Difficoltà: escursionistica

Escursione al Bivacco Duccio Manenti

Dalla chiesetta di Valmartin di Valtournenche

MAPPA OSM: RAPIDA DINAMICA

MAPPA REFUGES.INFO: RAPIDA DINAMICA

MAPPA DI GOOGLE TRACCIA GPS (.GPX)

ESCURSIONI GUIDATE A PARTIRE DA 6 EURO

partenza: m 1490 circa
arrivo: 2806 m
dislivello in salita: 1300 m circa

andata: 4h00
ritorno: 3h00
totale: 7h00

Segnavia: Altavia 1, 107, 35.

Da vedere:
la diga di Cignana
il lago di Balanselmo

Itinerari collegati: il Rifugio Barbustel, il Rifugio Barmasse da Mont-Perron, la Via ferrata di Valtournenche.

Interno bivacco Manenti
Branda del Bivacco
Duccio Manenti

Interno del bivacco Duccio Manenti: la finestrella
Finestra del Bivacco
Duccio Manenti

Gipeto in volo tra il bivacco Duccio Manenti e il rifugio Perucca Vuillermoz
Gipeto in volo sul
Bivacco Duccio Manenti

Introduzione

Il bivacco dedicato a Duccio Manenti ha perso buona parte della sua importanza alpinistica a seguito dell'apertura del rifugio Perucca-Vuillermoz che è stato costruito poco più a monte ed è più confortevole e capiente.

Ha conservato però intatto il suo fascino di bivacco storico: ci si dorme comodamente in due, ma già il terzo ospite deve dormire in terra. Manca il gas ed occorre portarsi il sacco a pelo o il sacco lenzuolo, però il ricordo di una notte in questo posto incantato, sospesi tra il Lago di Balanselmo e la diga di Cignana è unico ed indimenticabile.

Fino all'apertura estiva del rifugio Perucca-Vuillermoz al bivacco Manenti il silenzio è rotto solo dalle folate del vento e dal gorgogliare delle acque di fusione, poi quando la neve si assottiglia sui colli, il passo regolare degli escursionisti impegnati lungo il Tour du Mont Cervin, il giro del Monte Cervino, comincia a risuonare attorno al bivacco.

Descrizione

Dalla cappella di Valmartin si prosegue lungo la strada asfaltata per una ventina di passi fino ad arrivare alla scala dove inizia il sentiero per la diga di Cignana.

Cappella di Valmartin
Cappella di Valmartin

Inizio sentiero per Promoron e diga di Cignana
Inizio sentiero

Grenier nella frazione Valmartin
Grenier

Seguendo i segnavia gialli si attraversa tutto il centro storico della frazione che conserva interessanti esempi di architettura rurale: i grenier costruiti con tavole di larice dove venivano conservate le derrate e i rascard utilizzati come fienili e per la battitura del grano. Quasi in fondo al villaggio, quando si scorge in fondo alla valle il laghetto di Maen scintillare sotto il sole, si sale sulla destra prendendo rapidamente quota dietro le case.

Il sentiero è completamente selciato, largo circa un metro e con le pietre lisciate dal prolungato passaggio di uomini e animali. All'altezza del bivio per Maen si incontrano i primi alberi: soprattutto noccioli, utilizzati un tempo per la fabbricazione dei cestini e delle gerle, poi frassini dal legno durissimo e alcuni ciliegi le cui foglie poco prima di cadere punteggiano il bosco di macchie di colore rosso brillante.

Il sentiero si stringe leggermente, dove non vi sono muri di sostegno a monte o a valle sale leggermente incassato e stretto da bassi muretti in pietra a secco. La macchia diventa più fitta, l'ambiente umido favorisce la crescita degli ontani e di alcuni aceri, nel sottobosco prosperano l'ortica ed il geranio di montagna. Poco dopo il bivio per Barmasse il bosco si dirada.

