Distanza progressiva | Tempo | Indicazioni | Lunghezza tratto |
0 km | 0h00 | Dall’uscita autostradale di Verres si esce dalla rotonda seguendo le indicazioni per la Valle di Ayas | 0.300 km |
0.300 km | 0h01' | Si gira a sinistra sulla strada regionale seguendo le indicazioni per Champoluc e Brusson | 26.800 km |
27.100 km | 0h35' | Arrivati all'abitato di Champoluc di attraversa il torrente e si lascia l'auto nel parcheggio alle spalle dello chalet delle Informazioni Turistiche | - |
Gita piacevole e poco impegnativa nella foresta alle spalle di Champoluc. Si arriva nel villaggio di Mascognaz, un piccolo museo all'aperto di architettura rurale formato da un pugno di case, il forno e la cappella.
Sulle viuzze strette si affacciano finestrelle gotiche, grandi architravi in pietra e pregevoli pitture murali. Buona parte del villaggio è stato pesantemente ristrutturato, l'aspetto esterno è estremamente gradevole, ma un intervento più rispettoso delle vecchie strutture avrebbe dato ancora più valore a questo intervento.
Sull'altro lato del vallone sono in corso dei lavori di ristrutturazione sul rascard di Caleuc. I tronchi aggrediti dalle motoseghe nel 2007 furono abbattuti nel 1437/38, alcuni addirittura nel 1403/04.
Peccato che una delle costruzioni rurali più antiche della Valle d'Ayas non sia stata restaurata con più cura.
Si lascia l'auto nel parcheggio alle spalle dell'Ufficio Informazioni Turistiche, quasi ai piedi della palina della sentieristica. Si prosegue a piedi lungo la stradina asfaltata che sale tra condomini e villette fino a raggiungere il torrente Mascognaz dove inizia il sentiero.
Si indossano le ciaspole e si percorrono alcuni metri sulla destra orografica, si attraversa su di un ponte suggestivo e si prosegue lungo l'altra sponda fin dove termina la recinzione in rete di una villetta che si intravede sulla destra.
Qui si abbondona l'argine e ci si dirige verso destra, passando ai piedi di un abete che porta sul tronco delle indicazioni illeggibili. Si passa sotto una piccola parete rocciosa poi si prosegue in un bosco di larici e abeti rossi. I rami inferiori sono completamente tappezzati di licheni che penzolano nell'aria immobile dando un aspetto di vecchi canuti a questi alberi relativamente giovani.
Il sentiero sale il fianco della valle con numerosi tornanti, in corrispondenza di un poggio si vede sulla destra un primo oratorio, la parte esterna è piacevolmente decorata e una griglia in ferro protegge l'interno, poco più avanti una croce in legno ricorda la fine del viaggio terreno di Felice Favre.
A circa 1720 metri di quota, proprio davanti a un triste oratorio in cemento costruito nel 1923, il sentiero 14 si unisce all'intervallivo 105 e prosegue nel bosco fino a sbucare nei ripidi pascoli sotto Mascognaz.
Dopo alcune curve si vede in alto il terzo oratorio, costruito ormai in vista del villaggio e dedicato a Nostra Signora degli Eremiti. Fu edificato nel 1837 e restaurato nel 1998; una cancellata in legno protegge gli affreschi interni che raffigurano al centro una Madonna col bambino, a destra San Francesco e a sinistra San Michele.
Ancora pochi minuti di sentiero in leggerissima salita e si arriva al grande cartello di benvenuto a Mascognaz: alle sue spalle inizia una vera galleria d'arte a cielo aperto.
Finestra decorata
dei tre artisti a
Mascognaz
Si inizia con il dipinto su ceramica dello Zent di Goyet dove sono rappresentati una mormotta e un camoscio con sullo sfondo montagne e ali d'uccelli poi si arriva alla cappella dedicata a San Grato edificata nel 1769 e restaurata nel 1999. Sulla sua facciata spiccano gli affreschi di F. Curta eseguiti nel 1878 che rappresentano San Giuseppe e il bambino a sinistra, San Grato sulla destra e Maria immacolata nel tondo in alto.
Sull'altro lato del villaggio, a levante, si trova una meridiana datata 1880 con la scritta "C'est l'heure de bien faire" "è l'ora di ben fare" e una sacra famiglia datata 1878 di toccante bellezza. Fu dipinta sulla casa dei fratelli Fosson, Louis, Alexis e François che nel 1873 lasciarono traccia di sé sulla porta d'ingresso.
Su una delle case restaurate compare una scritta a ricordo di tre artisti che nel 1901 trovarono la pace in questo villaggio: quasi un saggio di calligrafia posto a fregio di una finestra.
Un poco discosta dal villaggio, posta a fianco di un ruscello si vede la minuscola latteria in legno edificata nel 1694 e restaurata nel 1998; vicino ad essa una targa in marmo ricorda Edoardo Fosson, benefattore di Champoluc che nel 1932 portò l'acqua potabile in paese.
Girellando per il villaggio si possono osservare particolari architettonici che rivelano quanto siano antiche alcune costruzioni: un trave di colmo datata del XVII secolo, una porta murata sormontata da un arco a tutto sesto, diverse finestrelle in pietra lavorata alcune delle quali con il tipico fregio gotico a chiglia rovesciata.
Sull'altro lato del vallone, a pochi minuti da Mascognaz, si vede ancora quanto rimane del rascard di Caleuc. Questa splendida costruzione rurale fu costruita nella prima metà del XV secolo, la parte in pietra sotto il sentiero era ridotta a rudere e presentava sulla facciata est un arco a tutto sesto, il rascard sovrastante, edificato nel basso medioevo, era stato costruito a ponte sopra il sentiero. Chi desidera vedere com'era l'esterno dell'edificio prima della ristrutturazione può consultare il libro di Luca Zavatta citato in bibliografia a pagina 109. Una foto dell'interno del rascard si trova a pagina 89 del libro di Cludine Remacle (raccard à Caleutch) anch'esso citato in bibliografia.
I tronchi utilizzati nella sua costruzione furono abbattuti negli anni 1437/38, alcuni addirittura negli anni 1403/04. Per visitare i resti del rascard basta scendere verso il torrente e attraversare il piccolo ponte in legno che separa i due villaggi, in pochi minuti si raggiunge Caleuc che è alla stessa altezza di Mascognaz, sull'altro lato del vallone.
Claudine Remacle, Vallée d'Aoste une vallée, des paysages, Ed. Umberto Allemandi, Torino 2002
Luca Zavatta, Le Valli del Monte Rosa, ed. L’Escursionista, 2002
Gian Pietro Soardo, Architettura rurale in Valle d'Aosta, quaderni di cultura alpina, Priuli & Velucca Editori, Aosta 1999, pagg. 40-44
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 –
Valtournenche Monte Cervino Val d'Ayas ovest – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 –
Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000
PAGINA DEL 10.02.2008
Quest'opera di Gian Mario Navillod è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.