a Brengji. Si attraversa la frazione protetta da una lunga rete paramassi e dopo aver lasciato sulla destra una piccola edicola e la croce di missione del 1923 si entra in una macchia di latifoglie.

Edicola e croce di missione
Edicola e croce di missione

Scalini lungo il sentiero per l'oratorio della Piccola Croce di Issime
Scalini lungo il sentiero

I bollini gialli tracciati per gli escursionisti sono ben visibili, il sentiero è facile, selciato e delimitato ai lati da bassi muretti di pietra a secco. La passeggiata è piacevole e poco impegnativa: in inverno i rami spogli dei noccioli lasciano passare i raggi del sole che scaldano la nuca e le spalle mentre si cammina verso il vallone di Bourine. L'unico tratto un po' faticoso segue gli argini di un torrentello infossato tra pesanti muri di calcestruzzo e pietre che fanno la gioia di alcuni impresari valdostani e suscitano qualche perplessità tra gli escursionisti. Fortunatamente in pochi minuti ci si allontana dai muraglioni e si riprende la vecchia mulattiera.

Nei tratti più ripidi il fondo è selciato e quando la pendenza aumenta ancora si cammina su larghi gradini di pietra. Un paio di tornanti portano alla base di una parete rocciosa all'ombra dei larici poi si prosegue verso nord. Il sentiero è una continua balconatata panoramica sul pianoro di Issime, a monte le rocce lisciate dai ghiacciai sono colorate dai licheni e tra le zolle d'erba stentata che crescono negli incavi della roccia alcuni piccoli alberi trovano di che nutrirsi. A valle, dove il sentiero di fa esposto sono stati costruiti dei muretti in pietra e più di recente, delle lunghe staccionate in legno.

Quasi senza accorgersene si arriva all'oratorio costruito su una curva del sentiero, proprio dove si lascia la valle di Gresoney per entrare nel vallone di Bourine. È una piccola costruzione in pietra coperta da un tetto in lose che poggia su di una volta a botte. All'interno, su di un foglio plastificato, sono raccolte le principali curiosità sull'oratorio e la leggenda che racconta della sua fondazione.

Oratorio della Piccola Croce di Issime
Zem Chreüzji

Scritta sulla parete dell'oratorio della Piccola Croce di Issime
La scritta del pastore

Subito dopo l'oratorio il sentiero sterza bruscamente a sinistra e lascia la valle del Lys per entrare nel vallone di Borine. Con un tratto pianeggiante ci si porta quasi ai bordi del torrente disseminato da grandi massi grigiastri poi si comincia a salire il bordo roccioso della vallone. In alcuni tratti il sentiero è quasi scavato nella pietra, sovente grandi lastre di pietra sono state posate ad arte sul tracciato a mo' di gradini a formare una lunga serie di scalinate che non sfigurerebbero in un castello gotico.

A monte del sentiero cresce un piccolo albero di mele selvatiche che in autunno rallegra la vista con i suoi colori: i pomi sono talmente minuscoli che dopo avergli dato due morsi ne rimangono solo i semi.

Alla fine della parete rocciosa si raggiungono i prati dell'alpe Ronc composta da due caseggiati parzialmente intonacati protetti a monte da un muro tozzo che doveva probabilmente servire da paravalanghe. Attraversando i pascoli si vede in lontananza uno degli stadel di Burine e ancora più lontana la croce in pietra a secco costruita sotto l'alpe Pianhi, descritta nella raccolta d'arte valdostana.

Si lasciano i pascoli e si entra nella macchia dirigendosi nuovamente verso il torrente: lo attraversa un bel ponte in legno sotto il quale in inverno l'acqua gorgoglia nascosta dal ghiaccio e dalla neve. Sull'altra sponda il sentiero prosegue prima allo scoperto poi tra gli alberi di nocciolo, gira intorno a dei ruderi molto vecchi dei quali di indovinano solo le basi dei muri perimetrali poi, dopo aver incontrato alcuni larici, arriva al bivio per Borine.

Alpe Ronc
Alpe Ronc

Vallone di Borine
Vallone di Borine

Ponte sul torrente Borine
Ponte

A questo incrocio anziché girare a destra per il bivacco Cravetto si prosegue dritti arrivando in pochi minuti alla prima casa del villaggio: una costruzione in pietra dal tetto crollato con sulla porta una croce datata 1906.

Alle sue spalle si trova il primo stadel, censito in catasto ai mappali 72 e 74. La parte superiore della porzione lignea è completamente crollata. I grandi tronchi di larice sono ora completamente esposti alle intemperie, l'asse che irrigidiva il timpano e che testimonia l'arcaicità dello stadel è ora ben visibile, trascinato al suolo dalla struttura che doveva irrobustire.

