Difficoltà: escursionistico

Il canale scavato nella roccia di Pondel–Pont d'Ael 960 m

Dal parcheggio della fraz. Pondel–Pont d'Ael 880 m

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partenza: 880 m
arrivo: 960 m
dislivello in salita: 120 m
dislivello in discesa: 40 m

andata: 0h40
ritorno: 0h30
totale: 1h10

Segnavia: ponte acquedotto, 2a, assente

Tratti difficili: si
Tratti esposti: si
Ombra: parziale

pericolo caduta massi: si

Periodo consigliato:
tutto l’anno

Da vedere:
il ponte acquedotto del 3 a.c.,
l'orrido del torrente Grand Eyvia,
il tratto di canale scavato nella roccia.

Itinerari collegati:
Ru Pan Perdu Antey
Il villaggio dei Salassi

Accesso al punto di partenza:

Uscita autostradale: Aosta ovest
Distanza dal casello autostradale: 5.2 km
Avvicinamento in auto dal casello autostradale: 10 minuti

Distanza progressiva Tempo Indicazioni Lunghezza tratto
0 km 0h00 All'uscita autostradale di Aosta Ovest si gira a destra sulla strada regionale 47 per Cogne 4.800 km
4.800 km 0h06 A destra per Pondel Pont d'Ael 1.200 km
6.000 km 0h08 arrivo al parcheggio -

Parcheggio all'inizio del villaggio
Parcheggio

Introduzione

Il ponte acquedotto di Pondel e il tratto di canale scavato nella roccia che lo alimenta sono una delle meraviglie nascoste della Valle d'Aosta.

Con un unico arco di più di 14 metri di diametro il ponte attraversa da duemila anni la gola scavata dal torrente Grand Eyvia. Il canale, sospeso sull'orrido in fondo al quale scorrono le acque tumultuose che scendono dai ghiacciai del Gran Paradiso, incute ammirazione e rispetto per chi più di due millenni fa progettò ed eseguì un'opera così ardita.

Costruito originariamente per portare l'acqua del torrente Grand Eyvia sulle pendici assolate a valle di Pondel (Pont d'Ael) venne abbandonato presumibilmente a causa del crollo di un tratto di canale scavato nella roccia a monte del villaggio.

La caratteristica che lo rende unico rispetto ai molti monumenti che ci sono giunti dall'epoca romana è la sua costruzione a spese di un privato, tale Caius Avillius Caimus, di origine padovana che fece incidere nome, anno di costruzione e proprietà privata su alcune lapidi murate nel ponte.

Sopra il ponte
Sopra il ponte

Descrizione

Dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio si prosegue lungo la strada principale che attraversa il villaggio, si supera la cappella e una bella casa restaurata con una meridiana sulla facciata sud e dopo una curva appare all'improvviso il ponte acquedotto.

Iscrizione di epoca romana sul ponte
Iscrizione sul ponte

Sulla destra vi sono i pannelli che ne raccontano la storia e spiegano l'interpretazione che da l'epigrafista epigrafista finlandese Heikki Solin della scritta che si intravede sulla chiave di volta. A causa di una sua diversa interpretazione per buona parte del XX secolo si ritenne che i costruttori del ponte fossero i due fratelli Aimus e Avilius. Sporgendosi oltre la ringhiera appena sotto i cartelli si vede il tratto di roccia scalpellato che reggeva le fondazioni del muro di contenimento del canale.

Si imbocca la parte superiore del ponte dove un tempo passava il canale e a metà dell'arcata guardando verso il basso si può ammirare l'impressionante gola scavata dal torrente Grand'Eyvia.

Raggiunta l'altra sponda girando sulla destra si arriva al corridoio che permette di ripercorrere l'intero ponte in senso inverso. Il passaggio è stretto ed alto, illuminato fiocamente da alcune feritoie e serviva probabilmente per ispezionare il canale superiore ed individuare per tempo eventuali perdite. In origine l'accesso a questa parte dell'opera era chiuso da porte per impedirne l'uso pubblico.

Bivio sul sentiero per Petit Poignon
Bivio

Sul lato a monte del ponte, a sinistra arrivando dal villaggio, si accede al vecchio condotto in cui scorreva l'acqua, occorre munirsi di una pila e procedere a carponi per alcune decine di metri sottoterra fino ad arrivare al fine degli scavi. L'ambiente è particolarmente suggestivo perché sulle pareti è ancora perfettamente conservato lo speciale intonaco impermeabile utilizzato dai costruttori per rivestire le pareti.

I prati sull'altro lato del dosso
I prati

Per raggiungere il tratto di canale scavato nella roccia viva occorre seguire le indicazioni per Petit Poignon e seguire il largo sentiero che sale dolcemente sulla sinistra orografica della valle.

