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Distanza progressiva | Tempo | Indicazioni | Lunghezza tratto |
0 km | 0h00 | Dall’uscita autostradale di Châtillon Saint Vincent si gira a sinistra seguendo le indicazioni per Cervinia, si attraversa il centro storico e dopo il ponte | 0.800 km |
0.800 km | - | A destra seguendo le indicazioni per Valtournenche | 0.100 km |
0.900 km | - | A destra seguendo le indicazioni per Breuil-Cervinia | 0.200 km |
1.100 km | 0h05 | A destra seguendo le indicazioni per Breuil-Cervinia | 19.000 km |
20.100 km | 0h30 | Poco dopo la farmacia di Valtournenche si gira a destra nel piazzale della piscina dove si parcheggia l'auto. | - |
Questa piacevole passeggiata si svolge quasi interamente all’interno di un bosco, prima di latifoglie, poi di conifere, lontano dalle auto.
Si percorre la vecchia mulattiera che collegava Valtournenche a Cheneil, gradevolmente descritta in lingua francese dall’Abbé Gorret nella sua relazione per l'ascensione al Grand Tournalin.
Trattandosi di un pezzo dell'altavia 1 la segnaletica è ottima e il sentiero è ampio ed è regolarmente sfalciato.
Dall’ampio piazzale davanti alla piscina ci si dirige in piano verso il villaggio di Cretaz, si passa a monte della scuola elementare e poco dopo la cappella si sale leggermente abbandonando la strada asfaltata per attraversare il centro storico del villaggio.
Nella suggestiva piazzetta del lavatoio una targa segnala la casa natale della famosa guida alpina Luigi Carrel e inseme ad altre opere d'arte è esposta nella pagina dedicata all'arte alpina valdostana.
Proseguendo lungo il sentiero si arriva al ponte sul torrente Cheneil dove una nuvola di schizzi finissimi arriva fin sul sentiero dalle sue acque bianche di schiuma. Poco più avanti si entra nel bosco di latifoglie.
La mulattiera larga da un metro a un metro e mezzo sale con pendenza regolare nel sottobosco umido. Di quando in quando tra gli alberi si aprono gradevoli scorci sulle Grandes Murailles e le frazioni di Valtournenche.
Il sottobosco è punteggiato da mirtilli e fragole, rododendri e myosotis. Solo il rumore basso e continuo delle acque del torrente accompagna i passi di chi percorre questa mulatiera. Ad intervalli si sentono i richiami degli uccelli tra gli alberi. Nessun altro suono interrompe la quiete del bosco. A poco a poco larici e abeti prendono il posto delle latifoglie.
Dopo una prima radura, che ospita una casetta isolata, si arriva allo splendido pianoro di Promindoz: l’origine del toponimo seconda l’Abbé Gorret, è legata al i termini dilettali Pro (prato) e Mindo (pulito). Il riferimento al prato ripulito allude al taglio del bosco avvenuto in epoca medioevale per ottenere nuove superfici coltivabili.
Dall’altra parte della valle si vede in lontananza la centrale di pompaggio di Promoron. Al suo interno le acque provenienti dal lago di Perrerès vengono pompate fino alla diga di Cignana da cui partono le condotte forzate interrate che scendono alla centrale idroelettrica di Maen.
A monte del villaggio, ben visibile dal sentiero che sale a Cheneil, si trova un grande sasso a forma di mandorla infisso nel terreno che da lontano ricorda i menhir di Obelix. La sua superficie è quasi interamente scolpita e merita una citazione nella pagina dedicata all'arte alpina valdostana.
Proseguendo lungo il sentiero si rientra nel lariceto, passando tra le splendide fioriture rosse dei rododendri. Si percorre poi in un valloncello tappezzato di ontani nani salendo lungo gli stretti tornanti della la mulattiera.
D’un tratto si aprono i primi pascoli di Cheneil, punteggiati da viole, anemoni e genziane. In pochi minuti si raggiungono le prime case e poi l’intero villaggio: uno dei pochissimi nuclei abitati in Valle d’Aosta non ancora raggiunti dalla strada asfalta.
Tra queste case è passata la storia dell'alpinismo. L'Abbé Gorret vi pascolava il bestiame da fanciullo, negli anni in cui salì con i suoi compagni di giochi il Grand Tournalin.
Edward Whimper percorse questa mulattiera per raggiungere la vetta del Grand Tournalin, un esile pilastro di roccia su cui costruì un ometto. Era accompagnato da Jean-Antoine Carrel la guida alpina valdostana che tracciò la via italiana al Cervino il 17 luglio 1865, tre gioni dopo la prima ascensione di Whymper.
Anche il canonico Georges Carrel, detto l'amico degli inglesi, attraversò questi prati salendo verso il Grand Tournalin per prendere una foto del panorama.
Le quote riportate dalla segnaletica verticale dell’altavia differiscono di alcuni metri sia da quelle riportate nella segnaletica della comunità montana che da quelle riportate della cartografia ufficiale della regione.
Segnalo ad esempio che l’arrivo a Cheneil è per la Comunità Montana a quota 2088 m, per la segnaletica dell’altavia a quota 2105 m e per la cartografia ufficiale della regione a più di 2115 m.
Sono differenze fastidiose ma di nessun effetto pratico. Se un escursionista mediamente allenato sale in un’ora 350 m di dislivello, uno scarto di 35 metri si recupera in poco più di 5 minuti, un tempo irrisorio rispetto alla durata media di questi itinerari.
In questa pagina si trovano alcune note dedicate alle differenze di quota.
Massimo Martini, Luca Zavatta, Alte Vie della Valle d'Aosta,
Editrek & L'escursionista Editore, San Giovanni Lupatoto, 2009, pag. 100
Luca Zavatta, Le valli del Cervino, L’Escursionista Editore, Rimini 2005
Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990
Edward Whymper, Scrambles amongst the Alps in the years 1860-1869 by 5th ed., John Murray, London, 1900.
Gorret Amé - Bich C., Guide de la Vallée D'Aoste, Turin 1877
L’Escursionista Editore – Carta dei sentieri 7 –
Valtournenche Monte Cervino Val d'Ayas ovest – scala 1:25.000
Istituto Geografico Centrale – Foglio 5 –
Cervino–Matterhorn e Monte Rosa – scala 1:50.000
Comunità Montana Monte Cervino – Foglio 1 alta valle – scala 1:25.000
SOPRALLUOGO DEL 15.06.2005
PAGINA DEL 4.06.2007
ULTIMO AGGIORNAMENTO 5.01.2008
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