Inizio mulattiera a Mont-Perron.
Dall'estate 2013 è cambiata la gestione al Rifugio Barmasse. Perchè non cambiare anche l'itinerario di accesso lasciando quello classico che parte da Valmartin per quello meno frequentato che parte da Mont-Perron?
Il dislivello è di poco superiore, non si passa dalla stazione di pompaggio di Promoron ma in compenso si attraversa il suggestivo villaggio di Mont-Mené dove si trovano interessanti costruzioni in legno.
Per quasi tutta la durata della gita si cammina nell'ombra del bosco, questa caratteristica che ne fa un itinerario ideale nelle giornate più calde.
Dal parcheggio di Mont-Perron si ripercorre per poche decine di metri la strada di accesso fino all'inizio della mulattiera per Mont-Mené.
Il sentiero è stato risistemato ed allargato nel 2007, sale con pendenza costante in un bosco di latifoglie fin sotto il villaggio.
Stretti tornanti della mulattiera.
Particolare del sostegno
del Grenier di Mont-Mené.
Qui la pendenza si riduce, la mulattiera attraversa quasi in piano gli appezzamenti posti a valle della frazione poi con alcune curve ripidissime arriva alla cappella di Mont-Mené.
In facciata vi sono tre dipinti di modesta fattura datati 1848. Vi sono raffigurati la Madonna, San Germano e San Grato.
A fianco della cappella un interessante Grenier sostenuto da tre pilasti lignei uno dei quali riporta inciso sopra un cuore il monogramma di Cristo e la data 1739.
Una breve deviazione verso sud porta al forno frazionale oramai in disuso, era posto in una posizione periferica rispetto agli edifici in legno per limitare i rischi di incendio.
Grenier di Mont-Mené da monte.
La mulattiera riprende e monte del villaggio. Si attraversa un ru abbandonato che per un tratto corre parallelo al sentiero, ai piedi di una parete rocciosa. Poco più avanti, a valle in mezzo ai noccioli, si intravede una vecchia fornace di calce abbandonata.
Con alcuni stretti tornanti il sentiero sale tra le rocce e porta al belvedere: in fondo alla valle, oltre le cime degli alberi, scintilla sotto il sole il lago di Maen.
In alto tra le rupi brulle e l'azzurro del cielo si percepisce in lontananza il bagliore accecante dei ghiacciai della Gobba di Rollin.
Più avanti le rocce calcaree delle Cime Bianche e sotto di esse la chiesa parrocchiale di Valtournenche ed i villaggi che la circondano.
Con l'aumentare della quota cambia la vegetazione, si cammina in un bosco di larici tra fitti cespugli di rododendri e numerose piante di mirtillo. Il sentiero si mantiene ampio ed in alcuni tratti è lastricato. Costituiva un tempo una importante via di comunicazione tra il villaggi di Mont-Perron, Mont-Mené e Falegnon.
Poco prima del ponte sul torrente Cignana si gira a sinistra seguendo le indicazioni per Cortina. Il sentiero si restringe un poco mentre sale un pendio ripido tagliato da diversi tornanti e poi entra nella gola scavata dal torrente Cignana.
Dall'altra parte del vallone è ben visibile il tracciato dell'altavia 1 che sale alla diga di Cignana. Per un tratto i due sentieri salgono paralleli poi, dopo aver oltrepassato la fascia dei roccioni che precipitano verso il torrentello sottostante, si arriva ad un'ampia radura dove il sentiero sterza bruscamente verso sud immergendosi nell'ombra del bosco.
Le pozze delle fate
(Laghi Cortina II).
All'ombra leggera dei larici, cresce un rigoglioso sottobosco nel quale mirtilli, rododendri e i fiori di montagna riempiono gli occhi di colori e il naso di profumi.
Dopo un breve tratto in falsopiano si comincia gradatamente a salire.
All'uscita del bosco si incontrano le pozze delle fate, due laghetti effimeri che al disgelo o dopo delle forti piogge si riempino di acqua trasparente ma si svuotano e diventano fangosi alla fine dell'estate e dopo prolungati periodi di siccità. Sono censiti nel catasto dei laghi della Valle d'Aosta come Cortinaz II Nord e Sud.
Laghi effimeri e Alpe Cortina.
Si prosegue fin nei pressi dell'Alpe Cortina, dove passa la strada sterrata che porta alla Diga di Cignana.
Seguendo le indicazione dell'Altavia 1 che in questo tratto coincide con il sentiero 107 si raggiunge in breve il rifugio costruito da Jean Barmasse e gestito fino al 2012 dai suoi famigliari.
Chi preferisce evitare di passare nei pressi dell'Alpe Cortina può percorrere la scorciatoia che parte dal sentiero non appena si esce dal bosco e, seguendo la linea di massima pendenza in direzione del Mont Saleron, salire su labili tracce fino ad incontrare il tracciato dell'Altavia 1.