Si percorre un lungo traverso panoramico dal quale si domina l'abitato di Valtournenche. Si distingue il campo da tennis che copre la piscina e sulla destra, in alto, i prati di Promindoz, una radura che forma una macchia verde brillante interamente circondata dal verde più cupo del bosco che si interrompe solo sopra la conca di Cheneil. Sulla verticale di Promindoz si nota la sagoma affusolata della Becca Trecaré e alla sua sinistra il vallone innevato fino ad estate inoltrata che separa il Grand Tournalin dal Petit Tournalin.

Ex centrale di pompaggio di Promoron
Centrale di Promoron

Fabbricati rurali di Promoron
Fabbricati rurali di Promoron

Grand Tournalin, Petit Tournalin e Becca Trecaré con la radura di Promindoz
Panorama su Promindoz

Quasi alla fine di questo piacevole tratto dalla modesta pendenza si attraversa una macchia di larici all'interno della quale il sottobosco è costituito quasi interamente da epilobi. Tra i tronchi leggermente anneriti da un vecchio incendio boschivo si intravedono i fabbricati della ex centrale di pompaggio di Promoron in cui l'acqua, proveniente dalla centrale di Perrères, veniva pompata fino alla diga di Cignana.

Dal sentiero si domina dall'alto il pianoro di Maen in fondo al quale il torrente Marmore si allarga in un piccolo lago artificiale. Verso sud chiude l'orizzonte la sagoma tozza del Barbeston la cui cima ricorda il profilo di una persona addormentata, sulla destra si vedono le cime frastagliate del Mont Ruvic e della Cima Nera.

Usciti dalla macchia si attraversa un pendio scoperto dove al colore rosato della rosa canina si contrappone il giallo intenso delle infiorescenze del tasso barbasso. Si passa sul muro in pietra che ha sostituito la passerella in legno e dopo alcune curve si arriva a Promoron dove si incontra la pista ciclabile larga un paio di metri che porta alla centrale idroelettrica di Perrères. È un piacevole itinerario da percorrere in bicicletta: segue il tracciato del trenino che collegava i due impianti e grazie ad alcune gallerie e ad un bel ponte ad arco in legno lamellare si può percorrere tutto il fianco della vallata con una pendenza prossima allo zero.

Il panorama da Promoron è molto bello, si vedono tutte le cime dell'alta Valtournenche dalla Motta di Plété alla Punta Trecaré, all'orizzonte scintilla sotto il sole il ghiacciaio del Ventina con davanti le torri calcaree delle Cime Bianche. A destra la Roisetta poi la Becca d'Aran, il Grand Tournalin, riconoscibile dal dentino formato dalla sua doppia cima, il Piccolo Tournalin e la punta Trecaré, proprio sulla verticale del villaggio di Cheneil.

Il sentiero separa nettamente due mondi diversi, sulla destra due fabbricati rurali costruiti in pietra e legno, classici esempi di architettura tradizionale valdostana, sulla sinistra i fabbricati industriali costruiti nella prima metà del XX secolo per lo sfruttamento dell'energia idroelettrica con i tetti in metallo e i grandi muri intonacati.

Dal ponticello in ferro che superava la condotta forzata ora demolita si può abbracciare con uno sguardo tutto l'insieme di queste eterogenee costruzioni. Sulla destra il grande fabbricato che ospitava le pompe, dall'architettura imponente con i bordi massicci in pietra lavorata. A sinistra la casa del guardiano e la stazione di arrivo delle funivia che collegava la centrale di Maen con Promoron, costruita in cemento armato a vista. Ancora più a sinistra i vecchi fabbricati con i tetti in lose, le lastre di pietra utilizzate nelle coperture valdostane, muti testimoni di un mondo agricolo scomparso alla fine del XX secolo.

Si prosegue lungo il sentiero fino ad immergersi nell'ombra dei larici. Sotto una parete rocciosa si trova un ancoraggio in calcestruzzo: è da questo punto che partiva uno dei cavi della teleferica utilizzata durante i lavori per la sostituzione delle vecchie condotte forzate che collegavano la diga di Cignana con la centrale idroelettrica di Maen.

