Storia dei sentieri e degli itinerari turistici della Valle d'Aosta

Oratorio di Gilliarey in autunno, sullo sfondo il Grand Tournalin
Oratorio di Gilliarey in autunno,
sullo sfondo il Grand Tournalin

Introduzione

Storicamente ogni singolo appezzamento coltivato in Valle d'Aosta era accessibile a piedi o a dorso di mulo. La rete di sentieri era di conseguenza fittissima.

Con l'incremento dei flussi turistici a partire dalla seconda metà del 1800 si sentì l'esigenza di pubblicizzare degli itinerari turistici numerati comprendenti più sentieri.

Per facilitare l'orientamento dei turisti la numerazione degli itinerari fu riportata sui sentieri. Ciò per un verso rese più facile per chi seguiva un determinato itinerario procedere lungo la rete di sentieri che ne faceva parte, dall'altro pose le basi per un equivoco di termini che dura ancor oggi tra "sentiero" ed "itinerario".

Su di un singolo sentiero possono passare più itinerari e, di conseguenza, i segnavia riportati sul terreno NON individuano il sentiero fisico, il tratto di terreno calpestato dagli escursionisti, ma uno dei tanti itinerari che possono passare su quella porzione di superficie terrestre.

La storia

Cartello e inizio sentiero di accesso alla Via Ferrata di Covarey
Inizio sentiero di accesso
alla Via Ferrata di Covarey

L'aver confuso il concetto di itineraio con quello di sentiero ha comportato che in Valle D'Aosta su di un singolo tratto di sentiero, di mulattiera, o di strada sterrata siano tracciati anche cinque segnavia differenti, fatto che provoca sconcerto e a volte ilarità negli escursionisti che si trovano di fronte a delle indicazioni così complesse.

Se si fosse seguito lo stesso principio anche per le indicazioni stradali, sulle strade che portano da Donnas a Cervinia passando per Chatillon al poste delle indicazioni SS26 e SR46 potremmo trovare: segnavia 1 per l'itinerario Donnas Aosta, segnavia 2 per l'itinerario Donnas Chatillon, segnavia 3 per l'itinerario Donnas Cervinia e così via.

Di tutti i sentieri esistenti in Valle D'Aosta solo una piccola parte è stata inserita negli itinerari turistici, quelli segnalati dai bollini gialli, la stragrande maggioranza che non è più utilizzata è stata poco a poco invasa dalla vegetazione e sovente non è più visibile.

La legge regionale n. 16 del 22/04/1986 ha previsto all'art. 1 che "La Regione Valle d'Aosta, ai fini del recupero e della valorizzazione dei sentieri di montagna in funzione dello sviluppo del turismo escursionistico, realizza e favorisce l'attuazione degli interventi che seguono: a) messa in opera di una adeguata e specifica segnaletica verticale e orizzontale che, nel rispetto dell'ambiente, consenta una agevole e sicura percorrenza degli itinerari che si intende riservare al turismo escursionistico"

L'art. 8 purtroppo ha di fatto impedito la posa di segnavia da parte delle associazioni di volontari perché se il baffo di vernice non rispettava le precrizioni regionali si era tenuti al ripristino della situazione preesistente: comma 1 "Nella Regione Valle d'Aosta la segnaletica di qualsiasi sentiero o itinerario deve conformarsi alle tipologie e alle caratteristiche tecniche che saranno definite con apposita deliberazione della Giunta regionale." Comma 2 "Chiunque realizzi una segnaletica difforme è tenuto ad eliminarla, ripristinando la situazione preesistente dei luoghi, o ad adeguarla alle prescrizioni di cui al comma precedente."

Con deliberazione n. 6143 del 22/08/1986 (assessorato turismo) la giunta regionale approvò l'"Elenco provvisorio di sentieri ritenuti idonei ai fini dello sviluppo del turismo escursionistico."

Lago, diga di Cignana e rifugio Barmasse dal Bivacco Manenti
Lago, diga di Cignana e
rifugio Barmasse dal Bivacco Manenti

Nel 1993, sette anni dopo, le regione legiferò ancora in materia aggravando le sanzioni per chi tracciava segnaletica non conforme.

