Difficoltà: escursionistica

Escursione lungo il Ru Chandianaz 620 m circa

Dalla Fornace di Calce di Chatillon 660 m circa

MAPPA OSM: RAPIDA DINAMICA

MAPPA REFUGES.INFO: RAPIDA DINAMICA

MAPPA DI GOOGLE TRACCIA GPS (.GPX)

partenza SR 46: 660 m circa
Villaggio di Farys: 633 m circa
Fine Ru Chandianaz (Sentiero del Moscato): 620 m circa

andata: 2h00
ritorno: 2h00
totale: 4h00

Segnavia: assente, 103, Chemins des Vignobles, Via Francigena

Tratti difficili: sì
Tratti esposti: sì
Ombra: parziale

pericolo caduta massi: sì

Periodo consigliato: tardo autunno, inverno, primavera

Da vedere: la struttura del canale, il panorama sulla valle centrale, il castello di Cly.

Itinerari collegati: la Presa sul torrente Petit Monde di Antey, il Ru du Pan Perdu di Antey, il Ru Marseiller.

Ru Chandianaz - parcheggio a bordo strada
Parcheggio a bordo strada

Inizio del Ru Chandianaz - fornace di calce e Punta Cian
Fornace di calce e Punta Cian

Passerella in legno sul Ru Chandianaz
Passerella in legno
sul Ru Chandianaz

Introduzione

Il Ru Chandianaz è un piccolo canale irriguo che porta le acque di fusione dai ghacciai del Monte Cervino ai ripidi versanti assolati della valle della Dora Baltea.

A differenza del Ru Marseiller che scorre circa 300 metri più in alto non si può percorrere tutto il suo tracciato fin dalle opere di presa perché il primo tratto è stato intubato e l'acqua del canale torna alla luce solo all'imbocco della Valtournenche, poco sopra il castello di Châtillon.

Percorrere il tracciato del Ru Chandianaz è garanzia di una piacevole passeggiata. Si parte dall'inizio della Valtournenche, nei pressi della vecchia fornace di calce abbandonata di Châtillon, si passa a fianco del villaggio di Farys nel quale fruttifica ancora una vite con più di 300 anni di età, dichiarata pianta monumentale dalla Regione Autonoma della Valle d'Aosta poi dal villaggio si può proseguire fin sopra l'abitato di Chambave dove termina il Ru.

La prima metà dell'itinerario presenta alcuni punti esposti mentre la seconda è relativamente più sicura.

Come succede in quasi tutte le passeggiate valdostane accade spesso di passare ai piedi di pareti rocciose che possono scaricare sassi o piccole frane. Essere coscienti del pericolo non impedisce di percorrere questi bellissimi itinerari.

Paramassi lungo il Ru Chandianaz
Paramassi lungo il Ru Chandianaz

Scarpata ricoperta lungo il Ru Chandianaz
Scarpata ricoperta
lungo il Ru Chandianaz

Gabbioni di sostegno lungo il Ru Chandianaz
Gabbioni di sostegno
lungo il Ru Chandianaz

Descrizione dalla Valtournenche a Farys

Per chi risale la Valtournenche verso Cervinia è quasi impossibile non notare una singolare torre fatta di mattoni e pietra che si trova tra Châtillon ed Antey. Questa costruzione non ha nulla di storico, non era un castello o una torre di vedetta ma semplicemente una fornace per la cottura della calce abbandonata probabilmente nella seconda metà del XX secolo.

Proprio da lì parte la passeggiata lungo il Ru Chandianaz. Si lascia l'auto un poco più a monte sul ciglio della strada regionale poi si scende lungo la strada asfaltata, si passa ai piedi della fornace, e si imbocca la pista inerbita che sale sulla destra orografica della valle e segue in pressoché in piano il tracciato del ru che scorre verso Sud.

Nulla rivela la presenza dell'acqua se non dei tombini di ispezione. La parte iniziale del ru è stata totalmente intubata. Si risparmia così sulla manutenzione, le foglie non devono essere tolte dall'alveo, sassi e rami non ostruiscono il corso dell'acqua.

Per contro si toglie ai turisti il piacere di passeggiare all'ombra dei castagni accompagnati dal mormorio dell'acqua.

In Svizzera si riesce a contemperare le due esigenze opposte rinaturalizzando alcuni tratti di Ru: si tolgono i tubi dove erano stati posati e si riporta il Ru alle condizioni primitive, consci che le maggiori spese di manutenzione saranno coperte dai maggiori introiti che garantisce il comparto turistico rispetto a quello agricolo.

Anche in questo caso risultano profetici gli scritti di Emile Chanoux che nella prima metà del XX secolo indicava la Svizzera come esempio da seguire per lo sviluppo della Valle d'Aosta.

