Difficoltà: escursionisti esperti

Ru dou Pan Perdu di Châtillon

Dalla mulattiera per Promiod

MAPPA OSM: RAPIDA DINAMICA

MAPPA REFUGES.INFO: RAPIDA DINAMICA

MAPPA DI GOOGLE TRACCIA GPS (.GPX)

partenza: 800 m
arrivo: 970 m
dislivello in salita: 170 m circa

andata: 0h30
ritorno: 0h20
totale: 0h50

Segnavia: assente

Tratti difficili: sì
Tratti esposti: sì
Ombra: sì

pericolo caduta massi: sì

Periodo consigliato: tutto l’anno

Da vedere: le arcate del Ru dou Pan Perdu di Châtillon, il selciato della mulattiera per Promiod.

Itinerari collegati: tratto precedente del ru, tratto seguente del ru, la mulattiera Châtillon Promiod, Il ponte acquedotto romano di Pondel, Ru Pan Perdu Antey.

Piazzola a lato della strada
Piazzola a lato della strada

Taglio nella roccia
Taglio nella roccia

Archi del Ru du Pan Perdu di Châtillon
Archi del Ru du Pan Perdu
di Châtillon dalla
mulattiera per Promiod

Introduzione

Questo itinerario porta ad un tratto raramente percorso del Ru dou Pan Perdu di Châtillon. La ragione è semplice: per raggiungere i ruderi di questo monumento affascinante occorre percorrere un tratto di sentiero esposto e pericoloso, dove posare un piede in fallo può comportare una caduta mortale.

Si consiglia perciò agli escursionisti meno esperti o semplicemente più prudenti di visitare un altro tratto di questo acquedotto medievale che non presenta pericoli di sorta ed è descritto in questa pagina.

Il fascino e la durata della passeggiata sono identici ma la difficoltà dell'itinerario è di gran lunga inferiore.

Nella prima parte dell'escursione si percorre la mulattiera per Promiod, la cui importanza è ben testimoniata dall'ampiezza del tracciato che raggiunge in alcuni tratti i due metri di larghezza.

Descrizione

Dopo aver parcheggiato l'auto lungo la strada di Isseuries si torna indietro per pochi minuti fino all'inizio del sentiero per Promiod. È una bella mulattiera che sale lungo la vallata all'interno di un bosco misto, all'ombra fresca di pini e castagni e ai piedi dei roccioni ai quali sono abbarbicati gli archi del Ru du Pan Perdu di Châtillon.

Belvedere su Torgon e Mont Meabé, sulla sinistra la Becca d'Aver
Belvedere su Torgon e Mont Meabé,
sulla sinistra la Becca d'Aver

Primo muro del Ru du Pan Perdu di Châtillon
Primo muro del Ru
du Pan Perdu di Châtillon

Bivio per la vecchia cava di marmo
Secondo bivio per la
vecchia cava di marmo

Proprio passando ai piedi di un primo roccione, poco dopo l'innesto di un sentiero di raccordo che arriva da destra, alzando gli occhi si vedono alcuni archi del Ru.

Quando si raggiunge il taglio nella roccia attraversato dalla mulattiera, occore prestare attenzione perché il bivio dal quale si stacca sulla destra il sentiero che porta alla vecchia cava di marmo rischia di non essere visto.

Anche se è un sentiero largo più di mezzo metro la mancanza di indicazioni e la larghezza della mulattiera principale lo fanno passare quasi inosservato.

Si sale in un bosco di roverelle con pendenza costante e a poca distanza della mulattiera principale, dopo una sosta al belvedere su Torgnon ed il Monte Meabé si rientra nella macchia e si prosegue fino ad incontrare il secondo bivio, segnalato da una freccia rossa, dove si stacca il sentiero per la vecchia cava.

Si prende a destra e si sale lungo i ripidi tornanti scavalcando alcuni alberi caduti fino ad individuare la traccia che lascia il sentiero proprio in corrispondenza di una curva a gomito e si dirige verso sud in direzione degli archi di sostegno del ru.