La Legge regionale 26 aprile 1993, n. 21 prevede all'art. 2 "Nella regione Valle d'Aosta la segnaletica di qualsiasi itinerario escursionistico o alpinistico deve conformarsi alle tipologie e alle caratteristiche grafiche e tecniche definite con apposita deliberazione adottata dalla Giunta regionale, su proposta elaborata dall'Assessorato regionale del turismo, sport e beni culturali, tenendo presenti i criteri per la segnaletica unificata indicati dagli organismi competenti a livello italiano ed europeo." e all'art. 3 "Comma 1. L'Assessore regionale al turismo, sport e beni culturali può ordinare la rimozione, con rimessa in pristino, della segnaletica realizzata in modo difforme rispetto alle tipologie e caratteristiche definite secondo quanto disposto all'articolo 2. Comma 2. Decorso il termine di sessanta giorni dall'ordine di rimozione senza che gli interessati abbiano provveduto, l'Assessorato regionale del turismo, sport e beni culturali provvede d'ufficio, a spese degli inadempienti, alla rimozione e alla rimessa in pristino, di cui al comma 1."

Con l'art 4 della L.R. 21/1993 si è regolamenta la creazione e l'aggiornamento degli itinerari escursionistici. Comma 1 "La Regione provvede a individuare gli itinerari escursionistici che possono formare oggetto degli interventi di cui all'articolo 1." Comma 2 "A tale scopo l'Assessorato regionale del turismo, sport e beni culturali redige un elenco degli itinerari ritenuti più idonei a promuovere lo sviluppo del turismo escursionistico in Valle d'Aosta; gli itinerari devono essere riportati su di una cartografia in scala 1: 10.000." Comma 3 "Nell'ambito dell'elenco di cui al comma 2 devono essere distinte le seguenti categorie di itinerari: a) regionali o "alte vie"; b) comprensoriali o intervallivi; c) locali, normalmente circoscritti al territorio di un singolo comune o di comuni contermini." Comma 4 "La redazione dell'elenco di cui al comma 2 è affidata all'Ufficio regionale per il turismo, Servizio infrastrutture ricreativo sportive, che ne cura altresì le modifiche e gli aggiornamenti." Comma 5 "In sede di redazione e di eventuale modifica o aggiornamento dell'elenco di cui al comma 2, l'Ufficio può avvalersi della collaborazione di guide alpine o di esperti conoscitori delle zone attraversate dagli itinerari e provvede ad acquisire il parere delle amministrazioni comunali, degli organismi turistici locali competenti per territorio e dall'unione valdostana guide di alta montagna (UVGAM), nonché della delegazione regionale valdostana del Club alpino italiano (CAI)." Comma 6 "L'elenco e la relativa cartografia sono approvati con deliberazione della Giunta regionale." Comma 7 "L'Assessorato del turismo, sport e beni culturali provvede alla realizzazione e alla diffusione di materiale informativo a carattere cartografico atto a pubblicizzare adeguatamente gli itinerari oggetto degli interventi di cui alla presente legge."

Forse a causa di incomprensioni con le amministrazioni comunali l'elenco degli itinerari è nato fortemente squilibrato. Dalla prima edizione della carta dei sentieri della Comunità Montana del Marmore (ora Monte Cervino), risultano 9 itinerari sul territorio comunale di Chatillon e 23 in quello di Antey-Saint-André, a fronte di una superfice di 40 km2 per il comune di Chatillon contro i 12 km2 di Antey-Saint-André. La densità di itinerari turistici risultava pertanto di circa 0.25 itinerari al km2 per Chatillon contro i 2 itinerari al km2 per Antey-Saint-André. Una sproporzione difficilmente sostenibile tant'è vero che nell'edizione del 1993 gli itinerari erano scesi a 8 per ciascuno dei due comuni.

Il bilancio di quasi vent'anni di applicazione della legge sui sentieri non è del tutto positivo anche se le risorse investite sono state ingenti. Le alte vie ed i sentieri intervallivi di competenza regionale sono ora solitamente ben tracciati e segnalati anche se non sono mancati errori grossolani come l'aver segnalato come percorribile solo da escursionisti esperti il tratto di Altavia 1 compreso tra Valmartin e la Diga di Cignana (comune di Valtournenche).

La scelta compiuta da almeno una Comunità Montana di utilizzare per la pulizia dei sentieri delle Guide Alpine non ha comportato differenze apprezzabili nell'esecuzione e nella durata delle opere ma ne ha notevolmente aumentato il costo.