Con una stretta al cuore si osserva l'eredità dei nostri avi costruita con fatica e conservata con amore per centinaia di anni marcire sotto la pioggia nell'indifferenza di chi avrebbe i mezzi ma non ha la sensibilità o l'orgoglio o l'intelligenza di conservare per le prossime generazioni quando i nostri vecchi ci hanno trasmesso.

Le porte che si aprivano verso l'interno ora si aprono en plein air, sul vuoto. Sotto di esse si vedono ancora i travi passanti che sostenevano il pavimento, verso monte la parte lignea poggia sui funghi tradizionali della valle del Lys, con cappello e gambo in pietra.

Ruderi del primo Stadel di Borine
Ruderi del primo Stadel

Particolare della spina arcaica
Particolare della spina

Porte aperte sul vuoto del primo Stadel di Borine
Porte primo Stadel

A pochi metri di distanza sorge uno stadel ancora in buone condizioni, censito in catasto al mappale 42. Sulla sua facciata è affisso il cartello con il nome del villaggio, Burrini in questo caso, e la quota 1444 che secondo la carta tecnica della regione andrebbe riferita allo stadel crollato.

È una splendida costruzione ancora abitata saltuariamente, sulla facciata ovest presenta una porta murata sormontata da un architrave in pietra lungo quasi due metri e mezzo con una piccola croce incisa nel mezzo.

La parte in legno è sopraelevata da quella in muratura grazie a dei piccoli pilasti di larice direttamente incastrati nelle travi portanti. Tale caratteristica si associa usualmente a costruzioni di epoca basso-medievale. Sul lato ovest si nota che alcuni tronchi utilizzati nella parte più antica superavano i quaranta centimetri di diametro. Il tetto è ancora in buone condizioni tranne lo sporto della facciata est e una porzione sotto il camino, entrambi senza copertura.

Pochi metri più in alto sorge il nucleo centrale del villaggio di Burine, le prime tre costruzioni che si incontrano sono di estremo interesse dal punto di vista architettonico e meriterebbero un intervento urgente di restauro.

Villaggio di Borine
Villaggio di Borine nel 2008, a pag. 35
di Augusta foto del tetto prima del crollo.

Stadel antico a Borine
Antico stadel

Il primo fabbricato ha la metà destra del tetto crollata, a prima vista sembrerebbe una normalissima casa rurale in pietra affiancata ad uno stadel in legno, in realtà ad un'osservazione più attenta si rivela come uno stadel interamente rivestito dalla muratura in pietra. La fattura è un poco meno curata di quello di Gradinerp nel vallone di San Grato ma rappresenta comunque una costruzione rara nel panorama edilizio della Valle d'Aosta e meritevole di tutela.

Alle sue spalle, passando a sinistra, si arriva alla casa in pietra basso medievale di Borine (Bourinnes); i corsi regolari della muratura, i massi usati negli architravi e nei cantonali e la forma delle aperture denotano una costruzione anteriore al XVI secolo. Il trave di colmo è sostenuto da una trave centrale e l'intera parete sud del fienile è rivestita in legno. La porzione sud est del tetto è pericolante, se cedesse la copertura si perderebbe uno degli edifici più antichi del comune di Issime.

Le finestre di questa casa sono poco più che feritoie e proprio sopra quella che si apre sulla facciata est si poggia il tetto del terzo fabbricato.

È uno stadel ancora in discrete condizioni anche se il tetto inizia a cedere, soprattutto lungo gli sporti. ciò che lo rende unico sono gli interventi di consolidamento costituiti da tre pilastri in pietra a secco che salgono dal livello delle fondazioni a sostenere le parti lignee.

Casa medioevale di Borine
Casa medioevale

Particolare della casa medioevale di Borine
Finestra della casa medievale

Quello visibile dall'esterno, sull'angolo sud-est, parte con una sezione di circa ottanta per ottanta centimetri ed è di genere piuttosto comune, spicca solo per la sua altezza; il più grosso è in pietra lavorata e sostiene il trave di colmo, parte dall'interno della stalla con una sezione di circa un metro per ottanta centimetri e dopo aver attraversato tutta la costruzione si ferma sotto il tetto; il più piccolo, dalla sezione quadrata con quaranta centimetri di lato è visibile dall'esterno ed è una capolavoro di lavorazione della pietra a secco: non sfigurerebbe accanto ad una delle prove d'arte che dovevano fare gli apprendisti nel medioevo prima di diventare costruttori di cattedrali.

Curiosità

Nell'architettura Walser la funzione che nel resto della Valle d'Aosta veniva svolta dai grenir era demandata a delle piccole stanza chiamate De Spicher ricavate nella parte lignea degli stadel. Erano generalmente una o due per ogni costruzione e vi erano depositate le granaglie, il cibo ed in generale quanto necessitava di un ambiente asciutto per la sua conservazione.