Primo arco del Ru du Pan Perdu di Châtillon
Primo arco del Ru
du Pan Perdu di Châtillon

Secondo arco del Ru du Pan Perdu di Châtillon
Secondo arco del Ru
du Pan Perdu di Châtillon

Ru du Pan Perdu di Châtillon visto da sotto
Ru du Pan Perdu di Châtillon
da sotto (Foto 2003)

Ru du Pan Perdu di Châtillon visto da sotto
Ru du Pan Perdu di Châtillon
da sotto (Foto 2012)

Si procede su di un pendio molto ripido che termina spesso su delle balze rocciose che precipitano nel vuoto, solo alcune zolle di erba e degli alberi stenti offrono un appoggio a volte più morale che fisico per rendere più sicuro il passo.

Dopo aver percorso un tratto relativamente agevole si scende verso il basso, voltandosi ci si rende contro si è passati proprio sul primo tratto del ru.

Pochi minuti ancora e dopo un roccia compare in alto il secondo tratto di muro che sosteneva il canale irriguo medievale, poi i primi archi, poi l'arco maggiore e tutto il tracciato del Ru du Pan Perdu che con un poco di prudenza è possibile ripercorrere per un breve tratto verso monte.

Alcune pietre ancora infilate di taglio nel terreno testimoniano l'altezza dell'argine a valle, verso sud continua un pezzo di muro poi il tracciato è completamente cancellato e prima di ripercorrere i propri passi non resta che fermarsi un attimo godersi il panorama da questo luogo così suggestivo.

Ru du Pan Perdu di Châtillon
Ru du Pan Perdu di Châtillon

Ru du Pan Perdu di Châtillon in primo piano
Ru du Pan Perdu di Châtillon
in primo piano

Cava di marmo abbandonata di Isseuries - Cavità artificiale dall'esterno
Cava di marmo dall'esterno

Cava di marmo abbandonata di Isseuries - Cavità artificiale dall'interno
Cava di marmo dall'interno

La cava di marmo abbandonata di Isseuries

A poca distanza dei ruderi del Ru du Pan Perdu vi è un altro luogo suggestivo da visitare: la vecchia cava di marmo abbandonata di Isseuries.

Per raggiungere la vecchia cava occorre proseguire lungo il sentiero utilizzato per salire fino agli archi del ru, in poche decine di minuti si arriva al pianoro dove il sentiero si divide in due: prendendo a destra si arriva all'unica costruzione ancora in piedi, la cabina elettrica di trasformazione.

Intorno alla cabina sono ammucchiate le matasse di filo di ferro usato per tagliare il marmo ed il vecchio argano. Sotto la chioma fitta della pineta si nascoscondono alcuni ruderi ed i basamenti delle baracche di cantiere.

Se si risale il fianco della conca dirigendosi verso sud si arriva in uno dei siti di estrazione nel quale sono stati abbandonati alcuni blocchi di marmo lunghi e stretti, si direbbe affusolati se non fossero blocchi di marmo.

La parte più interessante del vecchio sito però si trova a Nord-Est. Vi si accedere ripercorrendo i propri passi fino al bivio e proseguendo sul sentiero di sinistra che sale verso Est per poi perdersi nel bosco.

Tenendo la sinistra si passa a fianco di una grossa buca nel terreno rivestita da pietre calcinate dal calore: è una fornace di calce abbandonata, dove veniva cotto il calcare per ottenerne calce viva.

Cava di marmo abbandonata di Isseuries - cabina di trasformazione elettrica
Cabina di trasformazione

Cava di marmo abbandonata di Isseuries - argano
Vecchio argano

Cava di marmo abbandonata di Isseuries - compressore
Vecchio compressore

Cava di marmo abbandonata di Isseuries - fornace di calce
Fornace di calce

A pochi passi di distanza un compressore semovente arrugginisce sotto le foglie nell'ombra silenziosa del bosco.

Un poco più in alto, proprio sotto la parete rocciosa, si nasconde la parte più suggestiva della vecchia cava: è una grossa cavità artificiale dalla quale si estraevano i blocchi di marmo. Le pareti verticali sono verticali, tagliate a piombo, il pavimento liscio è interrotto contro la parete meridionale da una vasca lunga e stretta, riempita di acqua per metà.

