Difficoltà: escursionistica

Escursione da Domianaz alla cava di Rivaz 1224 m circa

Dalla strada comunale per Nissod 744 m

MAPPA OSM: RAPIDA DINAMICA

MAPPA REFUGES.INFO: RAPIDA DINAMICA

MAPPA DI GOOGLE TRACCIA GPS (.GPX)

partenza: 744 m
arrivo: 1224 m circa
dislivello in salita: 480 m circa

andata: 1h20
ritorno: 1h00
totale: 2h20

Segnavia: 7.

Tratti difficili: no.
Tratti esposti: no.
Ombra: sì.

pericolo caduta massi: sì.

Periodo consigliato:
tutto l’anno.

Da vedere:
la cava di marmo abbandonata

Itinerari collegati:
il Ru du Pan Perdu di Châtillon,
il Ru du Pan Perdu di Antey,
la mulattiera per Promiod.

Introduzione

Questa escursione si svolge su di un tratto della mulattiera che un tempo collegava il borgo di Châtillon con la frazione di Nissod. Nella parte bassa questa importante via di comunicazione è stata completamente cancellata dalla strada carrozzabile e dai lavori di sistemazione interna delle frazioni della collina.

Parcheggio
Parcheggio

Mulattiera per Nissod
Mulattiera

Fortunatamente a monte di Domianaz la strada asfaltata ha preso un'altra direzione e la mulattiera si è mantenuta integra ed è ancora perfettamente percorribile.

Si cammina su di un bellissimo selciato con panorami mozzafiato su Châtillon e Saint-Vincent, ai lati del sentiero il vischio abbonda. Dopo aver visitato la cava abbandonata di Rivaz si consiglia di proseguire verso l'oratorio del belvedere e il villaggio di Nissod.

Descrizione

Dopo aver parcheggiato l'auto a bordo strada ci si avvia lungo la mulattiera. I primi metri sono stati rovinati dai lavori di costruzione della carrozzabile ma subito dopo si ritrova il vecchio selciato in pietra. Le pietre sono arrotondate e consumate dagli scarponi e dagli zoccoli che un tempo percorrevano questa mulattiera da Châtillon verso i villaggi e gli alpeggi costruiti sulle pendici del Monte Zerbion.

Traliccio della teleferica
Traliccio

Panorama su Châtillon
Panorama su Châtillon

A monte i muri a secco sostengono il pendio arido coperto dagli alberi di roverella, dai cespugli di ginepro e dalle piantine di timo odoroso. Con l'aumentare della quota i cespugli di ginepro si fanno sempre più frequenti e compaiono i primi pini silvestri. A valle la mulattiera è separata dai piccoli fazzoletti di terra sospesi sulla valle centrale da spessi muri di pietre a secco alti circa un metro. In alcuni tratti sembra quasi di percorrere una trincea della prima guerra mondiale, quando le Alpi orientali furono teatro di lunghi combattimenti di posizione e venivano scavati nella roccia camminamenti e ripari per i soldati.

Il primo sentiero che si stacca sulla destra porta ad un tratto del Ru du Pan Perdu di Châtillon, uno dei numerosi canali irrigui costruiti durante il basso medioevo in Valle d'Aosta e poi abbandonati. Seguendo con un po' di fatica questa traccia invasa dalla vegetazione per lunghi tratti si arriva sul vecchio tracciato del canale. Da diverse centinaia di anni l'acqua non scorre più su questi pendii aridi ma rimangono a testimonianza delle capacità tecniche dei costruttori i muri a valle che seguono con precisione le curve di livello del terreno e di tanto in tanto delle pietre piatte infisse verticalmente nel terreno che rivestivano la parete interna del canale. Se si prosegue lungo il vecchio alveo che portava l'acqua del torrente Marmore fino alla collina di Saint-Vincent si raggiunge il grande muro costruito ai piedi di un banco di rocce. È talmente imponente da essere visto non solo dalla cappella di Domianaz, relativamente vicina, ma anche dagli abitati di Châtillon e Saint Vincent. Attenzione: a causa della vegetazione intricata raggiungere questo punto è estremamente faticoso.

Proseguendo lungo la mulattiera principale si incontrano le prime piante di vischio: in corrispondenza del secondo tornante, ad una decina di metri sulla destra, si trova un pino silvestre quasi soffocato da questa pianta parassita. In Valle d'Aosta il vischio cresce solo su questo albero, vi sono delle folte colonie nei pressi delle cave di marmo di Châtillon, Pontey e Saint-Denis. In Francia si sviluppa anche su latifoglie come peri, meli e pioppi.

Poco più avanti si attraversa un'incisione nella roccia che è quanto rimane della lizza, un piano inclinato nel quale si facevano scendere i blocchi di marmo estratti dalla cava. ancora qualche tornante e si arriva ai piedi della pietraia formata dai residui di lavorazione del marmo; nelle stagioni meno aride un rivolo d'acqua attraversa la mulattiera sul fondo di un vallone.