Camminano sulla larga pista inerbita si incontrano colgono numerosi punti di interesse: proprio all'inizio volgendosi verso Nord si vede in lontananza la Punta Cian, una montagna considerata dalle guide l'esame di ammissione per l'ascensione al Cervino. Venne salita dall'ultima regina d'Italia Maria José proprio in preparazione a quell'ascesa ben più impegnativa.

Primo tratto scoperto del Ru Chandianaz
Primo tratto scoperto
del Ru Chandianaz

Incrocio con il sentiero n. 4
Incrocio con il sentiero n. 4

Sull'altro versante della valle si notano le condotte forzate della centrale idroelettrica di Covalou ed i resti del Ru du Pan Perdu di Châtillon, uno dei tanti canali irrigui costruiti nel medioevo e poi abbandonati.

A monte della pista si possono osservare i diversi metodi impiegati per limitare ai naturale sgretolarsi delle montagne: le reti paramassi, i rivestimenti dei declivi più scoscesi, i muri realizzati con i gabbioni metallici.

Tutte opere costruite per limitare in qualche modo i danni provocati dalla caduta massi che, in regione come la Valle d'Aosta che ha un'altezza media di circa 2100 metri sul livello del mare, non sarà mai possibile evitare del tutto.

Quando si arriva nella valle centrale finalmente anche il ru esce dai tubi e comincia a scorrere all'aria aperta stretto tra le due piccole spallette di cemento. I castagni lasciano gradatamente il posto ad una vegetazione di roverelle e pini che meglio si adattano al clima secco del fondovalle.

Di tanto in tanto si incontrano i piccoli arbusti profumatissimi del Timo serpillo che in primavera si coprono di piccoli fiori rosa. In basso si vede l'abitato di Châtillon con alle spalle della chiesa, lo storico castello ed il parco ricco di alberi monumentali.

Sull'altro lato della valle si vede il castello di Ussel appollaiato su di uno sperone di roccia rossa. Proseguendo lungo il ru si passa proprio sopra il Castello Gamba, costruito agli inizi del 1900 e sede della pinacoteca regionale.

Nei rarissimi punti in cui a causa dell'inclinazione del versante il sentiero si stringe talmente che è necessario camminare sulla spalletta del canale dei cavi di acciaio sono stati fissati alla parete rocciosa per aumentare la sicurezza dell'itinerario. Occorre prestare attenzione agli spuntoni metallici infissi nel cemento: sono quanto rimane di passerelle in legno che non hanno resistito agli incendi e allo scorrere del tempo.

Condotte forzate lungo il Ru Chandianaz
Condotte forzate lungo il Ru Chandianaz

Valli parafrana del villaggio di Freyan
Valli parafrana sopra
il villaggio di Freyan

Un piccolo ponte metallico consente di superare le ultime condotte forzate degli impianti idroelettrici della Valtournenche.

Proprio sulle rive della Dora Baltea è stata costruita la centrale idroelettrica di Breil. Si vede distintamente nel canale di scarico dell'acqua che è stata raccolta nella diga del Goillet a più di 2500 metri di quota e che dopo essere passata in quattro impianti idroelettrici si mescola con quella placida della Dora Baltea.

In fondo alla valle, sulla sinistra, si vede in lontananza la sella arrotondata che nasconde i laghi delle Laures ed il Bivacco Menabreaz: un bivacco costruito in una delle zone più belle dell’intera Valle d’Aosta ma anche di più faticoso accesso.

Prima di arrivare al villaggio di Farys si attraversa una frana storica che incombe su di un pugno di case dal nome evocatore: Freyan. È stato ipotizzato che il toponimo derivi dal francese effrayant, spaventoso, ma la toponomastica ad oggi, non è ancora una scienza esatta.

L’abitato era difeso un tempo solo dalla fede degli abitanti che costruirono la piccola cappella, nella seconda metà del 1900 alle preghiere si sono aggiunti i valli parafrane e le reti, malgrado ciò il villaggio sottostante è considerato ancora a rischio.

A valle del tracciato del ru sono ancora visibili pochi tratti di muri antichi, potrebbero risalire al basso medioevo, epoca nella quale fu costruita la maggior parte dei Ru della Valle d'Aosta.

Prima di arrivare a Farys per ben due volte si cammina sospesi sul fondovalle: vi sono due ponti in cemento armato che reggono sia i tubi del ru che il sentiero che lo accompagna. Sono sufficientemente larghi da non presentare un ostacolo per chi soffre di vertigini e protetti da una ringhiera metallica per prevenire eventuali cadute.

