La salita al rifugio Vittorio Emanuele II è la prima tappa dell'ascensione al Gran Paradiso, all'interno del rifugio si mescolano alpinisti e famigliole alla loro prima esperienza in rifugio ed è proprio questa commistione tra persone diverse unite dall'amore per la montagna che rende questa escursione unica.
Si consiglia agli escursionisti esperti di approfittare delle ripide scorciatoie che tagliano il tracciato della strada reale di caccia.
Eviteranno così di percorrere il lenti tornanti progettati per i quadrupedi del primo re d'Italia che allungano di non poco i tempi di salita.
Nel sito ufficiale del Rifugio Vittorio Emanuele II si trovano le tariffe aggiornate, i recapiti telefonici del rifugio e le previsioni meteo: http://www.rifugiovittorioemanuele.com/
Parcheggio a Pont di Valsavarenche
Ultimo fabbricato prima del
Rifugio Vittorio Emanuele II
(video MP4 0.3 MB)
Inizio del sentiero per il
Rifugio Vittorio Emanuele II
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Dopo aver lasciato l'auto nell'ampio parcheggio in Loc. Breuil, a monte della frazione Pont di Valsavarenche, si attraversa il torrente e ci si dirige verso sud, in direzione della montagne che chiudono la testata della valle. L'ampia strada sterrata costruita sull'argine del torrente è oltremodo invitante ed ha sostituito nell'uso la strada reale di caccia che sale parallela a poche decine di metri di distanza.
Si cammina pressoché in piano fino ad arrivare all'ultimo fabbricato che si incontra prima del rifugio (1991 m).
Poco più avanti inizia una macchia di larici. Si attraversa il ponte in legno su di un affluente del torrente Savara e subito dopo occorre prendere una decisione che influirà sui tempi di percorrenza: o si procede sulla strada reale di caccia che con pendenza modestissima e numerosi tornanti conduce al Rifugio in circa due ore e mezza, scelta consigliata per chi è alle prime escursioni in alta montagna, oppure subito dopo il ponte si imbocca sulla sinistra la prima delle numerose scorciatoie che abbreviano il tragitto di circa mezz'ora.
Attenzione: si tratta di scorciatoie strette, ripide e potenzialmente pericolose, consigliate solo agli escursionisti esperti.
Ponte sul sentiero per il
Rifugio Vittorio Emanuele II
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A circa di 2150 si passa ai piedi di una suggestiva cascata e si lasciano gli ultima larici, da questo punto in avanti il sentiero lascia l'ombra tranquilla del bosco per inoltrarsi tra la prateria alpina.
La vecchia mulattiera sale regolare lungo i rapidi fianchi della valle che fino a 10.000 anni fa era interamente coperta dai ghiacci, poi il pendio si addolcisce, si esce dal solco vallivo e dai 2300 comincia ad essere visibile la cima ammantata di ghiaccio del Ciarforon che lentamente, mano a mano che ci si avvicina al rifugio diventa sempre più imponente.
Ai lati della strada reale di caccia si vedono dossi e piccole valli ormai inerbite; è quanto rimane delle morene lasciate dalle piccole lingue glaciali che scendevano verso il fondovalle.
Tra i pascoli emergono i grandi sassi, lisciati dall'erosione glaciale che la vegetazione stenta a colonizzare. Dopo tanti tornanti la strada reale di caccia assume un andamento più rettilineo ed in breve raggiunge la scalinata splendidamente restaurata che dà accesso al pianoro dove sorge il rifugio.
Scorciatoia per il
Rifugio Vittorio Emanuele II
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Scalinata sulla mulattiera per il
Rifugio Vittorio Emanuele II
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Si oltrepassano alcuni ometti costruiti a fianco dei gradini in pietra e dopo pochi di minuti di marcia si vede la sagoma inconfondibile del Rifugio che ricorda un poco un hangar da dirigibili con la sua copertura a semibotte in metallo lucente.
Proprio ai piedi del rifugio il Ciarforon e la Becca di Monciair si specchiano nelle acque freddissime di un laghetto illuminati dagli ultimi raggio di sole.
Nel 1931 l'Abbé Henry ed il Signor Dayné condussero sulla vetta del Gran Paradiso l'asino Cagliostro; a questa pagina non_tutti_sanno_che.html#67 si trova una sintesi dell'inconsueta ascensione.
Massimo Martini, Tracce Lievi, escursionismo con racchette da neve in Valle d'Aosta, Martini Multimedia Editore, Saint Vincent 2007, pag. 204 (escursione invernale con le ciaspole)
Luca Zavatta, Le valli del Gran Paradiso e la Valgrisenche, L’Escursionista Editore, Rimini 2003
Joseph-Marie Henry (Abbé), Le messager Valdôtain
1932, Société Éditrice Valdotaine
(Imprimerie Catholique), Aoste 1931, pag. 18-32 (con illustrazioni)
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 9 –
Valsavarenche Gran Paradiso – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 3 –
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso – scala 1:50.000
PAGINA DEL 28.09.2010
ULTIMO AGGIORNAMENTO 9.05.2012
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