Inizio del sentiero per il Rifugio Chiarella Amiante
Inizio del sentiero
per il Rifugio Chiarella

Per la manutenzione dei sentieri valdostani sono stati impiegati direttamente dalla Regione fino a 250 operai specializzati a stagione, la scelta di utilizzarli in opere impegnative ed onerose (ponti in pietra, ponti in legno, rifacimento degli acciottolati delle grandi mulattiere, costruzione di ometti in cemento e pietra, tracciamento di nuovi sentieri) trascurando lo sfalcio regolare e la posa della segnaletica dipinta a vernice su elementi naturali ha comportato che a tratti di sentieri gestiti in modo eccellente si alternino quelli di sentieri gestiti in modo pessimo sui quali gli escursionisti si perdono ancor'oggi.

La scelta compiuta da alcune amministrazione di affidare alla Guide Alpine il tracciamento dei sentieri ha comportato le stesse criticità che sarebbero sorte se si fossero incaricati i taxisti della posa della segnaletica della rete viaria di una città. Pochi comuni si sono rivolte ad operatori che hanno studiato ed adattato le indicazione dei Club Alpino Italiano sulla sentieristica (http://www.cai.it/index.php?id=831) ed i risultati in questi rari casi sono stati eccellenti: a fronte di una spesa modesta i sentieri risultano agevolmente percorribili.

Alcuni sindaci sono stati sottoposti a processo penale per incidenti che hanno funestato il territorio comunale del quale sono legalmente responsabili. La vulgata sostiene che se si è a conoscenza di un pericolo e non vi si pone rimedio si è penalmente responsabili delle conseguenze.

Poiché la Valle d'Aosta è interamente compresa tra le montagne più alte delle Alpi ne consegue che quasi tutti i suoi sentieri sono in zone soggette alla caduta sassi oppure sono tracciati su pendii esposti che occorrerebbe proteggere. Visto che è impossibile coprire le montagne di reti paramassi o circondare tutte le zone esposte di ringhiere a prova di suicida come avviene sui ponti autostradali alcuni sindaci hanno progressivamente ridotto il numero di sentieri segnalati dirottando il traffico pedestre sulle strade sterrate ritenute più sicure.

Alle criticità segnalate si sono aggiunti dal 2010 i problemi di bilancio provocati dalla crisi finanziaria. I tagli imposti ai bilanci degli enti pubblici che si occupano dei sentieri valdostani rischiano di avere una ricaduta negativa sulla gestione della sentieristica se non si opererà un cambiamento nella gestione della segnaletica e della manutenzione coinvolgendo le associazioni di volontariato, i fruitori dei sentieri ed i singoli cittadini.

Soluzioni

Per ovviare alla confusione tra la segnaletica bianco/rossa della particelle forestali e quella bianco/rossa dei sentieri in Italia si potebbe prevedere un congruo lasso di tempo durante il quale sostituire progressivamente il rosso della segnaletica forestale con altro colore.

Per migliorare la segnaletica dei sentieri sarebbe proficuo organizzare di corsi di formazione per gli operatori o i volontari che desiderino dare il loro contributo utilizzando i materiali e le buone pratiche affinati dal CAI in anni di studio e di lavoro sul campo.

Per evidenziare i pericoli e responsabilità relative alla sicurezza dei tracciati si potrebbero affiggere cartelli illustranti il pericolo (caduta massi, scarpata non protetta, difficoltà alpinistica) e la dizione "Chiunque percorra il sentiero lo fa a proprio rischio e sotto la propria responsabilità" come è stato fatto per il sentiero Colle Chavanne - Colle Bassa Serra.

Per rendere sostenibile la manutenzione e la segnaletica dei sentieri si potrebbero coinvolgere in queste attività le associazioni di volontariato (CAI, gruppo alpini, Proloco) ed i privati cittadini.

In altre regioni il progetto "Adotta un sentiero" ha permesso di garantire la manutenzione a costo zero di numerosi sentieri; il ritorno in termini di immagine per albergatori, gestori di campeggio o associazioni è notevole e le spese per gestire il volontariato in questo settore sono veramente esigue.

Conclusione

La miglior forma di manutenzione per un sentiero è percorrerlo. Sarebbe bello poter affiancare ai rari gruppi di turisti stranieri un po' avanti con gli anni accompagnati da guide che arrivano da fuori regione, giovani che arrivino delle principali città raggiungibili con mezzi pubblici aderenti al CAI, agli oratori, o ad altre associazioni che accompagnati da volontari o professionisti formati in loco percorrano i sentieri della Valle d'Aosta apprezzando la fauna e la flora e le peculiarità geologiche e glaciologiche di questa splendida regione.

PAGINA DEL 7.09.2012
ULTIMO AGGIORNAMENTO 10.10.2012

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