La melodia è stata diffusa in valle dal Maestro Raffaele Antoniotti che l'ha utilizzata nei corsi di musica popolare tenuti ad Aosta e dal gruppo di danza popolare http://www.medtrad.it che insegna questa curenta nei corsi di danza e la balla durante le serate folk.
La stessa danza è stata incisa nel 1995 dal gruppo di musica folk Lou Dalfin che l'ha pubblicata nel CD Gibus, Bagase e Bandì con il titolo di "La vaccha mallha" (la vacca mangia). Il testo di questa canzone e altri informazioni sui Lou Dalfin si trovano sul sito ufficiale a questo indirizzo: http://digilander.libero.it/loudalfin/discografia_gibus.htm.
A questo indirizzohttp://www.ballifolk.altervista.org/courenta_val_chisone.html sono raccolti approfondimenti e video per i ballerini che volessero impararla.
Il Signor Arnaldo Monavigili ha inserito su questa allegra melodia una canzone enumerativa che permette di memorizzare i nomi dei principali colori nel dialetto valdostano. Essa fornisce anche una via di fuga canterina alla domanda, un tempo imbarazzante, dei pargoli che desiderano sapere da dove nasce l'uomo (o la donna).
Nell'impossibilità di esibire la parte anatomica, per ovvie ragioni di opportunità, e di procedere alla spiegazione scientifica che non è alla portata di tutti, si suggerisce di ammanire alla prole tale canzoncina che ben presto stancherà e farà cadere gli innocenti tra le braccia di Morfeo.
Con il tempo, crescendo, la domanda esistenziale troverà risposta, e passando dalla grammatica alla pratica anche l'esegesi dell'ultima strofa, apparentemente oscura, sarà facilitata.
Lo spartito è in sol maggiore. Nei formati PDF e PNG sotto la notazione musicale moderna si trova la diteggiatura per l'organetto diatonico.
Di mamma di mé vé | Di mamma dimmi un po’ |
1 | 1 |
Di mamma di mé vé | Di mamma dimmi un po’ |
Dé iou qué son sourti lé fraé | Da dove sono usciti i (miei) fratelli |
Di mamma di mé vé | Di mamma dimmi un po’ |
Dé iou qué ze si sourti mé | Da dove sono uscito io |
I'itto eun euie avoué l'aula blanze | È stata un’aquila dall'ala bianca |
Qui vos a porto | Che vi ha portato |
Bien vitto lo matén | Al mattino presto |
Su la leuie vos a poso (bis da I'itto ...) | Vi ha posato sul balcone (bis da È stata ...) |
| |
On conten avoué: | Si prosegue con: |
2 | 2 |
I'itto eun euie avoué l'aula grisa ... | È stata un’aquila dall'ala grigia ... |
3 | 3 |
I'itto eun euie avoué l'aula zona ... | È stata un’aquila dall'ala gialla ... |
4 | 4 |
I'itto eun euie avoué l'aula rossa ... | È stata un’aquila dall'ala rossa ... |
5 | 5 |
I'itto eun euie avoué l'aula néa ... | È stata un’aquila dall'ala nera ... |
6 | 6 |
I'itto eun euie avoué l'aula bleuva ... | È stata un’aquila dall'ala blu ... |
7 | 7 |
I'itto eun euie avoué l'aula verta ... | È stata un’aquila dall'ala verde ... |
8 | 8 |
La bella maé qui sén ... | La suocera che sente |
Campé à téra totta la lanna | Butta a terra tutta la lana |
La bella maé qui sén | La suocera che sente |
Campé à téra e greugné lé den | Butta a terra e digrigna i denti |
Ze crégnivo e zé la conferma | Temevo e ne ho conferma |
Qué lé ten mino | Che i tuoi bambini |
Ié po lo mémo usé | Non è lo stesso uccello |
Que giu in téra les a portò (bis da ze crégnivo) | Che in terra li ha portati (bis da Temevo) |
Testo di Arnaldo Monavigili | Traduzione di Gian Mario Navillod |
Lou Dalfin, GIBUS, BAGASE e BANDI', Baracca e Burattini , 1995
Lou Dalfin, La flor de lo dalfin, UPR folkrock, 2001
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PAGINA DEL 12.03.2008
ULTIMO AGGIORNAMENTO 28.12.2013
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