Villaggio di Falegnon
Villaggio di Falegnon

Il sentiero in questo tratto conserva ancora il selciato originario formato da pietre grandi e piccole accostate e lisciate da ripetuti passaggi di montanari ed escursionisti. Dopo alcune curve, quasi in vista del villaggio di Falegnon si vede sulla destra una croce di missione datata 1958. A lato del sentiero vi sono cespugli di ginepri e rododendri. Un tempo venivano estirpati per consentire la crescita di qualche pugno di erba in più; ora con l'abbandono degli alti pascoli questi arbusti ricoprono nuovamente i prati sui quali spiccano per forma e colore.

Si attraversa il pianoro dove è stato costruito il villaggio di Falegnon (1925 m): un pugno di case poste all'incrocio di cinque sentieri. Quasi tutte sono costruite in pietra intonacata, fa eccezione la prima sulla destra che ha una stanza costruita con tavole di larice a mo' di grenier. L'ultima sulla sinistra uscendo verso Cignana ha un rascard costruito con tronchi di larice al primo piano ed una stalla in pietra al piano terreno.

Uno dei fabbricati del villaggio presenta una piccola aia coperta, un elemento inusuale nei villaggi della Valtournenche.

Uscendo dal villaggio si trova un cartello in legno dell'altavia 1 che indica la quota del villaggio. In pochi minuti si raggiunge il bivio dal quale si stacca sulla sinistra il sentiero per il lago di Cortina e il villaggio di Mont Perron. Si prosegue lungo il tracciato dell'altavia. Sulla destra, all'inizio dell'estate, si vede una spettacolare fioritura di rododendri che coprono quasi completamente alcuni valloncelli stretti tra le rocce. Qua e la alcune conifere coraggiose riescono a crescere trovando nutrimento nella poca terra che copre la parete rocciosa.

Monumento alla gallina
Monumento alla gallina

Monte Pancherot e muro della diga di Cignana
Monte Pancherot

Non appena ricomincia la salita il sentiero in terra battuta si trasforma in una bella scalinata. Si attraversano alcune pietraie sui gradini in pietra a secco costruiti nei primi anni del 2000 dagli operai regionali che si occupavano della manutenzione dei sentieri. Sulla sinistra, in fondo al vallone, si vede il ponte che porta all'Alpe Cortina e al villaggio di Mont Perron. Sotto di esso scorrono le acque del torrente Cignana, emissario del lago omonimo.

Risalendo con lo sguardo il suo corso appare la grande parete rocciosa sulla quale si trova il rifugio Barmasse: quando il rifugio è aperto una bandiera sventola sul pennone infisso nella parte più alta del poggio.

Si sale dolcemente, dall'altra parte del vallone si intravede un pezzo del sentiero che sale parallelo all'alta via verso il lago di Cortina, poi all'altezza di una radura sterza bruscamente e si immerge nel bosco e scompare alla vista. Ad un tratto appare sulla sinistra, in alto, la parte superiore del muro della diga. Poi, sulla destra, la punta curiosa del Monte Pancherot: sotto la vetta gli strati rocciosi sono piegati e inclinati verso l'alto e ricordano uno dei baffoni del re Vittorio Emanuele II, il primo re d'Italia.

Questa forma strana, arricciata, è dovuta alle enormi pressioni a cui è stata sottoposta la roccia quando si trovava a grande profondità, stretta nello scontro tra la zolla continentale africana e quella europea.

Subito prima di un ruscelletto si trova a fianco del sentiero il monumento alla galline che merita una citazione nella raccolta di arte alpina valdostana. Si tratta di una lastra di pietra dalla quale gli operai artisti dei cantieri forestali hanno ricavato con pochi tocchi sapienti la raffigurazione della regina del pollaio; ai piedi della diga di Cignana le sue discendenti forniscono ancora giornalmente l'ovetto fresco ai custodi dell'impianto. Si dice che il soggetto raffigurato dovesse essere un rapace colto nell'istante in cui divora la marmotta appena catturata ma, si sa, spesso gli artisti sono incompresi.