Sulla parte destra dell'Oratorio della Piccola Croce si intravede ancora la scritta dedicata al vallone di Borine che un pastore tracciò agli inizi del XX secolo. "Vallon Vallon de peines, Vallon de souffiances, toi qui a vu mon enfance, témoin de mon adolécence, pitié pitié de ma décrépissance" "Vallone, vallone di pene, vallone di sofferenze, tu che hai visto la mia infanzia, testimone della mia adolescenza, pietà pietà della mia senescenza"

La fondazione dell'oratorio si deve, secondo una leggenda riportata da Christillin, al nobiluomo Jacquelin Bioley, proprietario del vallone di Bourine. In una calda giornata estiva, mentre si recava nei suoi possedimenti giunto alla piccola croce si fermò un attimo a riposare e si addormentò. Al risveglio trovò una bella fanciulla che lo tentò con parole conturbanti ma egli proseguì per la sua strada. A Ober-Ronc lo convinse ad entrare in una casa in rovina per fargli vedere una pietra rossa, mentre egli la guardava si sentì trascinare a terra dalla bella che aveva cambiato espressione. Con il segno della croce e l'invocazione alla Madonna dei sette dolori a Sant'Antonio e a San Bernardo, Jacquelin si liberò dell'importuna, la casa avvampò ed agli capì di aver vinto sul demonio. A ricordo dell'episodio qualche giorno dopo fece costruire questo piccolo oratorio.

Stadel con pilastri di sostegno in pietra
Stadel con pilastri

(Testo tratto da uno scritto conservato all'interno dell'oratorio)

Un'altra versione della leggenda vuole che Jacquelin, dopo aver conversato amabilmente con la bella, la portasse nelle sue terre di Bourine. Lei gli fece vedere la sua cosa rossa, caddero a terra, cambiarono espressione e videro la casa avvampare. Vissero per lunghi anni a Bourine, felici, contenti e con tanti marmocchi. A ricordo del fortunato incontro Jacquelin Bioley fece costruire questo piccolo oratorio.

Comunque la pensiate passate alla Piccola Croce, a pregare contro il demonio o a ricordare il felice incontro di Jacquelin Bioley con la sua bella.

Note:

Jean-Jacques Christillin nacque nel 1863 a Issime e morì nel 1915 a Grenchen (CH)

Bibliografia:

Jean-Jacques Christillin, Légendes et récits recueillis sur les bords du Lys, ed. Duc, Aoste 1901
Jean-Jacques Christillin, Leggende e racconti della valle del Lys, a cura di Laura Bassi Guindani con l'aiuto di Federico R. Golderer, ed. Guindani, Gressoney-Saint-Jean 2001
Danilo Marco, Claudine Remacle, Mauro Zucca Paul, Walserhous : l'architettura storica nell'alta valle del Lys, ed. Musumeci, Quart, 2006, pag. 50.

Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 12 – Basse Valli d'Ayas e Gressoney – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 – Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 9 – Ivrea Biella bassa Valle d'Aosta – scala 1:50.000

Pour nos amis francophones

Les 7 noms du village de
Bourines Bourinnes Bourrines Burrini Bùrinni Burini Borine

Les mauvaises langues soutiennent qu’en Vallée d’Aoste, qui est la plus petite des région italiennes, on cherche à se donner d’importance en utilisant pour le même lieu deux ou trois toponymes différents. En réalité le phénomène est du à la transcription des termes du dialecte autochtone tantôt en français, tantôt en italien, et prend de l’ampleur dans les communes Walser où l’on parle encore de nos jours un ancien dialecte germanophone. Le village Walser de Bourines dans la commune d’Issime est l’un des plus riches en toponymes: j’ai repéré sept graphies différentes de son nom.

Pour rejoindre Burrini on emprunte le chemin muletier qui part du village de Cugna, a quelques centaines de mètres de l’église paroissiale d’Issime, Une demie-heure de plaisante promenade suffit pour arriver à la chapelle de Chröitz, joli point panoramique, ensuite on entre dans le vallon de Stolen et après une autre petite heure de marche facile on aperçoit ce petit village si riche du point de vue architectural.

Des huit maisons qu'on y trouve quatre méritent à elles seules le voyage: le premier stadel en bois qu'on rejoint est bâti de façon archaïque, quelques dizaines de mètres plus en haut, à l'intérieur du village, on voit deux stadel jumeaux qui étaient bâtis en bois et qu'ensuite ont été recouverts en pierre, sur leur gauche une maison du moyen age bâtie en pierre sèche, à droite un ancien stadel qu'on à renforcé avec des colonnes en pierre.

Si l'on a de bons jarrets on peut continuer la balade et, en trois heures, rejoindre le bivouac Cravetto qui se trouve tout en haut du vallon. Il est un excellent exemple de réaménagement d'ancien alpage.

PAGINA DEL 9.04.2008
ULTIMO AGGIORNAMENTO 2.11.2012

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