Il silenzio, il mistero che avvolge questo ambiente nascoste ed abbandonato richimano alla memoria le aree sacre delle civiltà precristiane o i luoghi dove la natura stessa, raccolta e protettiva, invita alla meditazione.

Un luogo da scoprire e visitare con rispetto, ad un'oretta di cammino dalla civiltà.

L'antica strada comunale da Châtillon a Promiod

L'antica strada comunale da Châtillon a Promiod si staccava dal tracciato della strada romana delle Gallie all'inizio del borgo di Châtillon, attraversava il villaggio di Conoz, costeggiava le case della Verdetta che vennero costruite in parte sul ru di Saint Vincent e dopo aver oltrapassato il Ru des Gagneurs saliva con pendenza costante fino a Promiod, un grosso villaggio che occupa il centro di un pianoro esposto a sud ovest all'inizio della valle che sale al colle Portola.

Qui la strada si divideva in un ramo minore che saliva in direzione del colle, la strada vicinale da Promiod a Biovre (Brovie), o della Montagna, e un ramo principale che portava a La Magdeleine passando a monte dell'alpeggio Paraformia.

Da La Magdeleine passando per le frazioni Brengon e Viù e poi a monte di Veuillen seguiva grossomodo il tracciato attuale dell'attuale pista sterrata che porta a Chamois raggiungendo praticamente in piano il villaggio di Corniola dove terminava l'asse viario che collegava la signoria di Châtillon con l'enclave di Chamois da essa dipendente.

Nel medioevo infatti tutto il resto della Valtournenche era soggetto alla signoria di Cly.

Curiosità

Sulla mulattiera che sala da Châtillon a Promiod sale Jacques Vaillon, il protagonista del romanzo Chez Jean Rolet scritto da Emile Chanoux e dedicato alla storia d'amore tra due giovani valdostani che venne pubblicato, incompleto e senza la revisione dell'autore, nel 1994. (Pag. 763 di Emile Chanoux écrits).

Benché si dica nel testo che "Il Cervino si slanciava arditamente nell'azzurro limpido" non cercate tale scorcio lungo questo sentiero: il Cervino è nascosto lungo tutto il sentiero dai fianchi della Valtournenche; meglio ammirarlo da Antey, dalla partenza dell'itinerario per il Ru du Pan Perdu.

Jacques Vaillon si reca dalla chiesa di Châtillon a Promiod a render visita ad un Rettore di Promiod, mai citato per nome, che ricorda curiosamente l'Abbé Trèves che vi esercitò il suo ministero dal 1911 al 1925.

In questo e nel romanzo breve, "L'appel de la race", "Il richiamo della razza", (pag. 678 di Emile Chanoux écrits) l'autore affronta il tema dell'amore e del matrimonio tra valdostani autoctoni e valdostani immigrati con delle caratterizzazioni che appaiono alla sensibilità dei valdostani di oggi xenofobe. La divisione tra valdostani buoni e immigrati cattivi nacque probabilmente come reazione alla politica di italianizzazione forzata della dittatura fascista e benché poco gradevole nulla toglie alle sapide descrizioni di una vita rurale ormai scomparsa.

Paolo Momigliano Levi, Emile Chanoux, Emile Chanoux écrits, Institut Historique de la Résistence en Vallée d'Aoste, Aosta 1994

Bibliografia:

Crétier Pier-Giorgio (all'anagrafe Piergiorgio), Mulini e Torchi a Saint-Vincent, Imprimerie Valdôtaine, Aosta, 1994, pag. 35
Paolo Momigliano Levi, Emile Chanoux, Emile Chanoux écrits, Institut Historique de la Résistence en Vallée d'Aoste, Aosta 1994
Luca Zavatta, Le Valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005, pag. 355.
Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d'Aosta, Le Château edizioni, Aosta 2007, pag. 148.

Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 – Valtournenche Monte Cervino Val d'Ayas ovest – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 – Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 2 media valle – scala 1:25.000

PAGINA DEL 27.12.2012
SOPRALLUOGO DEL 24.12.2012
ULTIMO AGGIORNAMENTO 15.02.2013

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