Tratto sospeso del Ru Chandianaz e castello di Cly
Tratto sospeso
del Ru Chandianaz
e castello di Cly

Muro di sostegno del Ru Chandianaz
Muro di sostegno
del Ru Chandianaz

Villaggio di Farys (Saint-Denis)
Villaggio di Farys

Descrizione da Farys a Chambave

Il tratto di ru Chandianaz compreso tra Farys ed il torrente Chambave presenta molte meno insidie del precedente. Sono quasi assenti i tratti esposti e buona parte del ru è ricoperto da sottili lastre di cemento armato. Si cammina all'ombra delle latifoglie per poco più di mezz'ora e a circa metà strada si attraversa una bellissima radura cresciuta intorno ad una casa in pietra.

Subito dopo il villaggio di Farys si passa a monte del villaggio di Parleaz. Dall'altra parte della Dora Baltea si vede la grande discarica per rifiuti speciali che accoglie, tra gli altri, le scorie prodotte dagli altiforni.

Su di un ponticello in legno si passa ai piedi di una cascatella dove tra le spruzzi dell'acqua cresce rigoglioso il muschio e sotto di esso crescono lentamente le concrezioni che formano quella roccia simile al tufo utilizzata sporadicamente nelle vecchie case rurali.

Dall'ampia radura che si incontra a metà strada tra Farys e la fine del ru di Chandianaz si vedono le suggestive rovine di una casa rurale ormai priva di tetto. Seguendo con lo sguardo il corso della Dora Baltea attraversato più volte dal nastro grigio dell'autostrada si vedono in lontananza i castelli di Ussel ,sulla destra, e del Baron Gamba, sulla sinistra. Sulla verticale di quest'ultimo si nota un grande cocuzzolo coperto dai boschi: la Testa di Comagna, alla sua sinistra il Colle di Joux che mette in comunicazione la conca di Saint-Vincent con la valle d'Ayas.

Subito dietro una curva si apre il belvedere sul borgo di Chambave e l'alta valle. Poco più avanti spicca in alto, contro il cielo, il donjon del castello di Cly. Il sentiero impercettibilmente si allarga fino a diventare una trattorabile che taglia in due le vigne dalle quali si produce il famoso moscato di Chambave, un vino di carattere, secco, che poco ha in comune con il moscato dolce che si usa nei brindisi.

Alcune vigne sono ancora lavorate in maniera tradizionale, i pali in castagno reggono i filari e i tralci sono legati a mano con rami di salice. Tra le viti crescono peschi e mandorli che in primavera si coprono di fiori e punteggiano di colori delicati e sgargianti la terra arida.

Ru Chandianaz nel villaggio di Farys
Ru Chandianaz nel villaggio di Farys

Radura e Testa di Comagna
Radura e Testa di Comagna

Belvedere sul borgo di Chambave
Belvedere sul borgo di Chambave

All'improvviso la strada sterrata gira sulla destra e prosegue in salita. Si continua in piano e subito dietro un tornante si arriva alla fine del Ru Chandianaz, dove quanto rimane delle sue acque precipita verso il torrente Chambave inghiottito da una strettissima valle.

Il sentiero di servizio al ru si innesta sulla mulattiera che sale dal borgo di Chambave, due ponticelli in legno chiudono la cascata: l'acqua dei ghiacciai del Monte Cervino percorre un ultimo tratto governato dalle mani dell'uomo prima di precipitare nella forra dove si mescola con la terra e gli sterpi sospesi sul torrente Chambave.

Curiosità

A pochi passi dal piazzale di Farys, davanti alla casa antica che domina il parcheggio si trova un vita che ha più di trecento anni di vita.

È della varietà Petit-Rouge, oltre alla sua venerando età è degno di nota il fatto abbia resistito agli attacchi della filossera che agli inizi del 1900 provocò danni gravi al patrimonio viticolo valdostano.

Chi ha la fortuna di incontrare il geltiluomo proprietario della vita potrà farsi raccontare dalla sua viva voce il motivo per il quale il tronco della vite risulta intaccato.

Agli escursionisti meno fortunati anticipo che fu tutta colpa di un tafano. Un insetto punse un mulo legato nei pressi della vite ed il mulo scalciando intaccò il tronco provocando la ferita che il tempo ha allargato.

Castello di Cly di Saint-Denis
Castello di Cly dal Ru Chandianaz

Coltivazione tradizionale del Muscat de Chambave
Coltivazione tradizionale della vite

Fine del Ru Chandianaz a Chambave
Fine del Ru Chandianaz a Chambave

Bibliografia:

Patrick Barrel, Annalisa Bovio, Flavio Dalle, Passeggiando lungo i ru, Martini Multimedia Editore, Saint Vincent 2008, pag. 70
Luca Zavatta, Le valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005, pag. 264

Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 – Valtournenche Monte Cervino Val d'Ayas ovest – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 – Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 3 bassa valle – scala 1:25.000

PAGINA DEL 14.03.2012
SOPRALLUOGO DEL 29.02.2012
ULTIMO AGGIORNAMENTO 29.04.2012

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