Rivaz: la casa della cava sopra Domianaz
Rivaz

Le carrucole usate per tagliare il marmo
Carrucole

Una delle auto abbandonate nella cava
Auto nella cava

Chi desidera seguire i miei ricordi di gioventù può abbandonare a questo punto il sentiero e salire sui sassi instabili lungo la linea di massima pendenza visitando quanto rimane della coltivazione: sono grandi pareti verticali tagliate con il filo metallico ed alcuni blocchi di marmo abbandonati a terra. La vegetazione sta coprendo lentamente il lavoro dell'uomo, il legno e il ferro si consumano poco a poco, solo la pietra si oppone tignosa allo scorrere del tempo.

Ai meno spericolati consiglio di proseguire lungo i numerosi tornanti della mulattiera che sale nel bosco nascosta nell'ombra dei pini, in estate gli alberi proteggono dall'arsura del sole rendendo la salita più facile e il profumo della resina riempie i polmoni. Si passa a fianco del traliccio della vecchia teleferica, occorre guardare con attenzione sulla sinistra perché la struttura arrugginita si mimetizza con il colore rossastro degli alberi. È alta diversi metri ma esile, su un fianco si vedono i minuscoli scalini usati per la manutenzione dell'impianto.

Gli alberi coprono buon parte del paesaggio, la foresta è fitta ma a tratti tra le fronde si aprono scorci panoramici sulla cava e sul fondovalle. Si attraversa un ruscelletto che a monte della mulattiera dà origine ad una cascata di muschio verdissimo: tra le barbe smeraldine scivolano e si frangono le gocce d'acqua che scintillano al sole prima di perdersi a terra tra le foglie.

Ancora pochi passi e si arriva a Rivaz, il fabbricato principale della cava. Sulla destra prima di entrare, si passa a fianco di un vecchio argano e delle relative carrucole, poi dall'anticamera si passa alla stanza che domina tutta la coltivazione: dalle due finestre lo sguardo si spinge fino al fondovalle e alle montagne che circondano il parco del Mont Avic. Il controsoffitto è stato demolito e i vetri spaccati ma il tetto in lose e i robusti muri in pietra offrono ancora riparo in caso di maltempo. Al piano inferiore trovava posto l'officina e a fianco la cabina elettrica che alimentava i macchinari della cava.

Poco più in alto della casetta si stacca un sentiero sulla destra che si dirige verso uno dei fronti di cava, nascoste dai pini che anno invaso il terrazzo due vecchie auto arrugginiscono lentamente con il passare delle stagioni.

Oratorio del belvedere
Oratorio del belvedere

Quattro passi in più: l'oratorio del Belvedere

Chi desidera prolungare un poco l'escursione può proseguire verso l'oratorio del belvedere; è una piccola cappella di nessun valore artistico ma dalla quale si domina buona parte della media Valle d'Aosta e gli abitati di Châtillon e Saint-Vincent. Proprio a fianco è stato costruito un tavolo da picnic dove consumare uno spuntino davanti ad un panorama mozzafiato.

Facciata della cappella di Nissod
Facciata della cappella
di Nissod

Villaggio di Nissod
Villaggio di Nissod

Quattro passi in più: il villaggio di Nissod 1382 m

Ad una mezz'oretta scarsa di cammino dalla cava di Rivaz si trova il villaggio di Nissod. Vi sono tre buoni motivi per visitarlo: due antichi edifici rurali e un bel dipinto che adorna la facciata della cappella; è un'opera dal maestro Gabriel Girardi, presente nella raccolta di arte alpina valdostana.

La prima costruzione degna di nota è un rascard di fattura arcaica, forse medievale, che si trova nella parte bassa del villaggio. Un incendio l'ha quasi completamente distrutto, rimangono intatti solo alcuni pilastrini in legno che sostenevano la struttura in legno e le due cantine gemelle con volta a botte.

La seconda costruzione si trova a fianco della cappella, a levante e presenta un'interessante architrave in pietra lavorata formata da soli tre conci.

Pilastrino in legno di tipologia arcaica a Nissod
Pilastrino in legno
di tipologia arcaica

Volta della cantina sotto il rascard bruciato di Nissod
Volta delle cantine gemelle

Architrave in pietra lavorata a Nissod di Châtillon
Architrave in pietra
lavorata a Nissod

Curiosità

Alla fine del 1700 vivevano a Nissod un'ottantina di famiglie per un totale di circa 330 abitanti.

Bibliografia:

Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990
Luca Zavatta, Le Valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005

Cartografia:

Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 2 media valle – scala 1:25.000
Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 3 bassa valle – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 – Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000

PAGINA DEL 5.12.2007
ULTIMO SOPRALLUOGO 11.12.2015
ULTIMO AGGIORNAMENTO 15.12.2015

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