Nei pressi del rifugio vi sono alcune baracche abbandonate costruite ai tempi dalla SIP, la società idroelettrica piemontese e utilizzate in tempi più recenti come colonia estiva. All'interno di una di queste si trova una pittura murale che merita una citazione nella raccolta di arte alpina valdostana. È datata 30 luglio 1970 e rappresenta il viaggio verso Cignana di tre uomini, una bimba, un cane e un grande carrello carico di bagagli.
Inspiegabilmente il tracciato dell'altavia 1 passa piedi della diga di Cignana privando i turisti di questa splendida passeggiata sospesa tra il vuoto del vallone di Cignana e le acque verdoline del lago.
Si consiglia invece di attraversare il cancello che consente il transito pedonale e percorrere tutto il muro di coronamento del bacino per poi scendere nel vallone sottostante, sulla sinistra orografica, lungo un sentiero non segnato ma evidentissimo.
Dopo alcuni minuti si raggiunge a quota 2080 circa il tracciato dell'altavia 1 in un punto panoramico dal quale si domina tutto il vallone di Cignana. Tra il verde chiaro dei pascoli e le macchie più scure di alberi e cespugli spicca la linea chiara ed esile del sentiero.
Proseguendo nella discesa, dopo aver oltrepassato un ruscelletto che taglia il sentiero, si trova sulla sinistra il monumento alla galline che merita una citazione nella raccolta di arte alpina valdostana. Si tratta di una lastra di pietra dalla quale gli operai artisti dei cantieri forestali hanno ricavato con pochi tocchi sapienti la raffigurazione della regina del pollaio; ai piedi della diga di Cignana le sue discendenti forniscono ancora giornalmente l'ovetto fresco ai custodi dell'impianto. Si dice che il soggetto raffigurato dovesse essere un rapace colto nell'istante in cui divora la marmotta appena catturata ma, si sa, la critica è spesso impietosa.
Dopo un tratto pianeggiante il sentiero in terra battuta passa sopra la gola del torrente Cignana. Nell'attraversare alcune pietraie si percorrono delle brevi scalette in pietra che rendono più facile la salita e meno agevole la discesa a chi soffre per le ginocchia stanche.
Poco prima di arrivare al villaggio di Falegnon di scende sulla destra e dopo aver attraversato il ponte sul torrente Cignana si riprende il sentiero percorso all'andata.
Lago, diga e cappella di Cignana.
Lago, diga di Cignana e Rifugio Barmasse.
Il sentiero tra Mont-Mené e Cortina sfiora la pozza delle fate, il lago Cortinaz II Nord, un lago effimero censito dall'ARPA della Valle d'Aosta che in estate avanzata si prosciuga.
La cappella di Mont-Mené fu fondata da Antonio Hosquet nel 1747 e dedicata a San Germano e a San Grato.
Pontile e scavo taglione
della diga di Cignana (1927).
Diga di Cignana (1927)
sistema di distribuzione
del calcestruzzo.
Il Signor Natale *** ha generosamente concesso la pubblicazione di alcune foto della sua collezione di 35 opere che ritraggono il cantiere della diga di Cignana prima di cederle alla Compagnia Valdostana delle Acque. Nel 2017, a novant'anni dagli scatti le stampe sono tornate in Valle d'Aosta.
Chissà che non si riesca ad organizzare delle visite guidate all'interno dei cunicoli ricavati nel muro della diga; sarebbe un'esperienza indimenticabile per gli acquirenti dell'energia elettrica prodotta della CVA.
Villaggio di Cignana nel 1927.
La collezione raccoglie immagini toccanti che ricordano la fatica e l'intelligenza dei nostri bisnonni che in pochi anni di duro lavoro hanno costruito gli impianti idroelettrici che festeggeranno tra poco i primi 100 anni di vita.
Le fotografie sono del fotografo A. Paoletti di Milano, Cignana 1927, NON sono distribuite con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
Gettata del calcestruzzo
nel muro della diga
di Cignana (1927).
Veduta panoramica
della diga di Cignana
in costruzione (1927).
Tubi delle valvole automatiche
per lo scarico di alleggerimento
della diga di Cignana (1927)
Massimo Martini, Luca Zavatta, Rifugi e Bivacchi della Valle d'Aosta, Editrek & L'escursionista Editore, San Giovanni Lupatoto (VR), 2012. ISBN 978-88-904-096-6-0, pag. 212
Massimo Martini, Luca Zavatta, Alte Vie della Valle d'Aosta, Editrek & L'escursionista Editore, San Giovanni Lupatoto, 2009, ISBN 978-88-904096-1-5, pag. 103
Fabrizio Hérin, Ai piedi del Cervino, Martini Multimedia Editore, Saint Vincent 2008, pag. 82
Luca Zavatta, Le valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005, pag. 32
Cappella di Mont-Mené
San Germano (Saint Germain).
Cappella di Mont-Mené
la concezione (la conception).
Cappella di Mont-Mené
San Grato (Saint Grat).
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 2 o Foglio 3 – scala 1:25.000
PAGINA DEL 2.07.2013
ULTIMO AGGIORNAMENTO 2.11.2017
Quest'opera di Gian Mario Navillod è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.