Il tratto di muro in pietra della diga di Cignana
Muro in pietra
della diga di Cignana

Tratto sommitale della diga di Cignana
Muro di coronamento
della diga di Cignana

Passaggio pedonale sul muro di coronamento della diga di Cignana
Passaggio pedonale sul
coronamento della diga di Cignana

Mentre si attraversano i pascoli aumenta gradatamente la pendenza del sentiero, si cominciano a vedere verso sud le baracche utilizzate durante la costruzione della diga, alle loro spalle il Mont Saleron (2823 m) con la Becca di Salé (3107 m) sulla destra.

A quota 2080 circa si raggiunge in un punto panoramica dal quale si domina tutto il vallone di Cignana. Tra il verde chiaro dei pascoli e le macchie più scure di alberi e cespugli spicca la linea chiara ed esile del sentiero. Su di un grosso mucchio di sassi sulla sinistra campeggia la palina della segnaletica escursionistica che indica, per chi percorre l'altavia 1, di proseguire alla base della diga: così facendo si perde la bellissima passeggiata che percorre tutto il coronamento dello sbarramento. Qui si lascia il tracciato dell'altavia e si prosegue sul raccordo per l'itinerario 107 che sale sulla destra.

Si attraversa la strada ormai inerbita, pianeggiante, su cui erano posate le rotaie del carrello che saliva da Promoron e si prosegue fino ad arrivare ai piedi della sezione della diga costruita in pietra. In fondo al muro esterno, completamente rivestito di pietra a secco, si nota l'accesso ad una della galleria di controllo che percorre l'interno dello sbarramento.

Ancora pochi passi in salita verso destra e si arriva al coronamento del grande muraglione costituito da due parti ben distinte: la parte più bassa è stata realizzata in pietra e ha una pendenza esterna molto pronunciata, tanto che la si può percorrere agevolmente a piedi, quella più alta in calcestruzzo domina il fabbricato dei custodi costruito ai suoi piedi e trattiene la maggior parte delle acque del lago.

Cascata dell'emissario del Lago di Balanselmo
Cascata di Balanselmo

Ponte in legno sul sentiero per il Bivacco Manenti
Ponte in legno sul sentiero
per il Rifugio Perucca-Vuillermoz

Se non si è troppo di fretta consiglio di fare quattro passi sulla strada che percorre il muro della Diga. Dal centro della diga si vedono le cascate che scendono bianche di schiuma dai laghi della parte alta del vallone di Cignana, in fondo alla diga si vede lontanissima la cappella di Cignana costruita in ricordo del villaggio coperto dalle acque del lago artificiale. Sotto la diga si domina dall'alto il ponte in cemento armato che ha preso il posto di quello vecchio in legno: a causa della sua vetustà la struttura in legno era pericolante ed è stata purtroppo demolita. A fianco è stata costruita la casa del custode, con il pollaio da cui arrivano squillanti chicchirichì. Alle sue spalle l'accesso al tunnel che porta le condotte forzate fino alla centrale di idroelettrica di Maen.

Dal bacino di Cignana si prosegue lungo la strada sterrata che porta all'Alpe Chevalley; si costeggia il lago, si passa a monte della cappella di Cignana, poi proprio sul tornante di fronte all'alpeggio si lascia la pista in terra battuta e si prosegue lungo sentiero che sale al rifugio Perucca-Vuillermoz.

Con pendenza leggera e costante si percorre tutta la parte alta alta della conca che accoglie il lago di Cignana poi si entra nel vallone D'En Haut percorrendo il ponticello in legno che ha sostituito il vecchio muro in pietra. È l'unico tratto esposto dell'itinerario, per chi soffrisse di vertignini sono state posate alcune catene alle quali è possibile assicurarsi.