Si attraversano i terrazzamenti che un tempo ospitavano i campi coltivati a cereali ed ora sono utilizzati come pascoli. Alcune piante cominciano spuntare tra l'erba e ben presto il bosco riprenderà questa terra che l'uomo gli ha sottratto nel corso dei secoli.

Un abbeveratoio in legno appare sulla destra e dopo alcuni minuti si arriva al bivio non segnalato dove si deve lasciare il sentiero principale. Unica indicazione verso questo prezioso manufatto di età romana è una freccia azzurra tracciata su un masso tra i due sentieri. Si gira sulla sinistra e dopo una breve discesa all'interno della macchia si riprende a salire dolcemente.

Il canale scavato nella roccia di Pondel visto da sud
Canale da sud

All'inizio del sentiero un basso muro in pietra a secco separa il viottolo da bosco, poi non rimane altro che la terra pestata dai rari passanti a distinguere il passaggio dell'uomo dal regno degli animali. In origine il sentiero era largo circa un metro poi alcuni muri si sostegno a valle hanno ceduto e la vegetazione ha stretto il passaggio. La specie più fastidiosa in questo senso è senz'altro il nocciolo: anche se potato ogni anno produce dei lunghi ricacci che la neve piega con il suo peso fino a impedire il transito agli uomini e renderlo difficile agli animali.

In breve si arriva al pianoro sospeso sulla gola della Grand'Eyvia, sulla destra si vede tracciata una scritta blu su un sasso, a sinistra il grande pilone del Superfénix. Si lascia il sentiero e si comincia a scendere dall'altra parte del promontorio, fatti pochi passi appare un gruppo di conifere e sulla sinistra, in basso e più lontano, la chioma di due piccole betulle che indicano l'inizio del canale. Passando tra i cespugli si scende fino ad esse tenendosi tra la parete rocciosa e le conifere. Dopo aver attraversato due prati pianeggianti e le due scarpate ripide che li raccordano si arriva infine ai piedi delle bianche betulle dalle quali si vedono i primi pezzi di canale tagliato nella roccia.

Il canale scavato nella roccia di Pondel visto da nord
Canale da nord

La sua larghezza è di circa un metro, la profondità varia in base alla forma della parete rocciosa che doveva attraversare. Nel punto più profondo supera i tre metri scalpellati interamente nella roccia viva. Sono ancora percorribili comodamente una sessantina di metri di canale poi il fondo e il lato a valle hanno ceduto precipitando nell'orrido sottostante. Malgrado ciò si vedono ancora le tracce lasciate sul lato a monte dallo scalpello che continuano in leggera discesa verso Pondel.

Anche dalla strada regionale per Cogne si intravedono tra gli alberi i resti di questa opera impressionante e, dopo il tratto interrotto della frana, la continuazione del canale sostenuto da grandi blocchi di petra lavorata.

Canale di Pondel con Mont Fallère sullo sfondo
Canale e Mont Fallère

La grandiosità dell'opera e la sua unicità stridono con l'oblio in cui è caduta: non un cartello, non un sentiero segnalato per rendere accessibile a tutti questo acquedotto progettato e realizzato da un privato che ha poco da invidiare alle grandi opere pubbliche di età romana e medioevale costruite in Valle. Resta la tenue speranza che qualche persona illuminata intervenga per far conoscere e valorizzare uno dei grandi tesori nascosti della Valle d'Aosta.

Curiosità

L'epigrafista finlandese Heikki Solin da questa interpretazione della scritta incisa sul lato nord del ponte:

IMP(PERATORE) CAESARE AUGUSTO XIII CO(N)S(ULE) DESIG(NATO)
C(AIUS) AVILLIUS C(AI) F(ILIUS) CAIMUS PATAVINUS
PRIVATUM

Imperatore Cesare Augusto nell'anno del suo 13° consolato (3 a.c.)
Caius Avillius Caimus, figlio di Caius, Padovano
Privato

Bibliografia:

Luca Zavatta, Le Valli del Gran Paradiso e la Valgrisenche, L’Escursionista Editore, Rimini 2003
La Traccia,Cogne e la sua valle, Musumeci Editore, Quart 1995
Luigi Bessone, Tra Salassi e Romani, Musumeci Editore, Quart 1985, pagg. 55-57 (Studio dell'Arch. Luigi Bochet)
Alexandre Martin, La Suisse pittoresque et ses environs.
Tableau général, descriptif, historique et statistique,
des 22 cantons, de la Savoie, d'une partie du Piémont et du pays de Bade,

Hippollyte Souverain, éditeur, 1835, Paris, pag. 225
versione digitale disponibiile a questo indirizzo:
http://books.google.it/books?id=rPgaAAAAYAAJ&printsec=toc#PRA1-PA225,M1

Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 5 – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 3 – scala 1:50.000

PAGINA DEL 4.02.2007
ULTIMO AGIORNAMENTO 8.09.2010

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