Sul fondo del vallone scorre il torrente Cignana, a monte la fascia rocciosa che regge il Bivacco Manenti è solcata da una spumeggiante cascata formata dall'emissario del Lago di Balanselmo. Si attraversa il torrente prima di percorrere gli stretti tornanti che portano alla Barma del Gargantua che merita la citazione nella raccolta di arte alpina valdostana. La salita si fa più leggera, il panorama si apre e all'improvviso appare la sagoma a botte del bivacco.

Bivacco Duccio Manenti e Lago di Balanselmo in estate
Bivacco Duccio Manenti
e Lago di Balanselmo in estate

Lago di Balanselmo al disgelo - 10 maggio 2011
Lago di Balanselmo al disgelo
(10 maggio 2011)

Lago, diga di Cignana e rifugio Barmasse dal Bivacco Manenti
Lago, diga di Cignana e Rifugio
Barmasse visti dal Bivacco Manenti

Qualche dato sulla diga di Cignana

I lavori vennero iniziati nel 1925 e si conclusero nel 1928. La diga è formato da due parti distinte.

Quella in calcestruzzo ha un'altezza che dal punto più basso delle fondazioni arriva a 58 metri e uno spessore alla base di 40. Quella in muratura di pietrame ha lo stesso spessore alla base ma è alta solo 24 metri.

Il lago contiene circa 16 milioni di metri cubi d'acqua che è all'incirca la quantità di acqua potabile utilizzata in un anno in tutta la Valle d'Aosta.

(300 litri/uomo * 120.000 residenti* 365 giorni) = circa 13 milioni di metri cubi

Curiosità

Un tempo si raggiungeva la diga di Cignana grazie ad un carrello trainato da cavi che scorreva sulle rotaie posate a fianco della condotta forzata. Poi, per ragioni di sicurezza, venne costruita la funivia ed infine, con una spesa ingente, una macchina speciale scavò il tunnel sotterraneo che collega Maen a Cignana, nel quale passano sia le condotte forzate che il personale addetto alla manutenzione e alla vigilanza.

A monte della stazione di pompaggio di Promoron si vede ancora il tracciato della condotta forzata ora smantellata che si unisce poco più in altro con quello dei carrelli che salivano fino alla diga di Cignana.

Vi sono alcune differenze tra le quote riportate in questa relazione e quelle che appaiono sui cartelli della sentieristica. Sono differenze fastidiose ma di nessun effetto pratico. Se un escursionista mediamente allenato sale in un’ora 350 m di dislivello, uno scarto di 35 metri si recupera in poco più di 5 minuti, una differenza poco significativa rispetto alla durata media di questi itinerari.

La spiegazione di questa discrepanza è banale: il parcheggio è in leggera salita perciò se si parcheggia in alto si risparmiano alcuni metri di dislivello. La quota di coronamento della diga è di 2164 metri dunque leggermente inferiore a quella del rifugio Barmasse.

In questa pagina si trovano alcune note dedicate alle differenze di quota.

Gipeto in volo tra il bivacco Duccio Manenti e il rifugio Perucca Vauillermoz
Gipeto in volo sul
Bivacco Duccio Manenti

Rifugio Perucca Vuillermoz
Rifugio Perucca Vuillermoz

Bibliografia:

Massimo Martini, Luca Zavatta, Rifugi e Bivacchi della Valle d'Aosta, Editrek & L'escursionista Editore, San Giovanni Lupatoto (VR), 2012 pag. 214. ISBN 978-88-904-096-6-0
Massimo Martini, Luca Zavatta, Alte Vie della Valle d'Aosta, Editrek & L'escursionista Editore, San Giovanni Lupatoto, 2009, pag. 100-103
Luca Zavatta, Le valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005, pag. 32, 62, 70.
Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990

Cartografia:

L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 – Valtournenche Monte Cervino Val d'Ayas ovest – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 – Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 1 alta valle – scala 1:25.000

PAGINA DEL 21.05.2011
ULTIMO SOPRALLUOGO 14.08.2013
ULTIMO AGGIORNAMENTO 15.08.2013

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